Il mockumentary ufologico non è una novità (
Il quarto tipo) e non è una novità nemmeno il mockumentary.
Facendo gioco forza sul budget risicato, Beckerman riesce a creare una certa suggestione (soprattutto nelle location boschive, che dominano tutto il film) e si porta a casa almeno un quartetto di momenti ansiogeni (lo smarrimento della famigliola in auto mentre percorre le boormaniane stradine montuose-
Un tranquillo weekend di paura non viene citato a casa dal padre-così come fa capolino un banjo nella baita del cacciatore solitario-, l'antro lugubre e spettrale del tunnel zeppo di automobili abbandonate dove avviene lo spiacevole incontro ravvicinato del terzo tipo, lo stormo di volatili morti che si abbatte sul tetto della macchina, riempiendo, poi, la strada e i corpi che prima si disarticolano e poi si accartocciano su se stessi quando vengono risucchiati dal fascio di luce alieno).
Poi l'assedio "carpenteriano" o "romeriano" nella casupola sperduta in mezzo ai boschi (guarda caso provvisto di scantinato raiminiano), le fughe notturne, le urla, e le paure ancestrali tipiche della
strega di Blair (di cui mutua le interviste "farlocche" agli abitanti della zona e il ragazzino che si punta la telecamera in faccia piangendo terrorizzato), finendo in zona abduzione/chrirugia sperimentale sull'astronave che fa spizzichi e bocconi di
Bagliori nel buio (e ocio al ritrovamento, da parte della polizia, nei post crediti di coda), nel finale "circolare".
Falene, farfalle, millepiedi, carcasse di animali morti, croci sul bordo della strada di montagna che porta verso il nulla, segnali disturbanti di un'invasione aliena subdola che dura nei secoli (le misteriose sparizioni dei membri della tribù dei cherokee nelle leggende di chi vive su quelle montagne del North Carolina), fino a uscire a riveder le stelle con le luci della città viste da lontano (pregna di suggestione), ritrovando la strada come nei migliori survivor movie boschivi e l'arrivo dell'auto della polizia, con conseguente colpo di scena da balzo sulla sedia.
Non peggiore di altri found footage, magari dal vago sentor di monotonia e del deja vu del già "visto", ma che riesce, discretamente, a far leva sulle paure più recondite di quello che si cela nei boschi quando cala la notte (e a differenza dell'angoscia insostenibile che emanava la strega di Blair, soprattutto perchè non veniva svelato il mistero di chi faceva strage dei giovani fllmaker, quì, i Grigi dalle cattive intenzioni, si palesano quasi subito).
Penetrante lo score di Benjamin Weinman e gli alieni (con quel rantolo del tutto simile a quello delle creature di
The descent) creati dai fratelli Chiodo, quando si riescono a intravedere, mettono davvero i brividi.