124c • 29/01/09 13:39
Contatti col mondo - 5195 interventiAvevo sempre pensato che fosse impossibile portare uno degli eroi giapponesi animati e a fumetti della nostra infanzia. "Kyashan, la rinascita", invece, ha smentito questa mia frase, perché anche se il film è diverso dalla serie anime della Tatsunoko, l'ho trovato molto bello, sia negli effetti speciali che nella trama. Il regista poteva scegliere due vie: o creare un film picchiaduro, oppure dirigere un film filosofico contro la guerra. Ha scelto la seconda strada, perché c'è molto di più di Kyashan in questo film. C'è un'atmosfera degna di "Blade Runner", un pizzico di "Ken il guerriero", si toccano persino vette che solo "Watchman" di Alan Moore nei fumetti americani aveva raggiunto. "Kyashan" non dev'essere solo un picchiaduro, deve fare anche riflettere e farci capire che la guerra è una cosa orrenda. Certo, sarebbe stato facile rifarsi alle storie del 1973, dove gli unici cattivi erano gli androidi comandati da Briking, e dove Kyashan si ergeva come unico simbolo di libertà fra i sopravvisuti umani. Invece, il regista ha stravolto la storia originale, ma una volta tanto, in maniera intelligente e adulta. Detto ciò, dubito che molti apprezzeranno totalmente questo film, e dubito anche che, quando sarà il momento, verrà passato in tv in prima serata. Forse solo Enrico Ghezzi potrebbe ospitare un kolossal così bello, così poetico, così fantascientifico nel suo "Fuori orario".
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