Giovani prede - Film (1963)

Nella Grecia del 200 A. C. un giovanissimo pastorello perde la testa per la disinibita coetanea Chloe, la quale subisce violenza. Interessante produzione che ha un notevole potere attrattivo non solo per le rocciose, scarne location assolate, quanto soprattutto per la vicenda in cui l'eros in ogni sua forma è l'elemento predominante (vedasi l'atteggiamento della protagonista, la sequenza vouyeristica e persino l'abuso e le sue conseguenze psicologiche). Non male il cast, nitida la fotografia, buono il ritmo, azzeccato il finale tragico. Una pellicola diversa dalle solite.

L’ingiustificato titolo italiano nasconde una suggestiva elegia pastorale ispirata a Teocrito e Longo Sofista, che ci riporta in un’epoca arcaica dove una tribù di pastori incontra le donne dei pescatori lontani, facendo scattare proibiti incontri passionali. Una Grecia inusuale, barbarica, quasi un altrove post-atomico o pre-storico, terrigno e senza divinità, soffocato dalla polvere e solcato dall’acqua, fatto di istinti primari (la sete, il sesso), di corpi ed elementi naturali, con poche parole come frammenti di una tragedia perduta.