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Discussioni su Swann - Film (1996)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/04/21 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 3/04/21 10:14
    Consigliere - 27344 interventi
    4 storie di donne, viste dall'ottica femminile 

    Una poetessa campagnola (Mary Swann) è il fulcro di questo melodramma tutto al femminile che si concentra sulla cultura dei libri e , soprattutto, delle poesie come patrimonio da conservare.

    Spacciato come una specie di thriller, è in realtà un noiosissimo e insulso filmetto paratelelevisivo pomeridiano che racconta del nulla assoluto, seguendo le vicende di tre donne (la poetessa, la scrittrice/giornalista della Richardson e la bibliotecaria di paese della Fricker) di cui sfugge il senso della messa in scena (per altro di una piattezza narrativa quasi insostenibile).

    Alla regista canadese le ambizioni franano miseramente sotto il peso dell'inconsistenza, indecisa se fare una sottospecie di soap, un giallo interiore, una metafora sulla letteratura o raccontare storie di donne sole. Stà di fatto che non le riesce bene nessuna delle opzioni, rimanendo nel limbo dell'inutilità su pellicola.

    Un flashback di femminicidio brutto e mal girato, una scrittrice femminista che gioca a fare l'investigatrice, una campagnola colta che vive in solitudine e una dimensione "rosa" che non stonerebbe nei film tv romanticheggianti tratti da Rosamunde Pilcher.

    In mezzo a cotanta uggia e inedia ci sono brevi (anzi brevissimi) sussulti (la violenza domestica, il fibroma con la chiazza di sangue sul letto, la visita ginecologica) subito lasciati cadere nel vuoto, perchè l'importante sono le poesiole di cui frega niente a nessuno.

    Location bucoliche canadesi, la bravura della Richardson e della Fricker, totalmente sprecate e in 90 minuti (che sembrano tre ore) solo un paio di mediocri attimi (i manoscritti unti e bisunti in mezzo ai resti del pesce, la foto mossa della poetessa come quella di Alma Mobly in Storie di fantasmi), per una storiella di donne tanto insignificante quanto mortalmente noiosa.

    Da sottolineare due momenti (s)cult di comicità involontaria:

    Il primo quando il ginecologo chiede alla Fricker se ha una normale attività sessuale, e lei, titubante, le risponde di sì, quando è evidente che non lo fà dai tempi della guerra di seccessione.
    Il secondo e quando la Fricker ronca beata accanto alla Richardson, che se ne stà sveglia tutta notte.

    Nient'altro da aggiungere a questa micidiale boiata, se non il fattore sfuggente di come si possa basare tutto un film su di una poetessa di campagna brutta come il peccato, sfigata, sgraziata e ignorante come una capra.

    Come assistente alla regia si segnala Cassandra Cronenberg, figlia di David.
    Ultima modifica: 3/04/21 15:19 da Buiomega71