Red - Film d'animazione (2022)

Crescere, si sa, è tremendo per chiunque, e l'ingresso nella pubertà è una trasformazione difficile da accettare per qualsiasi adolescente del pianeta. Figuriamoci se questo significa trasformarsi in un enorme panda rosso! Il nuovo film Pixar ambientato nel 2002 tocca con ironia e delicatezza il tema delle mestruazioni femminili con una simpatica allegoria ispirata chiaramente agli anime giapponesi. La piccola Mei (vi ricorda qualcosa... Emi-Mei... Magica Emi?) deve affrontare con coraggio il suo percorso di autoaccettazione che la porterà nella vita adulta; ci riuscirà?

Brillante lungometraggio animato della Pixar che affronta con la geniale metafora del panda rosso i turbamenti legati alla pubertà di un’adolescente sino canadese. L’ulteriore elemento delle origini e delle tradizioni orientali praticate in una terra straniera rende il film ancora più complesso ma il “dono” della casa americana è quello di semplificare senza banalizzare e l’operazione è ancora una volta pienamente riuscita grazie ad un film ricco di ritmo e di personaggi sfaccettati, tecnicamente ineccepibile come sempre. Da vedere. 

Pixar sempre attenta alle minoranze e ai piccoli disagi (qui adolescenziali) trasportati con intelligenti cromismi vintage e delicate sfumature nostalgiche, volte a dare dei personaggi che racconta una dimensione tangibile e inclusiva. Mei lee e e sue Kafkiane trasformazioni si aggiungono alla lunga lista di odissee tridimensional-emotive che sono oramai marchio di fabbrica e garanzia di intrattenimento. E forse parlare di ciclo mestruale in un film d'animazione è momento storico da non sottovalutare, perché di non soli bulli è viziata la pubertà.

Mei Lee è una ragazzina di 13 anni di origini cinesi che vive a Toronto ed ha gli stessi gusti e desideri delle sue coetanee ma è costretta a reprimerli per assecondare la madre molto legata alle tradizioni... Al di là della tecnica brillante, colpisce la capacità della Pixar di rappresentare, attraverso una metafora fantasiosa ma trasparente, lo sconvolgimento psichico oltre che fisico che può provocare in una bambina il passaggio alla pubertà, qui reso ancora più complicato dalla severità materna e dalle differenze culturali tra il paese d'origine e quello d'adozione.

Azzeccato l'inizio della pellicola, che può contare su personaggi simpatici e ben strutturati, alcune gag divertenti e disegni davvero interessanti. Peccato per un finale eccessivamente prolisso e tirato troppo per le lunghe che mortifica in parte quanto di buono fatto fino a quel momento. Nel complesso sufficiente, ma forse poteva essere anche qualcosa in più.

Ennesima straordinaria riuscita della Pixar, trademark capace di contenere al suo interno una spinta verso la metaforizzazione adulta di una brillantezza visiva che non rinuncia mai alla complessità tematica (e viceversa). Qui il terreno poteva essere ben scivoloso ma, come testimonia la splendida sequenza del presunto menarca di Mei, la soluzione in questi casi coniuga terreno della naturalezza e piano dell'allusione. Non mancano le astuzie e le scorciatoie (soprattutto una conciliazione sempre "pelosa") ma fanno parte del gioco e sta bene così. Meraviglioso il trio delle "friends".