Buiomega71 • 5/02/22 10:29
Consigliere - 27170 interventiShainberg continua il fil rouge sulle sue ossessioni ginecee (dalla segretarie remissive, alle artiste bizzarre, fino alle perfette casalinghe senza emozioni) questa volta tuffandosi nel cinema di genere.
Un fanta/thriller/horror per lo più, abbastanza convenzionale e che non dice nulla di nuovo, prendendo in prestito l'intelaiatura degli escape room e le scenografie squallide delle salette di tortura alla
Saw, spizzichi del Cronenberg che fu, e ficcandoci dentro remasugli dalla
Fabbrica delle mogli (la casalinga perfetta estranea alle emozioni umane, appunto), l'essere supremo e emotivamente gelido che rimpiazzerà le debolezze umane (
I ragazzi venuti dal Brasile), l'ultracorpo svuotato da ogni paura e sensibilità
(L'invasione degli ultracorpi), dove gli alieni non sono proprio come ce li immaginiamo.
L'incipit del rapimento sulla strada è comunque ben diretto e dispensa tensione, l'atmosfera perversa e angosciosa fa il suo sporco lavoro (gran parte del merito va al direttore della fotografia, già regista di
Subconscious Cruelty, che crea colori lisergici, soffocanti e opprimenti, decisamente da incubo, e una volta finiti i titoli di coda, e accesa la luce, pare di essere ritornati da uno stato di allucinazione) e alcuni esperimenti varcano la soglia del disturbante (il ragazzo sottoposto alla cura Ludovico ossessionato dal padre molesto).
Purtroppo, a volte, il film gira su se stesso cercando di guadagnare metraggio (la tentata fuga della Rapace, le lunghe e estenuanti strisciate nel condotto di areazione-si ferma giusto per fare pipì-il nascondersi continuamente sotto i letti, negli sgabuzzini o dietro le porte), rallentando il ritmo e la spiegazione finale appare un pò raffazzonata e poco sorprendente.
Ma la chiusa alla
Fabbrica delle mogli è curiosa e con quella giusta dose di inquietudine, le fobie che affliggono i protagonisti (anche se già trattate da John Huston in
Fobia) abbastanza disturbanti (paura dell'acqua, del vuoto, dei padri con attenzioni poco paterne, dei serpenti e soprattutto dei ragni-chi soffre di aracnofobia avrà più di un disagio-con prove e stadi non dissimili da quelli che Ana Asensio. giusto l'anno dopo, mostrerà in
Most Beautiful Island) e la claustrofobia, il mistero e le strane sperimentazioni rendono la pellicola sufficientemente interessante, quel tanto che basta per non annoiarsi troppo davanti alle solite impalcature da torture porn.
Volti che si deformano grottescamente (sua maestà Paul Jones sugli schudi, anche se la CG, a volte, ne rovina gli intenti), un caschetto zeppo di ragni che fa sbattere violentemente la capoccia ovunque, le lenti a contatto e le pupille che nulla hanno di umano, il potere di sentire con le mani la fertilità (in un momento quasi criptolesbo tra la Rapace e Kerry Bishè) e chincaglierie BDSM (il nastro adesivo, la parete con manette e altri gingilli, la sovraintendente orientale che ha tutta l'aria di una mistress) che rimandano al gusto "sadomasochistico" del regista di
Secretary.
Ossessivo lo score di Nathan Larson e la Rapace sempre sul chi va là combattivo un pò alla Ripley.
Imperfetto e spesso derivativo, ma con un suo perchè.
Il ferrini, Daniela, Buiomega71, Kinodrop
Schramm