Masking threshold - Film (2021)

Masking threshold
Locandina Masking threshold - Film (2021)
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Titolo originale: Masking threshold
Anno: 2021
Genere: horror (colore)

Cast completo di Masking threshold

Note: Vincitore del premio della giuria nella categoria Best Feature Film al British Horror Film Festival del 2021.

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Tutti i commenti e le recensioni di Masking threshold

TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/10/22 DAL BENEMERITO BUBOBUBO
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Bubobubo 31/10/22 13:12 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Tormentato da un insopportabile acufene a cui fior fiore di specialisti non sono riusciti ad attribuire una causa, un ingegnere informatico si isola nel proprio laboratorio domestico per venire a capo del problema in prima persona... Che il travaglio del loquacissimo protagonista non sia fisico ma psichico lo si comincia ad intuire quando l'ossessiva ricerca clinica si tramuta in febbricitante monologo da contemporaneo uomo del sottosuolo, con esiti tragici. Originale nella confezione (un found footage in reverse), respingente nella messa in scena, inquietante nel risultato finale.
MEMORABILE: Variazione nelle vibrazioni al variare degli oggetti; Il burrito della vicina; Il finale.

Schramm 5/01/23 13:58 - 4051 commenti

I gusti di Schramm

L'orecchio-vagina / ferita / buco nero. L'horrorecchio. L'orocchio. Il cervello in controfase. Audiologia e alchimia, iper-ipnoacusia e schizofrenia, decibel come visivi bacibel frequenziati su onde corte di mega-schmerz. Alla ricerca dell'hertz ineffabile che Ben modulò, e della fonia che già rimeggiò con follia in Kerrigan e Anderson. Sound-footage ove scambievolmente il suono è (ovulo dell') immagine, l'immagine è (sperma del) suono, l'analitico vaniloquio disinnesca e didascalizza tutto. Distribuire i 7' finali lungo i precedenti 80 avrebbe reso noi e il film crepe strutturali.
MEMORABILE: “Le cose invisibili sono l'unica realtà”; I nomi degli insetti (la blatta Bambi, le 4 formiche Phase I, II III e IV!!); Munch-dog; Sbrocco finale.

Cotola 15/12/24 11:33 - 9590 commenti

I gusti di Cotola

Si capisce subito che è un film impegnativo e non proprio per tutti, ma se si superano i primi 15-20 minuti in cui si viene investiti, quasi aggrediti, dalla logorrea del protagonista che per giunta - esclusivamente dal chiuso della sua stanza - parla di cose ultra tecniche, si può trovare più di un perché. Di sicuro la sceneggiatura è pienamente riuscita nel rendere la paranoia del protagonista che cresce sempre di più raggiungendo risultati inquietanti tanto da sfociare in un finale in cui la follia esplode. Non male, ma per spettatori pazienti, consapevoli di ciò che vedranno.

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  • Discussione Schramm • 4/01/23 22:50
    Scrivano - 7821 interventi
    attenzione a tutti coloro all'ascolto, contiene uno spoiler da 120 decibel sul finale

    allora bubolone eccoci qua. considera che nel sound & retro-engineering e nella creazione di tortini di frequenze al limite dell'umana sopportazione a tutto decibel ci sguazzo da un po' rischiando l'unico nervo uditivo rimastomi, per cui mi è anzitutto difficile non rimproverare una sostanziale mancanza di aggressività e perfidia sonora a un'opera che intende fare dell'ossessiva ricerca sull'origine primigenia dell'hertz iperacufenico e annessa discesa nella follia il suo sostrato d'assalto.
    dato tutto quel che fa ribollire nel pentolone, tutti gli addetti al reparto sonoro avrebbero dovuto e potuto sbizzarrirsi molto più a lungo e più a fondo (ma mi rendo conto che in fase di post produzione l'ultima parola ce l'ha chi ci mette i soldi, e se decide che ci sono volumi dell'inferno ai graphic soundesigner non resta che normalizzare l'onda a livelli blandamente radiofonici - è una cosa purtroppo capitata anche a me). detto che vista la natura sperimentale da videoinstallazione galleristica si poteva maggiormente e sadicamente affondare la lama nell'orecchio e nel sistema nervoso a suon di suoni binaurali, frequenze ultrasoniche al limite della lesione delle trombe di eustachio con soprassalti di almeno 65-70 db (è evidente che non è stata fatta una ricerca seria e approfondita sulla natura degli iperacufeni: assicuro che una crisi iperacufenica prolungata ti fa saettare al pronto soccorso dopo pochi minuti e rischiare il tso, e sicuramente non ti fa parlare a nastro come fa disinvoltamente il protagonista del film, perché udresti la tua stessa voce al decuplo del volume effettivamente percepito da terzi - ma molto probabilmente quella che udiamo nel film è la stream of consciuosness psichica del nostro, e non la voce fisica: ma anche in tal caso, l'iperacusia non ti permette pensieri così strutturati e sicuramente non ti permette di avere preoccupazioni quali "il doversi masturbare più spesso per riequilibrare i livelli di cortisolo" - maddai!!) e comunque riconosciuto che è stato fatto un lavoro niente male sulle dinamiche di frequenza coprendo tutto lo spettro delle frequenze udibili, diciamo che è senz'altro un film interessante e coraggioso, anche originale, ma che per quel che vuole narrare dimostrare sviluppare manca di un approccio genuinamente malato morboso destabilizzante. la schizofrenia è tutta condensata nello sproloquio continuo dove tassonomia, aneddotica e cita(no)zionismo non lasciano un secondo di scampo (peraltro tessuto monologico, suono e immagine finiscono spesso col didascalizzarsi quel po' troppo a vicenda; non avrebbe guastato invece giocare di inediti accostamenti e spiazzanti materializzazioni tra ciò che viene detto e quel che viene visto e udito), e quella vera si agglomera tutta nei soli 7' finali, che avrei più scaltramente distribuito in crescendo lungo i precedenti 80.

    così come è troppo "illuminista", analitico, distaccato, l'ossessione è più osservata che incarnata, lo sperimentalismo è più algido che magmatico e dissociativo. sarebbe stato una bomba H se la compattezza teorica del protagonista (a proposito: bella l'idea di non mostrarcelo mai in volto senza perciò ripiegare supinamente e vigliaccamente su usuratissimi found footagismi e POVeracciate) fosse sfuggita di mano in progress (o in regress) già dal minuto 20.

    davvero scontatissimo infine, l'approdo suicida. e ti dirò di più: quanto a modalità ero lì che mi aspettavo un'edipica autotrapanazione del timpano à la pi greco...

    a livello semiblooperistico invece è imperdonabile che un ingegnere del suono così ossessivamente equipaggiato con una strumentazione ultra-avanguardistica e culturalmente preparatissimo finisca col compiere i propri studi con un programmino basic e for dummies come audacity. là mi è proprio franata ogni empatia possibile..!!
    ahimè sprecata anche l'occasione di udire finalmente in presa diretta il fischio emesso dalla gromphadorinha portentosa (una cosa tipo teiere da piastra) per sfuggire al pericolo e ai predatori e di usarlo come bomba sonica. col tutto che già in sé la sola idea di una blatta che fischia a me fa venire il giusto cagotto.

    dati tutti gli scappellotti, è ammirevole l'aver preso le distanze da opere dove il serial killing e i disturbi uditivi si determinano reciprocamente (il notevolissimo e mai abbastanza celebrato/recuperato clean, shaven e sounds like che si contenta di esserne un buon epigone) per sviscerare dal di dentro le potenzialità fisiologiche ed esoteriche del suono sul corpo e sulla psiche. Ma era uno sforzo già fatto con tutt'altri risultati, da in the earth.

    riassumendo: visivamente, un lavoro originale, coraggioso e interessante con qualche impennata anche notevole. ma bello e soprattutto disturbante, purtroppo no, no davvero.
    Ultima modifica: 6/01/23 13:26 da Schramm