Pieraccioni lo salva la sua simpatia, come al solito; perché le sceneggiature scritte in collaborazione con Veronesi non riescono da tempo a risollevarsi da una mollezza e una banalità preoccupanti. Con IL PARADISO ALL’IMPROVVISO aveva recuperato in parte lo spirito giusto (pur se IL CICLONE e FUOCHI D’ARTIFICIO erano di un'altra pasta), qui ridiscende leggermente e torna a farsi affiancare da partner maschili “forti” (Ceccarini e un quasi irriconoscibile Panariello nel ruolo...Leggi tutto del fratello tartaglione e ritardato). L'immancabile love story resta un po' sullo sfondo per dare spazio alla bisbetica lolita che si innamora del suo professore di ginnastica (Pieraccioni, per l'appunto) e alle sue crisi adolescenziali. Rocco Papaleo è il collega di matematica, un inedito Francesco Guccini il preside che non lo vede di buon occhio. La qualità delle battute è scarsa, ma la spontaneità di Pieraccioni ancora riesce a strappare qualche sorriso. Non solo in un paio di azzeccati duetti con Panariello e Ceccherini (purtroppo controllato e insolitamente educato visto che recita nel ruolo di un prete), ma anche quando si tratta di dividere con Papaleo esperienze come quelle nella vita di scambisti (vagamente ispirata a quella EYES WIDE SHUT). Le controparti femminili sono invece più antipatiche del previsto e la cosa non può che riflettersi sul risultato finale. Molte le scene di raccordo inutilmente prolungate, troppe le gag riciclate. L’inevitabile buonismo di fondo coinvolgerà soprattutto Cateno/Panariello, che chiude in modo prevedibile. Il successo natalizio è comunque arrivato secondo le attese.
I nomi del cast facevano presagire una delle tante commedie di pessimo gusto oggi così diffuse, invece tutto sommato il risultato non è del tutto scadente. Film spensierato e a tratti fumettistico con qualche situazione ben riuscita, merito soprattutto di Ceccherini e Panariello. Simpatico Salvatore, l'orsetto lavatore che se non viene cullato, vomita...
Ormai sulla quarantina, Pieraccioni non può più parlare di trentenni Peter Pan e tenta di fare un film un po' diverso, ma solo all'apparenza. Perchè in sostanza è sempre il solito Pieraccioni buonista. La ricetta comunque è ok e tutto è ben confezionato (il film si guarda con piacere e scorre via veloce); sono gli ingredienti a essere di seconda categoria (la trama in fondo è una rimasticatura di Willy Signori, con tanto di fratello disabile). Per fortuna ci sono le guarnizioni a dare un po' di sapore (Ceccherini, Papaleo, Panariello, Guccini, Tricarico).
Chi conosce almeno un paio di film di Pieraccioni non può che essersi annoiato a morte davanti all'ennesimo campionario di puerili toscanate riciclate. Fattura da film televisivo, sceneggiatura tenuta in piedi con lo sputo, Pieraccioni dimostra una volta per tutte di essere arrivato alla frutta; ma che dico, si è fatto anche il caffé e l'ammazza caffé. Spero per lui che adesso lasci il cinema a chi lo fa di mestiere.
Commedia passabile, una delle migliori dirette ed interpretate da Pieraccioni negli ultimi anni; la sceneggiatura per un volta non è un semplice pretesto ma risulta discretamente scritta, alternando momenti di comicità veramente spassosi (la villa degli scambisti) ad altri sentimentali con interpreati adeguati (si pensi a Panariello in una delle sue prove migliori o al sorprendente Guccini); insomma non certo un capolavoro ma un discreto film d'evasione disimpegnato.
Commediola di scarso interesse ma in fin dei conti tra le migliori dirette da Pieraccioni. Il discreto spunto iniziale finisce presto per perdersi in una serie di banalità insopportabili. Non si ride molto ma il cast secondario funziona e Panariello riesce pure a risultare simpatico. Non imperdibile ma neanche malvagio.
Si temeva peggio, anche per un certo pregiudizio radicato, invece il film si lascia guardare, e strappa più di una risata. Certo, non mancano stiracchiamenti, lungaggini e il sentimental-buonismo di fondo è telefonatissimo, ma insomma s'è davvero visto di assai peggio. Solito ufficio collocamento per semi-falliti della comicità toscana, e inquietante apparizione nel finale di Vaporidis. Bene Papaleo e Ceccherini, decorativo Guccini.
Godibile commediola con trama non troppo credibile. Perchè una ragazzina carina come quella del film non può innamorarsi di un professore sfigatello e imbranato come Pieraccioni, né tantomeno vedere in lui la figura paterna di riferimento. Perchè uno con la faccia di Ceccherini non potrebbe mai fare il frate cuorcontento, al massimo potrebbe essere plausibile come odierno Savonarola stralunato. Salvano il film la simpatia del regista e della sua banda di amici, toscani e non e alcune gag (probabilmente improvvisate).
MEMORABILE: "Panerai, dove va? Stia seduto, invece di andare a peccare in bagno!"
Niente da fare, a Pieraccioni s'è incantato il disco, visto che ci propina l'ennesima vicenda sentimental/buonista priva di contenuti e del benchè minimo umorismo. Il regista stesso appare stanco e goffo nel ripetere nuovamente il suo scialbo personaggio. Panariello al cinema non funziona e non fa ridere nemmeno per sbaglio mentre costringere Ceccherini nei panni del frate è una vera e propria bestemmia. Mediocri anche le musiche di Tricarico. In definitiva è il peggior film di Leonardo assieme a Il pesce innamorato.
Certamente un po' meglio del pattume che oggigiorno impersevera in televisione, ma comunque non una pietra miliare. Sì, alcune battute fanno ridere, Pieraccioni è discreto, ma comunque non si vede nulla di troppo nuovo sotto il sole della "Toscana" (visto che Pieraccioni è toscano).
L'avevo visto tempo fa e mi era sembrato bruttino. L'ho rivisto ieri e l'ho parzialmente rivalutato, forse perché nel frattempo avevo visto Una moglie bellissima. E questo film, al confronto, è una gioia per gli occhi e per lo spirito. Molte situazioni banali, protagonista monocorde e di scarso spessore, però i caratteri di contorno sono azzeccati e lo sviluppo del personaggio dell'allieva Paolina (tecnicamente, la vera protagonista del film), è ben costruito. Momenti piacevoli li regala Ceccherini, sottoutilizzato ma sempre brillante.
MEMORABILE: Tutti i duetti tra l'esagitata Paolina e il flemmatico Gilberto.
Pieraccioni ripropone la consueta ricetta, il personaggio del romanticone ingenuo votato a prender schiaffi. A tenergli compagnia alcuni personaggi classici come Ceccherini e Papaleo e un insolito Panariello balbuziente. Per la verità nessuno dei tre rappresenta un valore aggiunto per il film e tra adolescenti scalmanate e battute prevedibili si procede stancamente. Per fortuna c'è la villa degli scambisti.
Una grande interpretazione di Panariello, il solito Pieraccioni a suo agio nel ruolo e un Checcherini agli antipodi salvano dalla banalità di fondo. Salvano con simpatia, non certo con genialità.
Il livello di bellezza nei ruoli femminili è sempre un attimo fuori dal reale e, certo, fa parte del genere, ma almeno nelle figuranti si sarebbero potuti risparmiare (mi viene in mente un'inquadratura al ristorante). Qualche sorriso, via...
MEMORABILE: Il compleanno mancato e Ceccherini nell'orto
Dopo il mediocre Paradiso all'improvviso e dopo tre o quattro film dalla trama simile, Pieraccioni decide di cambiare direzione e finalmente confeziona un nuovo film di alto livello. Il merito è di una trama non banale, piena di personaggi tutti più o meno funzionali alla vicenda e di gag che vanno spesso felicemente a segno. Nel cast il migliore è Panariello, seguito da un Ceccherini insolitamente poco volgare e quasi commovente. Papaleo è del tutto esornativo, così coma la presenza del preside Guccini, ma comunque è notevole.
Incredibilmente brutto, salvato dall'ignominia (*) da tre-quattro sorrisi che, quasi a sorpresa, riesce a strappare. Ritmo lento e assurda pretesa di coniugare una vicenda sentimentale con trovate da Hellzapoppin' non convincono da sùbito: poi a far cadere tutto arriva la rivelazione "paterna" e il terribile personaggio di Ceccherini. Pieraccioni è bravo ma la battute non fanno ridere, Panariello è l'ennesimo balbuziente del cinema italiano. Bravina la basca, insopportabile la ragazzina, inutile Guccini. La miglior figura la fa chi si vede poco: *½
Quando si guarda un film di Pieraccioni si conoscono già inizio, svolgimento e fine. Infatti la sceneggiatura è scarsa di contenuto e poco originale; solamente la simpatia di Pieraccioni riesce, a volte, a far ridere, ma nulla di più. Per non parlare del cast che si rivela davvero tremendo: nessuno sembra a suo agio, forse nemmeno lo stesso Pieraccioni.
Solita compagnia di giro, solita scarna sceneggiatura e solite gag e battute. C'è davvero poco o niente in questo film di Pieraccioni, se non l'irritante recitazione della ragazzina e la veloce comparsa di un Vaporidis veramente alla frutta. Più passa il tempo e più Pieraccioni conferma che la sua vena si è esaurita già dopo il secondo film. Bissare successi come Il Ciclone non è mai facile, ma pensare di viverci di rendita per sempre è davvero da ingenui, oltre che irriverente nei confronti di un pubblico che da sempre lo segue e lo stima.
Mi pare inspiegabile e ingiustificato il successo che ha travolto il regista toscano: in effetti l'opera in questione non si smarca dalla mediocrità che permea ogni sua pellicola. La sceneggiatura dozzinale non regala momenti felici, eccezion fatta per la scena della villa con gli scambisti. Confermata la considerazione fatta in Tropic Thunder: il ritardato al cinema non funziona. Bisogna altresì ammettere che Ceccherini ci offre una notevole prestazione. Solo tantissimo fumo.
Commediola fra le più riuscite dirette e interpretate da Pieraccioni, che qui sfrutta come ottima spalla un curioso Giorgio Panariello nella parte del fratello ritardato e balbuziente. C'è sempre la storiella d'amore come sottofondo, ma qui Pieraccioni quanto meno è conteso da mamma e figlia, il che rende il tutto più accattivante. Bene Papaleo e cameo di un Ceccherini "a freno".
Questa volta Leonardo è alle prese con una studentessa zelante e con la solita bellezza ispanica. Già il titolo dice tutto e in effetti la zuccherosità abbonda. Il cavallo pazzo Ceccherini questa volta è un frate che in gioventù ha avuto una figlia ed è assai contenuto rispetto al passato, mentre Panariello non incide assolutamente. Promossi invece Papaleo nel ruolo del prof di Matematica sempre in cerca di emozioni scambiste e l'imprescindibile preside Guccini. Simpatica la storia, ma da un comico mi aspetto più risate e meno storie rosa.
MEMORABILE: Papaleo e Pieraccioni nella villa di scambisti.
Non si può di certo annoverare tra i migliori film del regista toscano. Pochissimi i momenti divertenti e pure la storia non riesce a intrigare a dovere. Anche il cast femminile appare sottotono rispetto agli standard a cui Pieraccioni ci ha abituato. Dimenticabile.
Commedia firmata Leonardo Pieraccioni: un nome una conferma. Conferma del suo modo di intendere la commedia italiana d'oggi. La storia si alterna fra il banale (per non dire altre parole) e il buonismo. Panariello e Massimo Ceccherini risultano i più simpatici. Comunque un film da dimenticare.
L’età di Pieraccioni arriva ai quaranta e si passa alle donne mature e separate con figli. Lo svolgimento è lineare con punte di leggerezza, momenti umani con Panariello (alla lunga annoia però) e con la sacralità di Ceccherini autentica sorpresa. Estremo buonismo con le seconde linee meno efficaci (vedi Papaleo spalla occasionale). Buona presenza di Guccini.
Solita commedia del comico toscano che mostra gag che difficilmente strappano il sorriso e conducono al classico buonismo. Situazioni già viste con l'ennesima bellezza spagnola in evidenza. Cast ricco ma abbastanza ripetitivo, con Panariello scontato. Meglio Guccini e Panariello, mentre Pieraccioni interpreta la solita parte da ingenuo.
Uno dei migliori lavori di Pieraccioni, in doppia veste di attore e regista, secondo solo a I laureati. Vero, la trama non brilla per originalità ma si tratta pur sempre di un lavoro onesto e frizzante che non annoia e soprattutto fa sorridere. Validi anche i ruoli di contorno e le comparsate (Conti frate). Papaleo parrucchinato regalo quel tasso trash da non sottovalutare, in film del genere. Consigliata la visione.
Commedia mediocre, di scarsa originalità e non particolarmente divertente, in cui si salvano Papaleo (come sempre) e un simpatico Guccini prestato al cinema. Panariello vorrebbe essere l'Haber di Willy Signori senza riuscirci, Ceccherini che avrebbe potuto salvare la baracca viene imbrigliato in un ruolo ingrato. In definitiva un film che si guarda e contestualmente si dimentica, il che pensando a futuri obbrobri come Finalmente la felicità o Cenerentolo, è già qualcosa. Sì può vedere ma anche no.
Un Pieraccioni tutto sommato non male, anche se inferiore ai suoi migliori lavori. La vicenda amorosa è piuttosto scontata ma va bene così e il film scorre grazie alla simpatia dell'attore toscano. Da segnalare anche Ceccherini, che non si vede molto ma la sua parte si rivela importante. Non particolarmente riuscite le caratterizzazioni di Panariello e Papaleo, entrambi troppo sopra le righe. In fin dei conti si ride, perciò film promosso!
Non è il Pieraccioni peggiore, anzi in alcuni momenti cerca e riesce quasi a rimandare al Nuti che fu, anche se la stoffa del vestito è ben diversa. Nel cast di contorno i soliti soldatini fra i quali risalta per minutaggio un Panariello che, per quanto voglia ricordare l'Haber di Willy Signori nel rapporto conflittuale e nell'handicap, risulta ahimè completamente avulso e inadeguato. La trama si può apprezzare per il cambio di direzione (il target più femminile, se si preferisce) rispetto al passato. In alcun momenti si sorride, in altri si sopravvive, ma c'è di peggio.
Dopo alcuni film scadenti Pieraccioni rialza un po' la testa. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma la pellicola è un po' più curata a livello di scrittura, la Beratasegui recita meglio delle protagoniste precedenti, le caratterizzazioni di Papaleo e Panariello sono piuttosto azzeccate e Ceccherini frate è veramente cult. Tutto sommato qualche risata qua e là ci scappa, anche se Il ciclone è ormai un pallido ricordo. Purtroppo da qui in poi le cose peggioreranno, per il regista toscano.
MEMORABILE: La villa degli scambisti; Frate Massimo e i segnali.
Pieraccioni può fare di più, motivo per cui si rimane delusi, alla vista di tale pellicola. Poco il brio infatti, specie nei dialoghi, quasi mai ficcanti. Ad ogni modo, il mattatore toscano cerca di tenere botta con un po' del suo estro, coinvolgendo anche due ottimi innesti quali Papaleo e Guccini, ma il resto non convince, specie i fedelissimi. Né Panariello né soprattutto Ceccherini, frenato dal ruolo ecclesiastico, possono esprimere il proprio potenziale, strappando così pochi sorrisi. Amen.
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CuriositàKey man • 29/01/11 16:48 Galoppino - 883 interventi
In una scena del film si può notare un manifesto in cui appare Alberto Sordi, sotto cui appare la scritta: "Ciao Alberto"
DiscussioneRaremirko • 16/10/13 23:17 Call center Davinotti - 3863 interventi
Cameo di Nicolas Vaporidis
DiscussioneRaremirko • 16/10/13 23:32 Call center Davinotti - 3863 interventi
Qualche curiosa rassomiglianza di trama con Notte prima degli esami (riguardo parentele tra personaggi che non si conoscono), uscito anche lo stesso anno (e qui Vaporidis è protagonista!).
DiscussionePaulaster • 4/11/13 15:21 Controllo di gestione - 98 interventi
Dopo aver prestato la voce a Gino ne "Il ciclone", Mario Monicelli fa un cameo travestito da frate. Qui si vede Pieraccioni nell'orto dei frati, dove nella scena seguente apparirà frate Massimo (Ceccherini), con le mani giunte dicendo "Il Signore sia lodato".
E' scomparso Osvaldo Pieraccioni, il papà di Leonardo. Aveva preso parte ad alcuni dei film diretti dal figlio, interpretando piccoli ruoli secondari.
DiscussioneZender • 4/11/21 17:20 Capo scrivano - 48372 interventi
Paulaster ebbe a dire:
Dopo aver prestato la voce a Gino ne "Il ciclone", Mario Monicelli fa un cameo travestito da frate. Qui si vede Pieraccioni nell'orto dei frati, dove nella scena seguente apparirà frate Massimo (Ceccherini), con le mani giunte dicendo "Il Signore sia lodato".
Ma sei sicuro Paul che quello sia Monicelli? Dove hai letto la cosa?
DiscussionePaulaster • 4/11/21 17:39 Controllo di gestione - 98 interventi
Zender ebbe a dire:
Paulaster ebbe a dire:
Dopo aver prestato la voce a Gino ne "Il ciclone", Mario Monicelli fa un cameo travestito da frate. Qui si vede Pieraccioni nell'orto dei frati, dove nella scena seguente apparirà frate Massimo (Ceccherini), con le mani giunte dicendo "Il Signore sia lodato".
Ma sei sicuro Paul che quello sia Monicelli? Dove hai letto la cosa?
Dopo tanti anni dovrei fare una ricerca. In questo sito, ad esempio, riportano la cosa. https://metropolitanmagazine.it/ti-amo-in-tutte-le-lingue-del-mondo-pieraccioni-porta-guccini-e-monicelli-stasera-in-tv/
DiscussioneZender • 4/11/21 17:56 Capo scrivano - 48372 interventi
Sì, che è quello dove dovevi aver preso visto che il testo è lo stesso. Mi chiedevo se è riportata anche altrove la cosa, perché nel cast di Imdb (che è assai completo direi) Monicelli non c'è.
DiscussioneXtron • 11/02/22 16:46 Servizio caffè - 2206 interventi
Zender ebbe a dire:
Sì, che è quello dove dovevi aver preso visto che il testo è lo stesso. Mi chiedevo se è riportata anche altrove la cosa, perché nel cast di Imdb (che è assai completo direi) Monicelli non c'è.