Anthonyvm • 24/01/22 01:34
Vice capo scrivano - 829 interventi Schramm ebbe a dire:diciamo che bartalos è più rarefatto e contemplativo ma in qualche strano modo anche più folle e sovraccarico, meno dispersivo, e quindi più psichicamente affaticante.
Giusto, mi ero preparato a un travolgimento torrenziale di sketch che non lasciasse tregua, in cui potersi in qualche modo abbandonare nella confort-zone dello stupore a rapida assimilazione, come un giro di ottovolante. Ed è esattamente quello che ho ritrovato in
Kuso, che ho comunque ho preferito a
Wave twisters per motivi scontatamente legati ai soggetti rappresentati e alla variatio delle tecniche artistiche coinvolte. E come dici tu
il ludens di kuso è molto più sciroccato, più divertito, più cazzone
Con Lotus mi ero per l'appunto corazzato psicologicamente per affrontare un viaggione di questa entità, e sono riuscito ad assorbirne il delirio straripante con partecipazione ed entusiasmo.
Al contrario
St. Bernard si rivela un'opera molto più meditata, che si prende i propri tempi e necessita di uno sforzo mentale ben diverso.
Poi ti dico, non tutto ciò che veniva rappresentato mi ha fatto gridare al genio (lo scontro fra Lincoln, Franklin e Jackson mi ha lasciato freddo, per esempio). Momenti come questo, uniti ai suddetti appianamenti ritmici di raccordo fra i vari incontri, hanno posto qualche dosso sulla strada verso il generale gradimento entropico.
Al finale shyniano però ho davvero goduto, seppur amaramente, come puoi immaginare. Forse pure perché lì, dalla figura dello zio, ho colto una delle chiavi interpretative di cui parli e che mi hanno convinto di più.
A ogni modo ho fatto bene a concentrare nel giro di pochi giorni successivi la carrellata visionaria: mi ha aiutato ad avere le idee più chiare circa i giudizi finali.
Dopo
The beast pageant ho svoltato in zona Raoul Ruiz con
La ville des pirates... Alla fine mi sono detto, in realtà rivolto al regista: "Okay, sono lieto che Lei mi abbia invitato nel suo personalissimo mondo dei sogni. La prossima volta, però, potrebbe cortesemente sognare qualcosa di più interessante?". Con tutto il rispetto per Ruiz, però, dai... fammele vedere due follie degne di nota!
Ecco, già questa deviazione franco-cilena mi ha spronato a rivalutare subito Bartalos confermandogli quella mezza tacca su cui ero prima incerto. Lui sì che è un autore che, per quanto ermetico possa essere, non fa il timido su ciò che intende mostrarti.
In termini di pallinaggio, appioppo a
Saint Bernard e a
Kuso 3 palle e mezzo (dove per Kuso sarebbe un 3 e 3/4), mentre a sorpresa (?), do a
The beast pageant un 4 pieno.
The beast era indubbiamente il più rassicurante e decifrabile del lotto, ma non riesco a pensare la sua accessibilità come un difetto. Premio la sua spontaneità e sincerità, e mettiamoci dentro anche che è un'opera prima.
Mentre lo guardavo continuavo a pensare:
Bernard sta al lattice come
Beast sta alla cartapesta.
Volendo fare un ulteriore paragone, vale un po' lo stesso discorso che mi ero fatto con
The color out of space nella versione di Richard Stanley e in quella di Huan Vu: pur riconoscendo i meriti tecnici e artistici della prima (decisamente superiore da un punto di vista produttivo e realizzativo), quella di Vu, a dispetto dei mezzi a dir poco scarni, nella sua semplicità e immediatezza mi è parso più indovinato, mi ha pizzicato le corde giuste al primo tocco.
O sarà che ho segretamente un debole per gli indie a basso budget in bianco e nero...
PS: Per terminare la settimana ho pure dato un'occhiata a
Goodbye 20th century: me l'ero messo in watchlist da un pezzo, e le tue lodi lo hanno fatto riemergere. A lui metto tre palle: spassosissimo, ma non ho trovato la seconda metà all'altezza della prima.
Schramm
Anthonyvm
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