La loggia occulta: Democrazia a rischio - Documentario (2023)

Per realizzare un documentario efficace, assunto che alla base deve sempre esistere un lavoro storico capace di saper essere divulgativo ed esente da marchiane inesattezze, è necessario che gli intervistati sappiano coinvolgere nei loro ragionamenti senza fermarsi alla fredda esposizione dei fatti; nel mentre a montaggio e musiche spetterebbe il compito di accompagnare il lavoro del regista dando al tutto una forma che possa - almeno al giorno d'oggi - risultare accattivante. Non è purtroppo il caso di questa ennesima riflessione sulla loggia P2 e sulle ingerenze del sistema Gladio legato agli Stati Uniti.

Dopo una breve introduzione - del professor Giuseppe Scognamiglio - sul...Leggi tutto momento storico italiano, corredata da immagini d'epoca, si spiega lentamente come nacque la loggia guidata da Licio Gelli, che superò di gran lunga per importanza quelle precedenti potendo contare, tra i suoi affiliati, su nomi importantissimi legati ai servizi segreti e a molte alte cariche governative. Una lista lunghissima di nomi in parte poi diffusi che faceva capire come dietro ai movimenti legati alla famosa "strategia della tensione" (attentati ed altre operazioni atte a terrorizzare la popolazione per farla convergere in direzione di un governo il più autoritario possibile) e a un'infinità di altre operazioni nascoste, i tentacoli della P2 - abbreviazione di Propaganda 2, come noto - si estendessero minacciosi.

Le interviste a Gherardo Colombo, Luca Palamara e ad emeriti studiosi del caso, sembrano però adagiarsi sulla riproposizione neutra di uno schema già ben noto al quale nulla si aggiunge che possa giustificare la realizzazione di un nuovo documentario in tema. Si scova una testimonianza di un Licio Gelli ai suoi ultimi anni di vita nel momento in cui insisteva per parlare con Tina Anselmi (che aveva presieduto la commissione sulla P2 e le sue influenze reali sulla società di allora), si interpolano brani di telegiornali dell'epoca, ma i concetti vengono espressi con troppe pause nelle testimonianze e con scarsa verve nella maggioranza degli interventi; cosicché, nonostante la competenza che emerge nell'esposizione dei fatti, si ha l'impressione che tutto si risolva in un riassunto debole nel suo impianto e legato a un modo di esporre lontano dai tempi televisivi di oggi.

Peraltro ancora adesso i collegamenti che esistevano tra la P2 e lo Stato non sono stati chiariti se non parzialmente, quindi ci si deve limitare a fare un quadro d'insieme in cui si evidenzi come siano ormai prevalenti le ipotesi di un'ingerenza dei servizi legati al controllo americano sulle personalità politiche del tempo, con agganci ad Aldo Moro, al Compromesso Storico fallito e alla figura dell'uomo mandato dai servizi statunitensi in Italia per fingere di cedere al ricatto delle Brigate Rosse quando invece l'intenzione chiara era quella di non trattare. Tutto corretto, ma poco “coraggio” nell'ipotizzare teorie nuove e nessuno nel farlo in modo se non originale almeno più al passo coi tempi. Un ripasso utile a chi ha scarsa conoscenza del tema, decisamente superfluo per chi ne ha già un'infarinatura di base.

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