La doppia vita di mio marito - Film (2018)

Coproduzione tra Stati Uniti e Serbia per un thriller che sarebbe di discreta fattura, se nell'ultima mezz'ora non decidesse di mandare all'aria ogni logica nel tragico tentativo di trasformare quello che in fondo era un giallo piuttosto interessante in un thriller raffazzonato. Il marito con la doppia vita è Fletcher (Lapaine), che si divide tra New York – dove è sposato con Sabrina (Nuttall) e ha una figlia, Zoe (Sweetlove) – e Parigi, dove è invece sposato con Bridgette (Aleksic), figlia del suo losco socio in affari (Micanovic). Se ne sta un po' qua e un po' là: a New York dice di dover trattare importanti affari che lo tengono via un mese...Leggi tutto ogni due, a Parigi che deve ciclicamente tornare in America per via di una figlia da accudire dopo aver divorziato dalla moglie.

Un doppio impegno matrimoniale assai difficile da reggere, che infatti rischia di saltare quando Sabrina, insospettita da certe spese sul conto corrente da lui spacciate per errori della banca (500 dollari di lingerie!), decide di far luce sui suoi viaggi nella “Ville Lumière”. Prende l'aereo e da Parigi telefona al marito: “Sorpresa, sono qui!”. I disperati tentativi di lui di rispedirla prima indietro, poi a Londra con la scusa di essere troppo impegnato per dedicarle spazio, non possono che metterla in allarme e ampliare i sospetti. La giostra che il poveruomo (si fa per dire, in realtà è un autentico mascalzone!) si ritrova a dover gestire è degna d'un film con Christian De Sica e fino a qui tutto funziona e intriga. Poi però ci si dovrà riagganciare al delitto che s'era visto in apertura, successivo di tre giorni ai fatti raccontati, in cui avevamo visto Fletcher spingere giù dal terrazzo di un alto palazzo una donna vista di spalle.

Da qui il film ha un autentico crollo, e quanto di buono si era faticosamente riusciti a creare fino a quel punto si trasforma nella fiera dell'assurdo o quasi. L'atteggiamento dei diversi personaggi, in particolare, passa all'assolutamente improbabile e anche Sabrina, fin lì assennata, risoluta a non perdonare nulla all'ex amato, comincia a comportarsi disordinatamente e senza una logica. Così come il socio dallo sguardo killer, che se prima era stato abile nel non precipitare nella macchietta dimostrandosi quasi comprensivo e collaborativo, parte un po' per la tangente contribuendo a rendere ridicola tutta la fase finale. L'adolescente Zoe si trasferisce pure lei come sorpresa a Parigi e Fletcher a quel punto perde completamente la brocca. Peccato, perché per due terzi il film è un thriller con poca azione ma ben reso dal cast (bravo Lapaine nel non farsi prendere eccessivamente dal panico), ricco di snodi interessanti e che si prevedeva gustoso. Lo svelare forse troppo in anticipo il doppio gioco del marito furbetto porta presto a chiedersi come verrà riempita l'ultima mezz'ora: era meglio non saperlo...

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