Porky college 2 - Sempre più "duro"! - Film (2000)

Quindicenne alle prese coi primi pruriti ma completamente a digiuno di informazioni sul sesso, Florian (Schenke) si ritrova tra le gambe il pisello che gli parla e che, prevedibilmente, gli suggerisce di scatenarsi. Purtroppo è un timido, proprio non sa come comportarsi, con le ragazze: è attratto dalla bellona della scuola (Tander) ma non ha idea di come approciarla. Così, sullo sfondo di un'imminente rappresentazione teatrale scolastica di “Romeo e Giulietta”, Flo cerca, con l'aiuto dello scafato amico Red Bull (Stein), di scoprire più cose possibili sul sesso per arrivare a soddisfare il proprio pene invadente (le cui volgari suppliche gli altri naturalmente non odono). E' un po' quello...Leggi tutto che capitava a Buzzanca in IO E LUI, ma declinato in un clima da AMERICAN PIE trasferito in Germania, quindi con un umorismo meno esplosivo e anzi, spesso e volentieri imbarazzante. Al di là di qualche gag scoreggiona che funziona a qualsiasi latitudine (i cioccolatini col purgante), questi “ragazzi difficili” (così li definisce il titolo originale tedesco, HARTE JUNGS) fanno un po' quel che fanno i loro coetanei americani, ma con un eccesso di buonismo a dire il vero sconosciuto oltreoceano, dove ormai ci si permette tutto senza fermarsi di fronte a nulla. L'inizio tarantinesco con lunga tirata di Stein sui puffi e la vera funzione di Puffetta all'interno del villaggio “azzurro”, per quanto non nuova sembrerebbe promettere discretamente, e anche certi scambi tra genitori a loro modo funzionano, ma il protagonista è davvero troppo imbalsamato per reggere il ruolo e il film finisce per l'appunto col ripiegare presto in direzione della favoletta educativa, con la dolce amichetta senza le tette (Helm) pronta a soccorrere Flo ai primi accenni di fallimento. Stereotipata all'inverosimile la figura del bulletto della scuola, patetico il combattimento a megavibratori usati come spade laser. Le gag buone si contan sulle dita di una mano (magari quella della telefonata erotica intercettata dalla madre credendo che il figlio stia parlando con un'amica), gli approcci con la prostituta di buon cuore fan tanto commedia italiana di costume d'altri tempi e la lunga ultima parte con la rappresentazione teatrale continuamente interrotta e massacrata da ogni sorta di inconvenienti è scadente e troppo diluita per garantire una comicità minima accettabile. Anche perché le frasette maliziose del pene “parlante” son desolanti e caratterizzano in negativo ogni scena in cui intervengono, trasformando il film in un ibrido che non sa bene dove sbattere la testa. E dire che ne è stato girato pure un sequel (importato in Italia prima del prototipo con la conseguenza di dover poi appioppare a quest'ultimo un 2 che crea solo confusione!).

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