Marco Bellocchio torna nella natìa Bobbio con la moglie e il figlio. Lo stile documentaristico con cui si riprendono scene di vita familiare, volti di strada, feste paesane, momenti conviviali e tuffi nel Trebbia vengono talvolta interrotti da parentesi oniriche sui ricordi dell'infanzia, che conferiscono al mediometraggio un più compiuto valore cinematografico nel suo volgersi al ricordo e al passato. Nel ruolo di se stesso partecipa anche Gianni Schicchi, amico e caratterista feticcio del regista.
MEMORABILE: La recita di "Pinocchio"; i litigi con la moglie Gisella; il piccolo Piergiorgio che rimprovera il padre dicendogli "A stronzo!".
Curioso mediometraggio (45’) autobiografico di Marco Bellocchio, che torna nel periodo estivo nella natìa e amata Bobbio, come un rito che si ripete per amata abitudine, scontrandosi con la compagna che ci va, sbuffando, solo per fargli piacere. Le dinamiche fra i due ed alcuni suoi ricordi sono la parte più interessante del film, insieme alle vicende svolte sul Trebbia. Più deboli, se si eccettua la recita infantile della vicenda di Pinocchio, gli altri quadri di vita locale. Interessante, ma molto irregolare e con un che di incompiuto.
Curiosissimo esperimento bellocchiano ai limiti del cinema vérité. Affascinante la rappresentazione di un'umanità dell'alta Val Trebbia che non esiste più (o perlomeno è profondamente mutata); tra turisti e locali, dialoghi rubati e bizzarre rappresentazioni teatrali di grandi e piccoli tra un falò e un bagno in fiume, inframezzate dalle scaramucce tra Bellocchio e la moglie. Apprezzabile la spontaneità dei protagonisti, con discussioni che paiono improvvisate e per questo molto realistiche; misterioso il finale, tra immagini e OST inquietanti.
MEMORABILE: La discussione sul vino davanti al falò; I battibecchi familiari tra Bellocchio, la moglie e il figlioletto.
Sarà la malinconia del passato dei famigerati quarant'anni, ma Bellocchio (classe 1939) tra sogno e realtà ci racconta una delle molte vacanze passate nella sua Bobbio in Val Trebbia e prende a esempio quella di due anni prima, nel 1978. La recitazione con attori e "personaggi" locali, oltre ai suoi familiari più stretti, ci riporta inesorabilmente a una dimensione amatoriale con venature d’autore; in quell'atmosfera montanara un po' retrò e per certi versi triste dalla quale in definitiva anche il regista è scappato andandosene a Roma.
MEMORABILE: Il figlio di Marco Bellocchio (Pier Giorgio, nato a Roma nel '74) dice al padre: "'A stronzo!" trasportandoci da Bobbio (PC) a una borgata romana.
L'opera utilizza in modo originale lo stile documentaristico-familiare per sottolineare i legami con le tradizioni territoriali e il passato storico-religioso. La dimensione della fiaba e delle sacre rappresentazioni rivive con il linguaggio delle recite scolastiche dell'infanzia e con l'eco del cinema pasoliniano, del Sebastiane di Jarman e dell'Ophelia del pittore preraffaellita Millais (il letto che galleggia sul fiume con la ragazza dormiente). La comunità agricolo-montana è imperturbabile, mentre i tempi cambiano in modo quasi impercettibile.
MEMORABILE: Bellocchio di fronte al suo alter ego bambino, senza lo "stacco" del flashback, nell'immediato presente.
Mediometraggio familiare ma anche intimista del regista bolognese ambientato nella Bobbio della sua infanzia. Il film non ha alcun reale valore artistico, se non in qualche sequenza simbolica di una certa significanza, inframezzata da dialoghi del tutto improvvisati e spontanei. Anche tecnicamente dice poco. Vale più come documento personale che altro. Degli anni '80, ma sembra tanto più antico.
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B. Legnani ebbe a dire: http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31#day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31
Markus ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31#day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31
B. Legnani ebbe a dire: Markus ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31#day=2015-07-24&ch=31&v=544345&vd=2015-07-24&vc=31
Grande! Lo cercavo ;)
Lo danno fra poco su RAI5. Se sei in ferie...
No, non sono ancora in ferie. Lo vedrò qua in questo link. ;)
Bene, bene... Non sono più l'unico commentatore.
p.s. mi fa sempre ridere l'idea che Gianni Schicchi (Inferno, XXX), ne IL SORRISO DI MIA MADRE, interpreti il personaggio Filippo Argenti (Inferno, VIII)...
Il film partecipò (fuori concorso) alla mostra del cinema di Venezia 1980. Dalla stampa d'epoca apprendo che fu proiettato la prima volta sabato 30 agosto 1980.