Buiomega71 • 24/06/20 10:39
Consigliere - 27140 interventiNon parte malaccio questo b-movie targato Mundhra, con un doppio e violento omicidio alla galleria d'arte (ucciso a botte e accoltellamento in faccia), dove si rincara la dose nella strage nella corsia ospedaliera che manco Michael Myers in
Halloween 2, dove un finto e belluino poliziotto elimina senza pietà due guardie prima di essere gambizzato da un infermiera , che zoppicando e perdendo sangue fugge tra improperi misogini.
Nonchè una morte per overdose nel bagno e succosi colpi in arrivo al ralenti.
Poi, però, quando si và nel cottage di montagna, insieme alla testimone cieca del titolo, il film si ingolfa e mostra la corda, tra patetiche passeggiate alla
Sentieri, ricordi di mogli defunte, lavorando l'argilla tra discorsi femminili da soap opera, tramonti da cartolina e l'amor che sboccia tra il poliziotto e la ragazza dagli occhi che non sorrisero, alzando l'asticella dell'inutilità e dello smadonnamento (non aiuta una scipita e insapore Sherylin Wolter).
In primis uno script di una pochezza disarmante, poi la testimone che comincia a frignare, romanticherie d'accatto e un'imbarazzante (nonchè lunghissima) scena d'amore degna di uno spot vacanziero, per tacere sull'infermiera che fa karatè che nemmeno Cynthia Rothrock.
Il filmaccio si sfalda tra momenti di noia e la miseria della sceneggiatura, talmente prevedibile e ingenua da far quasi tenerezza.
Peccato, perchè nel finale il regista indiano dà una sua versione di
Terrore cieco, con buone battute slasher e qualche momento di tensione davvero azzeccato (l'intrusione del killer visto attraverso il vetro del forno a microonde, il lancio del coltello da cucina, lo strangolamento alla
Cape Fear, l'inseguimento notturno con la ragazza cieca che và a sbattere tra gli arbusti) ma arrivando tardi sulla marea di insulsaggini che riempiono questo straight to video usa e getta.
Andamento da telefilm pomeridiano, quà e là annaffiato con qualche colpo violento, ma troppo misero per appassionare davvero.
Di Mundhra molto meglio
Occhi nella notte, sudaticcio e passionale noir dalle discrete atmosfere torbide, dove almeno c'era Tanya Roberts, la trama era più curata, la regia anche e Andrew Stevens (quì monodimensionale) rimaneva mazziato dolorosamente dalla femme fatale di turno, mentre quì si gioca al risparmio a al minimo sindacale.
Curioso che sulla cover del film ci sia il mare, quando del mare non c'è ne traccia alcuna (siamo in una villetta tra i boschetti fuori Los Angeles).
Involontariamente anticipa l'intelaiatura di
Gli occhi del delitto
Ottimo comunque il villain strabico di Carl Strano, diabolico e feroce quanto basta per tifare per lui.
Pura serie c da discount, dove, almeno, la mano di Mundhra (soprattutto nei momenti puramente thrillereschi) riesce a evitare il totale disastro nella fatidica zona cesarini.
Daidae
Buiomega71