Divano di famiglia - Film (2023)

Storie di famiglie poco unite e poco normali ne esistono a bizzeffe, nel cinema europeo e americano. Di solito si ritrovano a mangiare o le vediamo nella vita ordinaria di tutti i giorni. Qui Larsson si diverte a mettere in scena i dissidi in un mobilificio perché l'artefice dei problemi familiari si sarebbe innamorata di un particolare divano. Una narrazione abbastanza intelligente, sottolineata da un contesto ambientale e note musicali appropriate dove comunque non mancano dei passaggi a vuoto. Deliziosa la Russell.

La madre di tre fratellastri si siede su un divano nel mobilificio di uno di loro e non vuole più muoversi. Esordio di un regista svedese che si avvale di un cast di tutto rispetto; le buone interpretazioni però faticano a tenere in piedi un lavoro per forza di cose ripetitivo, basato interamente sui dialoghi e simile a un kammerspiel; la materia trattata, ovvero le relazioni familiari, è già stata sviscerata altre volte in maniera più incisiva, mentre qui i momenti cruciali sono pochi e mai particolarmente coinvolgenti. Un peccato, perché la sensazione è quella di un cast sprecato.