Action polacco a tinte drammatiche che mescola quintali di calci e pugni con il cinema delle aule turbolente. Già, perché il protagonista Damian Nowicki (Witkowski), che nelle prime scene vediamo agire da infiltrato durante la consegna d'un carico di droga (verrà smascherato ma riempirà di botte e pallottole torme di narcotrafficanti armati accorgendosi solo a strage terminata d'aver perso la moglie, uccisa poco prima dai criminali), si scoprirà avere la vocazione di insegnante! A un anno da quanto accaduto nel prologo, infatti, lo ritroviamo inevitabilmente depresso che si aggira per i corridoi di un istituto mal frequentato dove circola un nuovo tipo di droga...Leggi tutto (il Fentanyl). Un professore suo amico, deciso a scoprire chi la distribuisce, non trova di meglio che farsi ammazzare scatenando un nuovo desiderio di vendetta in Damian, impossibilitato a sfogarsi su qualcuno dopo l'uccisione della moglie dal momento che i narcos li aveva già massacrati tutti poco prima.
Riuscendo a farsi subito assumere come insegnante in sostituzione del prof di storia defunto (e chi mai lo voleva quel posto? Venga qui che l'assumiamo senza bisogno di test o stupide carte bollate), avvia indagini personali sullo spaccio tra i ragazzi mentre flirta con la bella collega (Jarnuszkiewicz) e prende a pugni chiunque trovi sulla sua strada. E va bene che lì in città gli attaccabrighe non mancano, ma finire al centro d'una rissa ogni due minuti fa pensare.... Prima al supermercato, poi al bar, poi ancora in garage... Che sia abile nel menare mani e piedi se ne accorgono tutti (tranne lo spettatore, che non può fare a meno di notarne la scarsa velocità nei movimenti) e la gang di ragazzacci intemperanti che prendono di mira la sua classe di tranquilloni capisce presto che è bene toglierselo dai piedi. Non sarà facile però, e mentre solo ne discutono quello ha già steso altre quindici sedici persone, per strada.
La collega l'ha capito: con lui ti senti al sicuro. E anche i suoi alunni comprendono che se vogliono finire di essere bullizzati dai coetanei spacciatori devono chiedere il suo aiuto. Caratterizzato da una buona fotografia tendente alle tonalità nero verdi (John Wick insegna), il film trova in un cast tutto sommato apprezzabile il suo punto di forza: Witkowski parla poco ma quando lo fa sa sempre cosa dire (anche a livello di battutacce alla Stallone non si fa pregare), riuscendo a farci parteggiare con naturalezza per lui (d'altronde, va detto, i suoi avversari sono disegnati sempre come il prototipo dell'infame da abbattere). Pure dal punto di vista del cast femminile non ci si può lamentare troppo; lascia invece molti dubbi la scelta di una colonna sonora ai confini del rap o densa di musiche sintetizzate di basso livello. La regia è comunque discreta e permette di sorvolare sulla sconcertante banalità del plot, prevedibile fino al goffo colpo di scena dell'ultimo minuto. Ci sono se non altro una storia da seguire (semplificata e non esattamente il massimo della credibilità) e una sceneggiatura che la sorregge azzeccando qualche passaggio senza far rimpiangere troppo il tempo speso per vedere il film. Certo al ridicolo non c'è limite: la facilità con cui Damian stende avversari a mazzi - che siano da soli o in cinquanta non fa per lui alcuna differenza – ricorda più Bud Spencer che Steven Seagal...