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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il titolo originale già dice tutto quello che c'è da sapere sul film: HOSTAGE HOUSE. C'è un casa, ci sono degli ostaggi e lo schema è sempre quello di ORE DISPERATE. Con l'aggravante, tuttavia, che la produzione è paratelevisiva, con tutto quel che ne consegue. Dopo il solito inutile incipit in cui si anticipa qualcosa che capiamo avverrà in seguito (anche se stavolta nemmeno ci si degna di specificare quanto la cosa sia spostata in avanti rispetto all'azione che sta per cominciare), seguiamo un'elegante agente immobiliare che si appresta a pubblicizzare la lussuosa villa grazie alla...Leggi tutto vendita della quale potrà finalmente fare un salto di carriera.

La donna (Taylor) vive con la figlia (Terranova) in attesa che questa a breve parta per l'università lasciandola definitivamente da sola (il marito è morto per malattia). Nella villa accoglie a turno i possibili compratori, saluta il poliziotto della sicurezza (Cronen) che fa la ronda in zona e la sera viene lì raggiunta – mentre è con la figlia – dai due criminali che le forze dell'ordine stanno affannosamente cercando a sirene spiegate tra le ville del circondario. Il gioco è fatto: lui (Schilling) una specie di sosia di Brad Pitt, lei (Sweet) una biondona in jeans con gli splendidi occhi sepolti da quintali di Rimmel nerissimo. Si spacciano per acquirenti, ma al momento giusto tirano fuori la pistola e zac: madre e figlia (acciuffata dopo un vano tentativo di fuga tra le tante stanze della casa) si ritrovano sotto scacco in attesa di capire cosa fare.

Chi conosce il (sotto)genere sa già bene cosa accadrà: la polizia suonerà, toccherà fingere che non ci siano problemi, poi arriverà magari l'amico preoccupato perché l'ostaggio non gli risponde al cellulare... Solo nell'ultima parte qualche timido colpo di scena cambia un po' le carte in tavola. Purtroppo non abbastanza e il film, che resta di rara inutilità, non è nemmeno valorizzato dalle interpretazioni, decisamente anonime. Non un personaggio che spicchi, non un briciolo di idea originale che dia un senso all'operazione; giusto un po' di intrattenimento a buon mercato; ma anche sotto questo aspetto si fatica a raggiungere la linea di galleggiamento, pur garantendo quel minimo di professionalità dato dalla discreta regia di David Benullo.

Tensione quasi a zero, credibilità sotto i tacchi, sorprese al minimo sindacale e infine l'immancabile scenetta pre titoli di coda, in cui fa la sua comparsa un bambolotto infagottato che si vorrebbe spacciare per neonato... Difficile riuscire a realizzare ancora qualcosa di buono lavorando su uno spunto tanto inflazionato. A meno di non poter disporre di interpreti di altissimo livello o di uno script particolarmente virtuoso, ma qui per entrambi è meglio ripassare...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/01/24 DAL DAVINOTTI
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