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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/19 DAL BENEMERITO IL FERRINI
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Il ferrini 26/04/19 14:05 - 2360 commenti

I gusti di Il ferrini

Da chi ha girato Secretary è un film che non t'aspetti e proprio per questo incuriosisce. La Rapace viene rapita e condotta in una sorta di laboratorio ove vengono torturate varie persone attraverso le loro principali fobie (di affogare, dei serpenti, lei - nello specifico - dei ragni). Tutta la tensione del film si basa sul capirne le ragioni, che vengono dispensate col contagocce. L'idea è sicuramente intrigante ma forse sarebbe stata più adatta per un corto. Interessante ma non imperdibile.

Daniela 2/05/19 15:54 - 12671 commenti

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Donna aracnofobica viene rapita da tizi dall'aria professionale che, all'interno di un laboratorio/prigione, sottopongono lei ed altri sconosciuti ad esperimenti basati sulle fobie dei malcapitati. All'inizio sembra un torture-porn o un perverso gioco di società, poi alcuni indizi fanno pensare agli alieni ed invece.... Va riconosciuto almeno un pregio al ritorno di Shainberg alla regia 10 anni dopo Fur: il film è imperfetto, molto fumoso e a tratti raffazzonato (specie nella parte centrale), ma non è fatto con lo stampino e lo sforzo di originalità va premiato.
MEMORABILE: La maschera trasparente applicata al viso (bocca spalancata? ma non è proprio il caso, meglio tenerla chiusa)

Buiomega71 5/02/22 00:53 - 2912 commenti

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Dalle segretarie a essere la perfezione senza sentimenti è un attimo. Shainberg continua il suo fil rouge sull'ossessione ginegea e lo fa prendendo di mezzo le privazioni delle emozioni e la supremazia dell'essere perfetto. L'intelaiatura è quella dell'escape room e di scenografie squallide da saletta di tortura, la Rapace striscia troppo nei condotti d'areazione e la spiegazione finale pare raffazzonata. Ma è indubbio un certo fascino perverso, i volti che si deformano grottescamente e qualche fobia (già la trattava Huston) che creerà più di un disagio a chi soffre di aracnofobia.
MEMORABILE: La cura Ludovico al ragazzo con il padre molesto; Sbattendo, violentemente e ovunque, il caschetto zeppo di ragni; La Rapace si ferma a fare pipì.

Kinodrop 11/02/22 19:28 - 2957 commenti

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Renee Morgan dopo un incidente indotto da una misteriosa società si ritrova, insieme ad altri prigionieri, in una specie di laboratorio a far da cavia per inquietanti sperimentazioni genetiche basate sulle fobie, col fine di annientarne qualsiasi emozione. Una narrazione in bilico tra il torture psicologico e derive sci-fi che centellina gli indizi, lasciando in sospeso parecchi punti deboli, compresa la reiterativa parte centrale dei tentativi di fuga della protagonista (una grintosa e indomabile Rapace). Una buona confezione e un ritmo veloce, ma niente di memorabile.

Schramm 19/04/22 21:12 - 3495 commenti

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Captiveria filogovernativa, abduzione o MKultra transgenetico per il grande reset rettiliano con sacrificio dei pochi a dubbio beneficio dei tanti? Shainberg stacca tutti alla partenza, per poi correre incontro alla propria rovina: manca di misura nel fare del chissà bastone e carota come nell'ingozzarci a mestolate di ragguagli. Quando non dice, crede che basti girovagare rimasticando per l'ennesima Kubrick in una crapula di gelatine di colori caldi da far rosicare Refn che darà alla testa a Turi; e quando finalmente dice, dice anche troppo e nel dubbio, lo ribadisce modalità bot. 

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  • Discussione Buiomega71 • 5/02/22 10:29
    Consigliere - 26011 interventi
    Shainberg continua il fil rouge sulle sue ossessioni ginecee (dalla segretarie remissive, alle artiste bizzarre, fino alle perfette casalinghe senza emozioni) questa volta tuffandosi nel cinema di genere.

    Un fanta/thriller/horror per lo più, abbastanza convenzionale e che non dice nulla di nuovo, prendendo in prestito l'intelaiatura degli escape room e le scenografie squallide delle salette di tortura alla Saw, spizzichi del Cronenberg che fu, e ficcandoci dentro remasugli dalla Fabbrica delle mogli (la casalinga perfetta estranea alle emozioni umane, appunto), l'essere supremo e emotivamente gelido che rimpiazzerà le debolezze umane (I ragazzi venuti dal Brasile), l'ultracorpo svuotato da ogni paura e sensibilità (L'invasione degli ultracorpi), dove gli alieni non sono proprio come ce li immaginiamo.

    L'incipit del rapimento sulla strada è comunque ben diretto e dispensa tensione, l'atmosfera perversa e angosciosa fa il suo sporco lavoro (gran parte del merito va al direttore della fotografia, già regista di Subconscious Cruelty, che crea colori lisergici, soffocanti e opprimenti, decisamente da incubo, e una volta finiti i titoli di coda, e accesa la luce, pare di essere ritornati da uno stato di allucinazione) e alcuni esperimenti varcano la soglia del disturbante (il ragazzo sottoposto alla cura Ludovico ossessionato dal padre molesto).

    Purtroppo, a volte, il film gira su se stesso cercando di guadagnare metraggio (la tentata fuga della Rapace, le lunghe e estenuanti strisciate nel condotto di areazione-si ferma giusto per fare pipì-il nascondersi continuamente sotto i letti, negli sgabuzzini o dietro le porte), rallentando il ritmo e la spiegazione finale appare un pò raffazzonata e poco sorprendente.

    Ma la chiusa alla Fabbrica delle mogli è curiosa e con quella giusta dose di inquietudine, le fobie che affliggono i protagonisti (anche se già trattate da John Huston in Fobia) abbastanza disturbanti (paura dell'acqua, del vuoto, dei padri con attenzioni poco paterne,  dei serpenti e soprattutto dei ragni-chi soffre di aracnofobia avrà più di un disagio-con prove e stadi non dissimili da quelli che Ana Asensio. giusto l'anno dopo, mostrerà in Most Beautiful Island) e la claustrofobia, il mistero e le strane sperimentazioni rendono la pellicola sufficientemente interessante, quel tanto che basta per non annoiarsi troppo davanti alle solite impalcature da torture porn.

    Volti che si deformano grottescamente (sua maestà Paul Jones sugli schudi, anche se la CG, a volte, ne rovina gli intenti), un caschetto zeppo di ragni che fa sbattere violentemente la capoccia ovunque, le lenti a contatto e le pupille che nulla hanno di umano, il potere di sentire con le mani la fertilità (in un momento quasi  criptolesbo tra la Rapace e Kerry Bishè) e chincaglierie BDSM (il nastro adesivo, la parete con manette e altri gingilli, la sovraintendente orientale che ha tutta l'aria di una mistress) che rimandano al gusto "sadomasochistico" del regista di Secretary.

    Ossessivo lo score di Nathan Larson e la Rapace sempre sul chi va là combattivo un pò alla Ripley.

    Imperfetto e spesso derivativo, ma con un suo perchè.
    Ultima modifica: 5/02/22 14:11 da Buiomega71