Alla fine della guerra civile a un ufficiale sudista detenuto in un campo di concentramento viene "offerto" di aiutare due nordisti in una missione. I due però non sono animati da buone intenzioni... Ottimo western italico del ciclo Ferroni, con un Gemma super, una trama un po' diversa dal solito, eccellenti sequenze d'azione e un bel ritmo. Ingiustamente sottostimato, da riscoprire.
Western con prevalenza dell’intreccio avventuroso-sentimentale, anche in virtù delle implicite allusioni alla figura di Michele Strogoff. Piuttosto farraginoso nella seconda parte, vanta comunque qualche acrobatica scena d’azione in cui Gemma dà il meglio di sé e un bel ruolo – seppur troppo breve – per Pazzafini. Il cattivo è l’imponente Dan Vadis, nome di punta del peplum.
Uno degli innumerevoli spaghetti-western che propongono la parola "dollaro" (qui al plurale) nel titolo. Diretto dal veterano Giorgio Ferroni, sotto pseudonimo americaneggiante, ed interpretato da Giuliano Gemma, non riesce ad elevarsi di molto dalla media dei più onesti prodotti analoghi. Qualche discreta sequenza c'è, ma anche qualche momento di stanca di troppo. Vedibile, soprattutto se si è appassionati del genere, ma Leone abita su un altro pianeta.
Bellissimo western con un Giuliano Gemma bravissimo e soprattutto supportato da una schiera di caratteristi fantastici. Storia molto avvincente con un pizzico di giallo che tiene incollati al teleschermo. Forse unico neo il comparto musicale un pochino sottotono.
Niente di particolarmente avvincente o innovativo fra gli spaghetti western del periodo, ma con un ritmo abbastanza buono e un Giuliano Gemma in palla. Ci sono buone idee (Gemma che si finge cieco, lo scontro alla miniera) e altre già viste quando non riciclate; il cast di contorno non è granché (troppi caratteristi spagnoli) ma conta qualche buon nome come Pazzafini e il francese Sernas. Vedibile.
Ambientata poco dopo la guerra di secessione, è la storia dell'assalto al forte Yuma da parte di un gruppo di confederati. Tecnicamente curato, il film si avvale di alcune sequenze riuscite e di una buona prova di Giuliano Gemma. Il limite del film è quello di presentare personaggi troppo stereotipati e "rifugiarsi" entro schemi narrativi un po' logori.
La cosa che più lascia perplessi è che si sono messi in sei per scrivere la sceneggiatura di una storia che c'era già, perché ci troviamo di fronte, come è ben noto, ad una versione westernizzata di "Michele Strogoff", compreso lo sviluppo principale (la presunta cecità)... Film diretto con mestiere (poteva essere altrimenti?) da Giorgio Ferroni, ma il difetto principale lo indica Marco Giusti, definendolo "farraginoso". La Daumier è carina, ma proprio non tiene fede al cognome Breastfull.
Onesto western di transizione verso il classico "spaghetti western" diretto dal bravo Ferroni. La trama è un po' scopiazzata da un classico della letteratura di Verne, comunque è gradevole e regge i 108 minuti di durata. Bravo, more solito, Gemma, che in questa occasione prende anche un bel po' di botte. Musiche, guarda caso, di Morricone.
Ferroni dirige un buon film che, come il suo precedente (e più riuscito) Un dollaro bucato, si va a configurare come un mix tra spaghetti e western all'americana. Gemma è una sicurezza totale e anche il resto del cast si adatta perfettamente al genere. Morricone dà vita a una colonna sonora che procede di pari passo con il film, quindi a metà tra western americano e italiano. La prima parte risulta meno riuscita della seconda, complice una regia un po' "piatta"; Ferroni, però, si riscatta nell'ottima seconda parte.
Ferroni è stato uno dei padri fondatori di quello spaghetti western in cui le influenze americane erano ancora piuttosto marcate. Qui può contare, comunque, su una storia più inconsueta del solito e su una delle migliori interpretazioni nel genere di Giuliano Gemma (bravissimo quando si finge cieco); di suo ci mette la consueta efficacia nella gestione del ritmo narrativo e delle sequenze d'azione. La Daunier è graziosa, ma il cast di contorno globalmente non brilla. Buone le musiche di Ennio Morricone e Gianni Ferrio.
MEMORABILE: L'inizio nel campo di prigionia nordista; Il finale.
Michele Strogoff riadattato negli Stati Uniti post guerra di secessione, con Giuliano Gemma torturato in ogni modo e molto spesso selvaggiamente picchiato dai suoi avversari. Come sempre avviene nei suoi film, Giorgio Ferroni si dimostra un grande professionista, il ritmo è intenso e i cattivi (particolarmente Dan Vadis) sono scolpiti come solo nei film popolari italiani si riesce. Per i fans di Nello Pazzafini: il noto caratterista ha (ahimè) una parte piuttosto piccola, però è schierato con i buoni, cosa che non gli capita quasi mai.
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Uscito anni fa in un'edizione indecorosa, al momento la versione da avere è quella giapponese (con audio italiano) contenuta nel cofanetto Giuliano Gemma, che include anche Arizona Colt e Amico stammi lontano almeno un palmo
Sull'autorevole sito internet -SPAGHETTI WESTERN DATABASE(S.W.D.B.)- Quentin Tarantino lo ha citato citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la sua carriera registica.
HomevideoNicola81 • 12/09/16 18:33 Contratto a progetto - 681 interventi
Confermo la qualità non eccelsa del DVD Multivision. Inquadrature tagliate, con la conseguenza che dei personaggi laterali talvolta si sente solo la voce, e anche il colore non è dei più brillanti. In compenso è molto economico. Se ci si accontenta...
CuriositàZender • 9/03/18 17:52 Capo scrivano - 48365 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
Maurizio Amati racconta che l'aiuto regista Enzo G. Castellari inventò per questo film molti trucchi per realizzare le scene di massa con pochissime comparse.
Fonte: Domenico Monetti e Luca Pallanc, "Per i soldi o per la gloria"