Re Lear - Film (1987)

Re Lear
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: King Lear
Anno: 1987
Genere: drammatico (colore)
Note: Film prodotto dalla Cannon di Golan & Globus, che non distribuì il film nelle sale ritenendosi insoddisfatta e anzi sbeffeggiata dal lavoro di Godard. In Italia è uscito in VHS e passato più volte negli anni '90 sul circuito Odeon Tv.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Che sia un film verbosissimo lo si capisce fin dall'inizio, quando una voce si sovrappone ai titoli di testa pontificando sulla complessa gestazione del film stesso. Il trionfo del metacinema, al quale si aggiunge tuttavia la ben nota vocazione sperimentale di Godard, che sembra disgiungere immagini a testo, o usare le immagini per mostrare non necessariamente ciò che il testo esprime. Inutile cercare una vera trama, al di là del peregrinare di tale William Shakespeare Jr. V (Peter Sellers), sulle tracce delle opere firmate dal suo celebre antenato. Gli accostamenti all'opera del bardo di Stratford upon Avon sono molto labili e pretestuosi e ciò a cui andiamo incontro è soprattutto un torrente in...Leggi tutto piena di parole e parole, il cui significato e il legame profondo alla storia resta ambiguo. Godard si presenta in scena sotto una parrucca di fili elettronici, Woody Allen fa uno stranito cameo nei panni di un montatore non certo loquace, il cui nome risulta essere mister Alien (!). Si aggira anche lui per il set dando l'impressione di non saper bene che ci sta a fare, mentre intorno a lui voci e personaggi riempiono i silenzi. Decisamente non un film per tutti, a tratti affascinante per il suo minimalismo ma troppo ermetico e sprezzante; nel suo incedere lento e mistico si ripete sfibrando e già dopo un quarto d'ora o si è molto vicini alla poetica di Godard o si rischia l'abbiocco...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/04/12 DAL BENEMERITO GIùAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/11/13
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Giùan 16/04/12 10:10 - 4539 commenti

I gusti di Giùan

Nel post-Chernobyl tutto sarà ricostruibile tranne la cultura. È l'assunto da cui parte questo indescrivibile brogliaccio di Godard, che pure contiene lampi del suo incoercibile genio. Scritto, girato e pensato contro i produttori (la commercialissima Cannon), collaziona al solito materiali eterogenei (compresa la voce dello scrittore Mailer, fuggito con la figlia dal set al primo giorno di riprese), per una speculazione apocalittica sulla fine dell'umanesimo. Frammentario e scriteriato, ha un suo fascino quando (stra) parla di cinema, immagine e montaggio.
MEMORABILE: Gli improponibili costumi post atomici, a cominciar da quelli di Godard; Allen, nel breve cameo del montatore con ago e filo; Le foto di Pasolini, Truffaut.

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