L'amico della mia amica - Film (1987)

L'amico della mia amica
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: L'Ami de mon amie
Anno: 1987
Genere: commedia (colore)
Note: Sesto e ultimo capitolo della serie Commedie e Proverbi. "Gli amici dei miei amici sono miei amici"

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nell'insolita e suggestiva cornice di Cergy-Pontoise, alle porte di Parigi tra architetture moderne, forme classiche (la piazza col colonnato a semicerchio di Saint-Christophe) e ampi spazi universitari, le difficili relazioni tra due nuove amiche, Blanche (Chaulet) e Lea (Renoir): la prima è timida, insicura, meno bella e sincera, la seconda è estroversa, vive alla giornata, racconta un sacco di balle e si diverte a prendere in giro il prossimo. Si incontrano alla mensa e subito Lea introduce il tema chiave, quello dei rapporti con l'altro sesso: perché lei sta con Fabien (Viellard), un tipo che sembra molto più vicino a Blanche, come carattere. Glielo presenta assieme ad Alexandre (Gendron), il...Leggi tutto bello della scuola; fisico atletico, brillante nel socializzare, Alexandre piace a tutte. E pure a Blanche, a quanto pare, anche se avvicinarlo non sembra proprio facile. E poi lei quando si trova davanti a qualcuno che le interessa non sa cosa dire e tace. Ci pensa Lea a svegliarla un po', ma poi d'improvviso decide di partirsene in vacanza e di piantare in asso tutti, Fabien compreso. Non si lasciano, ma è Lea stessa ad annunciare all'amica che se dove andrà ne incontrerà di migliori non si tirerà indietro. E così Blanche e Fabien, accomunati dalla passione per il windsurf e gli sport d'acqua, prendono a frequentarsi scoprendo che tra loro c'è forse qualcosa. L'amicizia e l'amore come unici temi portanti, le difficoltà nel capire e nell'esprimere i propri sentimenti come chiave di lettura da leggersi attraverso un fiume di dialoghi al solito ricercati e scritti al meglio da un Rohmer che da sempre ne ha fatto il suo punto di forza. La spontaneità degli attori (nessuno escluso) contribuisce a rendere vivido e autentico il quadro, che pur senza mai andare in una direzione precisa lascia che i quattro personaggi principali (con la sporadica aggiunta di Adrienne/Meury, la ragazza con cui Alexandre dovrebbe stare) s'incontrino e si confessino timori e impressioni, idee e speranze, godendo del momento ma con un occhio al futuro (soprattutto nel caso di Blanche e Fabien, dipinti certamente come i meno superficiali del gruppo). La godibilità delle scene, pur in completa assenza di una colonna sonora, è il segno della bontà dei dialoghi, che sanno sempre come evitare la trappola della banalità anche senza dover puntare ai massimi sistemi. Semplicità non significa frivolezza. Si addiviene a un rendez-vous inaspettato con tanto di divertente equivoco, unico momento in cui si ha finalmente la sensazione che Rohmer volesse davvero condurci da qualche parte. Se anche non l'avesse fatto, comunque, non avrebbe intaccato il valore dell'opera; che non stupisce, non rivoluziona nulla, azzera ogni parvenza d'intreccio vero ma si fa amare quanto i suoi protagonisti. C'est l'amour.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/07 DAL BENEMERITO G.GODARDI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/04/19
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G.Godardi 17/05/07 19:09 - 950 commenti

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In un quartiere alla periferia di Parigi si incontrano due ragazze che diverranno amiche. Senza volerlo inizieranno un girotondo sentimentale di amori incrociati. Ultimo film della serie C&P, e uno dei migliori, è una deliziosa commedia come solo Rohmer sa e può fare. Un film tutto intessuto nella naturalezza della scena (naturale) e dei dialoghi. E' un cinema di parola dove la mdp cela la sua presenza. Ma non lasciatevi ingannare: in mezzo a tanta presunta sobrietà vi è invece una grande cura formale (vedi la citazione de La Grande jatte di Seuret).
MEMORABILE: Lui e lei che scoprono di amarsi immersi nella natura, con la mdp presa di Rohmer che scruta alberi, prati e aria: da brivido.

Daniela 21/01/10 12:46 - 12662 commenti

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Per la serie dedicata ai proverbi, amori incrociati in un quartiere della periferia parigina: la timida Blanche è innamorata del bel Alexandre che la snobba, anche se l'amica Lea, fidanzata con lo sportivo Fabien, cerca di favorirne le mire sentimentali. Bugie e tradimenti reciproci, con rimescolamento delle coppie, in questa deliziosa commedia il cui pregio maggiore è la naturalezza, frutto di una tecnica, quella della presa in diretta con largo spazio all'improvvisazione degli attori, accompagnata da una padronanza assoluta del mezzo/cinema.
MEMORABILE: La spiegazione finale fra le due amiche, con i due maschietti strategicamente nascosti in attesa degli eventi

Homesick 23/06/12 17:22 - 5737 commenti

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Ad ogni film Rohmer si dimostra maestro nell’indagare la semplicità quotidiana, giungendo ad una profonda introspezione psicologica con la freschezza dei dialoghi e l’aiuto di un rilevante scenario sia naturale (prati, alberi, acqua) che urbano (il quartiere di Cergy-Pontoise). Bravissimi come sempre i giovani interpreti nel calarsi in personaggi comuni presi nel tourbillon dell’amore e dell’amicizia: su tutti la graziosa esordiente Emmanuelle Chaulet, ritratto di sensibilità ed emotività pura che erompono in improvvisi sbalzi di umore e crisi di pianto.
MEMORABILE: Le improvvise crisi di pianto della Chalet; «Mi piacerebbe star bene con un altro come sto bene con te in questo momento».

Galbo 9/08/13 19:45 - 12393 commenti

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Amori e disamori nei sobborghi parigini in un film di Eric Rohmer. Il regista francese dà una lezione di cinema, dirigendo in maniera mirabile una storia semplice, realizzata con grandissimo stile e senso della quotidianità. Dialoghi in primo piano ed un'efficacissima collocazione contestuale. Bravissimi gli attori. Da vedere.

Paulaster 22/06/23 18:01 - 4419 commenti

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Due ragazze dai caratteri opposti si conoscono mentre pranzano. Film ampiamente parlato che compie digressioni sul rapporto amore/amicizia e i conseguenti intrecci. Rohmer rende i dialoghi di vita in modo spontaneo, anche se si nota artificiosità nei tempi per passare al momento conseguente. Alcune situazioni sembrano più puerili rispetto all'età dei quattro protagonisti, in altre i toni divengono didascalici. Conclusione che cerca di essere ironica. Doppiaggio non all’altezza.
MEMORABILE: I posti a sedere al Roland Garros; L’equivoco finale.

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