Gabriele Tinti, attore emiliano amato dai fan del bis e pressoché dimenticato dagli altri, viene omaggiato a partire dalle proprie radici (il comune, sperduto in campagne dal sapore squisitamente avatiano, di Molinella) in un documentario quasi a budget zero e di breve durata, ma in grado di sprigionare, grazie a un piglio delicato e nostalgico (con tocchi che sfiorano il leggendario, come nell'escursione emiliana della Magnani), un'aura di umanità e comunanza in grado di eclissare i difetti (un po' trascurata la seconda parte della carriera).
Breve documentario che va a colmare un'importante lacuna, cioè un racconto completo della vita di Gabriele Tinti che si soffermasse anche sulla sua biografia. Ne emergono aspetti interessanti, soprattutto legati al mondo della provincia emiliana, grazie alle testimonianze dei suoi amici e compaesani: inedito, per esempio, il fatto di sangue che coinvolse la madre di Tinti. Altrettanto centrata è l'analisi della carriera cinematografica, caratterizzata da un numero incredibile di titoli e dalla mancanza da un ruolo "decisivo" da protagonista.
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Tempo fa ebbi modo di pubblicare nel davibook una immagine di Laura Gemser in compagnia del regista di questo documentario che, se non erro, era ancora in lavorazione in quel momento. Ora che è stato proiettato, chiedo a chi lo abbia visto (è una mia curiosità): gli interventi di Laura Gemser sono limitati a brevissimi aneddoti o l'ex attrice parla diffusamente del suo rapporto umano e professionale con Tinti?
ah, capisco, Deepred. Grazie per la delucidazione. Beh comunque 5 minuti non sono pochi! Mi piacerebbe prima o poi aver modo di visionare questo documentario. Vero è che erano altri tempi, molto diversi da quelli 'iper-social' attuali, ma la coppia Gemser-Tinti, per come ne ho letto e sentito parlare, mi ha sempre incuriosito in quanto molto riservata e praticamente anti-divistica.