Discussioni su Doppio ricatto - Film (1991)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/05/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Davvero notevole!:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 6/05/20 10:14
    Consigliere - 26017 interventi
    Sorprende come un regista piatto e anonimo come Ruben Preuss abbia potuto tenere in piedi un thriller così pieno di colpi di scena e ribaltamento di ruoli da non lasciare un attimo di respiro, dove l'attenzione e la tensione si mantiene ad altissimi livelli per tutto il film, senza mostrare mai la corda o qualche cedimento, in un andirivieni di twist inaspettati, tra doppi (e tripli) giochi, in un meccanismo a scatole cinesi, che si aprono come delle matrioske, che quando credi di aver sotto controllo la situazione e di aver codificato il carattere e le intenzioni dei protagonisti, tutto si ribalta e si rimette in discussione. Tutte queste svolte inattese rischiano di mandare la veridicità a farsi friggere, ma chissenefrega, mica stò guardando un report di Raitre, ma un divertente noir che promette quello che mantiene, eccome se lo mantiene.

    Degna intelaiatura nera, cinica e beffarda di un Alfred Hitchcock presenta, dove tutti i personaggi sono esseri meschini e senza scrupoli (per la serie il più pulito c'ha la rogna), mossi da avidità, sete di denaro e amarolità, dove per il potere dei soldi non si guarda in faccia nessuno, ci si mette tutti contro tutti, fino a "scannarsi" bellamente a vicenda (come il grande Mario Bava insegnava).

    Ci sono una coppia di truffatori di maliarde ricchissime (una specie di Killer della luna di miele senza macchiarsi di sangue), una bella signora danarosa da spennare a suon di sporchi ricatti fotografici, sposata a un tipo losco che sguazza in affari poco chiari, che però non sembra così allocca e sprovveduta come sembra apparire e un laido, schifoso e viscido detective privato che ammazzerebbe sua madre per pochi spiccioli, vero deux ex machina della contorta situazione, che si presta al doppio gioco (e al doppio ricatto del titolo) e che fa i suoi turpi conti senza l'oste. Eppoi la gelosia che corrode un pò tutti (come se non bastasse) che mette in moto squallide ripicche e improvvisi voltafaccia.

    Quello che all'inizio pare il truffatore manigoldo (Dale Midkiff), si ritrova, suo malgrado (e hitchcokianamente) vittima degli eventi, pedina sacrificabile in un gioco perverso, oscuro e pericoloso, dove salta fuori che la sua amata compagna di truffe è una cagnetta opportunista che si fa comprare da misera bigiotteria a buon mercato e si accomoda dove tira meglio il vento a suo favore, che la milfona riccona che stà seducendo non è poi così ingenua e che, stavolta, casca male e sbaglia i conti, circuendo la donna sbagliata (in tutti i sensi).

    Quello che ne consegue è un turbinio inarrestabile di doppie facce e piani diabolici orditi alle spalle, dove salta fuori il lato peggiore dell'essere umano, dove l'unica cosa che conta è la rapacità, la voracità, la meschinità, la disonestà e l'eliminazione delle persone scomode usufruendo e giocando con i sentimenti altrui (non ci si pensa su due volte nemmeno a sparare alle spalle, come nel confronto finale, e violento, al molo).

    Tanto che, durante la tesissima visione, continuavo a ripetermi (visto come si mettevano le cose e vedendo le sgradevoli azioni dei personaggi a cui non affiderei nemmeno lo scopino del bagno) ma che "figlio di...", ma "che pezzo di...", ma che "gran p*****a", in un continuo ribaltamento di ruoli e prospettive.

    Cast in palla (bravissima e glaciale la Blakely-di culto il suo disgusto quando Saxon la obbliga ai "doveri coniugali"-, gelido e terrifico Saxon che mette quasi soggezione, untuoso e bastardissimo Davis, cinica, fredda e calcolatrice la Toussaint e l'unico, anche se farabutto, che suscita qualche simpatia e identificazione rimane Midkiff, tirato in mezzo in un gioco mortale più grande di lui), regia anonima ma che non sbaglia un colpo quando monta la suspence e i voltagabbana e chiusa finale di cinica beffardia (scaricata come un pacco postale al motel, il pestaggio, il finto poliziotto, e a godersi la vita su uno yatch in compagnia del'ennesima tardona piena di soldi).

    MAI come in questo caso: fidarsi è bene, ma non fidarsi è molto (ma molto) meglio.

    Azzeccatissimo il titolo originale hitchcokiano.

    Dai meandri degli straight to video e da un regista specializzato in thrilleretti da discount, uno dei noir più sprezzanti e spietati della decade novantiana degli inediti, dove a far paura non sono i soliti serial killer, ma l'animo corrotto delle persone e la loro distruttiva bramosia.

    Mica male per un film tv.
    Ultima modifica: 6/05/20 17:23 da Buiomega71