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La nostra recensione di Quasi quasi...

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Promossa a protagonista, Marina Massironi (che molti ricordano soprattutto come spalla storica di Aldo, Giovanni e Giacomo) si trova qui a interpretare Paola, una donna che studia (e lavora) come estetista e che frequenta Ruggero (Marcorè), preside in una scuola con figlio a carico (la moglie l'ha lasciato). Il loro è un rapporto di alti e bassi come tanti, ma nel quale entrambi sottaciono una parte di verità: lei dice di essere vedova anche se il marito se ne è semplicemente andato a vivere con un altro (Romano), lui non le ha mai svelato di essere padre. I problemi veri tuttavia emergono quando il marito di Paola (che vediamo solo in foto ed è il regista del...Leggi tutto film Gianluca Fumagalli!) muore davvero, lasciando al suo ex compagno metà della casa in cui Paola ancora vive. Quest'ultimo, che già di fronte alle ceneri del defunto aveva avuto modo di litigare con la donna, le si piazza in casa impugnando il foglio con le volontà testamentarie dell'uomo, spiegando come metà appartamento gli spetti per diritto. Una coabitazione che comincia tra bisticci continui lentamente si evolverà in modo inaspettato, mentre il rapporto con Ruggero si farà sempre più complicato: lui vorrebbe sposarla, partire in viaggio di nozze, ma sa che non può farlo senza dirle di avere un figlio.

Una storia semplice che tuttavia una sceneggiatura sciagurata non permette al cast di interpretare con il dovuto trasporto. Una commedia dalle polveri bagnate che non ingrana mai nonostante la simpatia di una coppia protagonista piuttosto stralunata per vocazione. Quando però a Marcorè subentra di fatto Romano - che fortunatamente non troppo esagera con la caricaturizzazione classica del gay "cinematografico" - ogni spunto ironico si appesantisce fino a raggiungere il massimo nelle battaglie a cuscinate in casa, interminabili e accompagnate da musiche che, come in altre occasioni durante il film, sembrano inserite a sproposito.

Buffo qualche scambio tra padre e figlio, meno riuscite le parentesi dall'estetista con la Massironi alle prese con una cliente dal sesso "dubbio" o colleghe (Mascoli) cui chiedere qualche consiglio. Non si contano tuttavia i momenti in cui si allungano i tempi senza motivo (vedasi le estenuanti scene di danza alla festa in villa), mentre il buon Fabio De Luigi viene sfruttato solo per un breve cameo in discoteca, un flashback in cui approccia Paola ballando prima che questa lo geli dicendogli che suo marito è morto dando il via alla menzogna che si protrarrà a lungo. Qualche strambo personaggio di contorno (il portiere dello stabile cui presta il volto Jacob Olesen) e un fallito tentativo di portare su grande schermo la stravaganza della Massironi, la cui singolarità non viene mai applicata a situazioni che la possano valorizzare. Troppe cadute di gusto e siparietti imbarazzanti per azzeccare lo spirito anarcoide che Fumagalli aveva saputo intercettare con un paio di film negli Ottanta prima di scomparire per dieci anni e più...

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Tutti i commenti e le recensioni di Quasi quasi...

TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/10/08 DAL BENEMERITO TARABAS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/07/22
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Tarabas 16/08/10 22:06 - 1888 commenti

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Un uomo e una donna, rimasti soli, vogliono rifarsi una vita insieme, ma si sono tenuti dei segreti reciproci: lui ha un figlio, lei non è vedova, è stata lasciata per un uomo. Seguono pasticci. Solito filmetto italiano che vorrebbe dire tutto con leggerezza e invece non dice niente. Per carità, Marcoré e Massironi sono simpatici e bravi. Ma la solfa della famiglia allargata, dei gay simpatici zuzzurelloni, della tolleranza, etc. etc. non si regge oltre il primo tempo.

Nancy 28/01/12 00:38 - 778 commenti

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Filmetto senza arte né parte: sì, la protagonista Massironi fa il suo dovere e alla fine anche Marcoré, ma le feste gay con tanto di falli gonfiabili giganti non si possono vedere, né tantomeno il comportamento classicamente da checca che tiene il compagno del marito. In certi punti è veramente tirato per le lunghe (ad esempio la scena della lotta con cuscini, abiti e piatti tra la protagonista e il gay), tanto che viene voglia di mollare tutto. Marcoré dopo metà film sparisce e chi scrive continua a chiedersi il perché. Sconsigliato.

Galbo 29/05/13 11:27 - 12648 commenti

I gusti di Galbo

Al netto della simpatia di alcuni degli interpreti, un filmetto davvero inconsistente. Stupisce in negativo lo scarsissimo spessore dei personaggi ritratti con una quantità impressionante di stereotipi. Classica operazione che confonde la leggerezza con il vuoto assoluto. Per fortuna non dura molto.

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