Buiomega71 • 1/06/20 11:16
Consigliere - 27143 interventiBlaxploitation coincitato e zeppo di colpi di scena (forse troppi), a ritmo di gangsta tipico del cinema black degli anni 90, con un inizio al fulmicotone (la rapina in banca, l'inseguimento con la polizia, l'incidente d'auto) che si dipana nelle mille sfaccettature delle beffe che il destino diabolico pianifica.
Woodbine regge alla grande il suo personaggio (un ex detenuto che vuole seguire la retta via) in balia degli eventi, suo malgrado risucchiato in un vortice di situazioni spiacevoli e criminose, da femme fatale cartomanti e diaboliche, fino al essere implicato (inconsapevolmente) in un furto di diamanti.
Troppe cose però succedono, e il ritmo del film và a paripasso con le pantomime di Woodbine di togliersi dai guai.
Diseppellimento di cadaveri, checche isteriche e psicotiche, una gang di giamaicani che sembra uscita da
Programmato per uccidere, torture all'acido solforico, morti ammazzati nel bagagliaio della macchina (di culto la sequenza del poliziotto che si ferma per controllare Woodbine che cambia la ruota sul ciglio della strada), una schizofrenica sparatoria al buio dove tutti ammazzano tutti, detective di polizia corrotti e puntate nel grottesco (la vendicativa guardia di sicurezza di Combs, evirato dopo la rapina in banca, che si cala i pantaloni mostrando un catetere in mezzo alle gambe, e che delira citando Shakespeare prima di
SPOILER attuare la sua vendetta e farsi saltare il cervello
FINE SPOILER). Scott mette un pò troppa carne al fuoco, facendo del suo pulp/black un frenetico noir che, soprattutto in dirittura di arrivo, esagera con i twist e con l'imprevedibilità.
Qualche momento toccante (la telefonata al figlio), una gustosa citazione al
Serpente e l'arcobaleno (il risveglio mattuttino di Woodbine accanto al cadavere insanguinato e esamine di Vanessa, con un pugnale piantato nel cuore), le molteplici sputate in faccia durante l'interrogatorio nello stanzino di polizia, la lettura dei tarocchi portasfiga, la macabra sequenza poeiana al cimitero, la resa dei conti finale nella casetta tra Venessa, il corpo di un uomo fatto fuori che entra scaraventato, sfondando la finestra in stile
Venerdì 13, il detective corrotto e la gang di giamaicani (grandissimo Basil Wallace).
A suo modo anche simpatico, di sicuro intrattenimento, ma non esente da una febbrile coincitazione e esagerazione che ne compromette la totale riuscita (i colpi di scena vanno benissimo, ma quì le forzature sfiorano il paradosso), nonostante Scott non lasci un attimo di respiro , pigiando l'acceleratore sugli eventi tumultuosi e "catastrofici" che piombano addosso al povero Woodbine.
Notevoli i titoli di testa stile 007 e qualche personaggio ben riuscito (il gay nevrotico di Granda), in un film che stà tra i modaioli black degli anni 90 (più John Singleton che nemmeno Spike Lee) e qualche puntata nella sottotarantinata.
Troppo macchinoso e ambizioso per divertire davvero, dove, però, il talento narrativo di Scott sarebbe da prendere in considerazione.
Happy end leggermente stonato e fastidiosamente politicamente corretto.
La tramina sul
Morandini sballa il ruolo della moglie di Woodbine (non muore in nessuna rapina e , a dire il vero, non vi partecipa nemmeno).
Buiomega71, Daidae