In mezzo scorre il fiume - Film (1992)

Montana, anni a cavallo della prima guerra mondiale. La storia, narrata sul filo dei ricordi, di due fratelli dal carattere molto diverso, ai quali il padre pastore presbiteriano cerca di trasmettere il timor di Dio e la passione per la pesca. Film elegiaco, dal ritmo molto lento che, nonostante la bellezza dei paesaggi naturali splendidamente fotografati ed anche quella di Brad Pitt, biondo angelo scapestrato, induce alla penichella, a meno di non essere patiti di lenze e mulinelli.

La pesca alla lenza come filosofia di vita impartita da un severo pastore presbiteriano ai due figli come elemento centrale di questo film di Robert Redford (questa volta solo regista). Si tratta di un film permeato da un sentimento nostalgico, molto curato nella confezione e nell'approfondire le caratteristiche dei personaggi ma con il limite di un'eccessiva lentezza della narrazione.

Il fiume scorre proprio in mezzo... sì, alle vite dei due fratelli MacLeen o McLeen? Fotografia bellissima dei paesaggi incontaminati del Montana. Bella ricostruzione dell'epoca. La pesca, quella con la P maiuscola, con la mosca e lo spinning. Un buon film che a me piace sempre rivedere.

Taglio decisamente americano quello impartito da Robert Redford per questo racconto della memoria, esaltato soprattutto dalla fotografia e dalle bellezze del Montana. Parte con un voice over oltre modo prolungato e poi scivola in tutti i cliché possibili: Pitt bello e un pelino dannato (i colori mitigano), Sheffer stocafisso che non ingolosirebbe neanche una montanara e in mezzo, per l'appunto, questo fiume. Ma è un dualismo morbido, indolore, se non per un elemento dramma quasi buttato lì. Diciamo che va bene per una pennicchella la domenica pomeriggio.