Il terzo omicidio - Film (2017)

La vicenda gira attorno a un avvocato che deve difendere il proprio cliente e addolcire la sua condanna dalla pena di morte all'ergastolo dopo che questi ha confessato di essere l'artefice di un omicidio. Il film è un susseguirsi di domande e interrogatori a cui seguono risposte; risposte che possono essere vere o bugie e il film gioca tutto su questo: non si sa mai se gli interrogati dicano il vero o il falso. La storia è molto interessante, ma risulta troppo prolissa e poco coinvolgente, colpa di una regia non proprio all'altezza. Comunque non male.

Lasciando questa volta sullo sfondo i consueti drammi familiari, Koreeda dirige un thriller processuale in cui buona parte delle sequenze è incentrata sui colloqui in carcere fra il presunto omicida reo confesso e l'avvocato intenzionato ad evitargli la pena di morte, durante i quali alla verità di comodo del secondo, il primo oppone la sua verità, sempre sfuggente. Ben sostenuto delle prove attoriali, un racconto che parte lentamente ma finisce per conquistare per il rigore della messa in scena, culminante in un ultimo confronto di grande intensità emotiva e bellezza formale.

Parabola sulla ricerca della verità e sulla sua ineluttabile elusione. Legal drama che prende le mosse da un delitto e che poi si ramifica seguendo le relazioni tra i personaggi principali, l'avvocato e il suo cliente fin da subito reo confesso e i loro colleghi e familiari. Recitazione intensa giocata sull'espressività dei volti. La verità sfugge ma lo scopo di un processo è di arrivare almeno a un'accettabile approssimazione. La storia ha densità di tragedia e svolgimento composto, solenne e profondo. Non vi può essere una verità univoca. Forse si tratta solo di un'illusione.