The weekend away - Film (2022)

Lasciata la sua bambina appena nata alle cure dell'affettuoso marito, Beth vola in Croazia per passare un weekend insieme alle sua migliore amica che ha affittato un lussuoso appartamento ma la vacanza non va come previsto... La cosa migliore è l'ambientazione a Spalato, che regala scorci caratteristici della città vecchia, ma per il resto si tratta di un thriller zoppizante che ripropone senza troppa fantasia il tema del turista in terra straniera in mezzo ai guai suo malgrado. L'aspetto più originale consiste nel doppio finale che però è debole e forzato. Film perdibile.

Thriller patinato-instragrammato a tinte rosa (nel senso che la regista è femmina e in tutti i 90 minuti ci tiene a sbatterlo in faccia ai malcapitati) che provoca orticaria anche se - tocca ammetterlo - si lascia guardare senza troppi sbadigli. Location da influencer, protagonista bionda copia della Ferragni e via con gli stereotipi e con le indagini più farraginose di sempre.

Mamma con problemini coniugali va in Croazia per un weekend di bagordi con l'amica, ma la scomparsa di quest'ultima la costringerà a improvvisarsi detective. Se valutato col metro di giudizio dei soliti thriller televisivi da prima serata, il film della Farrant, fra l'ingenuità di uno script inverosimile e il buffo manicheismo sessista di fondo (eccetto il bel tassista "esotico" dal passato tragico, il resto della ciurma maschile è quanto di più viscido e sgradevole si possa trovare), si lascia guardare con una certa simpatia. Nella sua mediocrità sfiora i limiti del guilty pleasure.

La bionda Kate invita l’amica del cuore Beth a trascorrere un weekend “da sballo” a Spalato. Kate verrà ritrovata in mare priva di vita e Beth dovrà dare molte spiegazioni. Tutto scorre in maniera fluida, i colpi di scena non mancano e il film si lascia guardare…Ma l’ossessiva ricerca del plot twist finale spesso comporta, come in questo caso, errori di sceneggiatura imbarazzanti (poliziotta che non riconosce il collega, una sola telecamera in tutta la città) per superare i quali sarebbe necessaria una dose di “sospensione dell’incredulità” che in pochi si possono permettere.