Discussioni su Roma a mano armata - Film (1976)

DISCUSSIONE GENERALE

  • Gugly • 15/05/11 14:02
    Portaborse - 4710 interventi
    Certo, vale a dire che il personaggio del Gobbo era già più interessante e sfaccettato, mentre quello del commissario era tagliato con l'accetta; aggiungi che Milian era un perfezionista, (io ho fatto l'Actor's Studio!), con velleità pseudo contestatarie e alè, litigi a gogò.
  • Gestarsh99 • 16/11/11 16:56
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Quando in Italia si parla di "poliziottesco", riferendosi a tutti quei film girati tra il 1972 e il 1980 con protagonisti esponenti delle forze dell'ordine, lo si fa utilizzando un termine che la schieratissima critica dell'epoca coniò con evidenti finalità caricaturali e sminuitive, in primis per sottolinearne la secondarietà dinanzi ai celeberrimi modelli ispiratori statunitensi (i cosiddetti "polizieschi veri e propri", sempre secondo i suddetti illuminati).
    Questa tipologia italica di pellicole nacque perciò sull'onda di un successo internazionale, quello di due yankee-movies seminali come Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo e
    Il braccio violento della legge, polizieschi, entrambi datati 1971, in cui la figura del singolo agente assunse un'importanza mai avuta in precedenza, se si escludono naturalmente i prodromi subodorati nel '68 nell'efficace Bullitt di Peter Yates.
    In Italia però si andò anche oltre e la centralità del ruolo del poliziotto venne ad acuirsi ulteriormente: il personaggio principale non era più il corpo di polizia nella sua interezza bensì un suo specifico appartenente, dotato in questo caso di una determinazione e di una carica aggressiva che gli consentivano di valicare spavaldamente i leciti confini dell'ortodossia.
    Nel nostro paese Umberto Lenzi si impose sin da subito come il regista che più seppe cogliere nel vivo ed esaltare le peculiarità basilari e distintive del genere rispetto agli originali d'oltreoceano, svuotandolo dal surplus ideologico e dalle escrescenze politichesi che avevano impregnato i precedenti prodotti dei vari Steno, Guerrieri e Martino. E lo fece in una maniera ancor più radicale di quanto espresso da Marino Girolami nel "concittadino"
    Roma violenta (1975), sommario action che in filigrana continuava pur sempre a presentare rimasugli e agganci al fervore politico del periodo (lo squadrismo para-poliziesco degli "onesti cittadini", la giustizia privata dell'uomo qualunque winneriano).

    Veniamo adesso all'oggetto in questione.
    Il film si apre con la soggettiva di un'auto che percorre le strade di Roma, chi è all'interno si volta con lo sguardo ora a destra ora a manca, seguendo un preciso itinerario a tappe forzate di tutte le sedi bancarie cittadine; in sottofondo, sempre più prepotentemente, si fanno largo le musiche ficcanti di Franco Micalizzi, colui che ha dato un suono ai film di Lenzi. L'avvio è solo un assaggio della reale presenza criminale nella città, nel vivo ci entriamo coll'irrompere in scena di Maurizio Merli, l'inimitabile icona del police italiano, a bordo della sua fiammante Alfetta blu notte: sarà lui ad ingaggiare un feroce duello in più riprese con il Gobbo, rozzo delinquente magnificamente interpretato dal grande Tomas Milian (figura esemplare frutto dei fervidi ricordi d'infanzia dello stesso regista)

    qui sotto i due rocciosi protagonisti


    Diversamente dal suo solito, Lenzi non si limita a condurre il film su di un binario lineare ma si esercita, con accorta visione d'insieme, in una serie di diramazioni e sottotrame utili a descrivere i vari volti della criminalità capitolina, passando dalla tossicodipendente sfruttata dal pappone ai baby-scippatori cresciuti nella miseria, dai pariolini annoiati che s'improvvisano stupratori (chiaramente ispirati dai sanguinosi eventi coevi del Circeo) alla delinquenza organizzata invischiata nei traffici internazionali.

    In questa pellicola poi troviamo un parterre di volti noti del genere che mai ritroveremo così riuniti altrove; a spiccare sono soprattutto le fattezze aspre e minacciose di caratteristi come Ivan Rassimov, Luciano Pigozzi, Luciano Catenacci, Biagio Pelligra, anche se i due fulcri indiscussi restano senza dubbio Merli e Milian. Tra i due non correva buon sangue: Merli era uno totalmente calato nel suo personaggio di ufficiale non gentiluomo, tanto da girare sempre armato anche al di fuori del set; Milian al contrario era un libertario a cui non andavano giù tutti quelli che si prendevano troppo sul serio. Erano la coppia perfetta pronta ad esplodere!
    Merli nel personaggio del commissario Leonardo Tanzi, forse anche grazie alla presenza di un antagonista di spessore come Milian, si impegna nell'exploit più convincente e riuscito di tutta la sua carriera; dal canto suo il grande Tomas crea con pochissimo un eccezionale villain brutto, sporco e cattivo che difficilmente ritroveremo successivamente nel nostro cinema.

    Per ciò che concerne la resa visiva del film, numerosissimi sono i passaggi indimenticabili, si pensi ad esempio al primo incontro al mattatoio tra i due rivali, al sommario interrogatorio in centrale, al tentato omicidio in discarica della compagna di Tanzi, all'affilatissimo inseguimento sui tetti, all'ingoio coatto del proiettile ("coatto", è proprio il caso di dirlo, in entrambi i sensi...)
    Poco altro si può aggiungere in conclusione su
    Roma a mano armata: personaggi granitici, sequenze infallibili, scenari tratteggiati alla perfezione, spietati inseguimenti, in poche parole l'incarnazione più compiuta, sintetica e verace del "POLIZIESCO ALL'ITALIANA".
    Ultima modifica: 11/05/20 00:31 da Gestarsh99
  • Zender • 16/11/11 17:14
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Splendida analisi Gest, son d'accordo su tutto, soprattutto sulla superiorità do Roma a mano armata rispetto a Roma violenta. Un consiglio: staca ogni tanto i paragrafi, ne faciliti la lettura. Per dire, sotto le foto ci starebbero bene tre pacchettini di testo piuttosto che uno unico appiccicato :) Parere mio, s'intende, poi va bene naturalmente anche così.
  • Gestarsh99 • 16/11/11 18:37
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Grazie, Zender!
    In effetti Roma violenta conta più come esordio poliziesco di Merli che per meriti qualitativi di regia (escluso quel lunghissimo e meraviglioso inseguimento automobilistico sulla tangenziale est romana).

    P.S.: Sui paragrafi hai ragione, me n'ero proprio dimenticato di separarli ;)
  • Buiomega71 • 16/11/11 18:46
    Consigliere - 25937 interventi
    Bell'analisi Gest, molto "Nocturniana" debbo dire.

    Anche se devo ammettere che non amo molto il poliziesco italiano, ci sono eccezzioni stupefacenti(chessò Il grande racket, Il conto e chiuso, Milano odia, Il cittadino si ribella).

    Devo essere sincero, non ho visto molto in questo campo(anche se ho quasi tutto in dvd o vhs), dovrò rimediare a questa lacuna, magari con un bel ciclo estivo alla Italia odia.

    Sono sempre stato innamorato del poliziesco yankee(per me il top orgasmatico), magari con capolavori come Rapporto al capo della polizia, L'ispettore Martin ha teso la trappola, Un duro per la legge, L'assassino di pietra, I nuovi centurioni(per non citare i classiconi).

    Anche quello british mi piglia, tipo Il grande racket(che consiglio)oppure Carter e pure La squadra speciale dell'ispettore Sweeney(che cerco da un bel pò, oltretutto).

    Qello francais un po di meno, a parte, forse, il bellissimo Police Python de monsieur Corneau.

    Ah, so che mi riderete dietro, ma tornando al nostro cinema polizai, di sire Di Leo ho visto davvero poco(pur avendo tutto in vhs-dio benedica la Shedene per la mitica uscita della serie Calibro 9), Il boss che mi e piaciucchiato(ma dovrei rivederlo) e La città e sconvolta(che non ho trovato nulla di che).

    Prometto di colmare la lacuna(nel senso di visioni frementi)di questi filmazzi, prima o poi.
  • Pol • 16/11/11 19:30
    Servizio caffè - 185 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:


    Ah, so che mi riderete dietro, ma tornando al nostro cinema polizai, di sire Di Leo ho visto davvero poco(pur avendo tutto in vhs-dio benedica la Shedene per la mitica uscita della serie Calibro 9), Il boss che mi e piaciucchiato(ma dovrei rivederlo) e La città e sconvolta(che non ho trovato nulla di che).

    Prometto di colmare la lacuna(nel senso di visioni frementi)di questi filmazzi, prima o poi.


    Penso che ognuno di noi abbia lacune "storiche", d'altronde il tempo è tiranno ed i film da vedere sono troppi...
    Comunque DiLeo non lo metterei nello stesso mazzo dei Lenzi o dei Castellari: non perchè facesse film migliori o peggiori, semplicemente non erano polizieschi. Se vuoi colmare la lacuna ti consiglio "Milano calibro 9" (forse il migliore), "Diamanti sporchi di sangue" e "Il poliziotto è marcio". E riguardati "Il boss", è un filmone! ;)
  • Buiomega71 • 16/11/11 19:58
    Consigliere - 25937 interventi
    Grazie Pol, ma ho anche il bellissimo libro edito da Lindau che sciorina il meglio e il peggio del genere(Italia odia, appunto). Bhè, tutti i numeri di Amarcord, Nocturno, Stracult di Giusti saranno pur serviti a qualcosa, no?

    Forse mi sono spiegato male, i film li conosco, ne ho visti meno di quello che avrei voluto vedere(causa mancanza di tempo).

    Roba tipo Roma violenta o Italia a mano armata non mi dice nulla, così come il martiniano Milano trema(davvero bruttino). Questi li ho visti la notte dei tempi, e forse dovrei rivederli oggi con occhio e spirito diverso, per questo meriterbbero una spolverata da parte del sottoscritto.

    Intendo che mancano alla visione molti Massi(tranne il primo Mark e il bellissimo Il conto e chiuso), quasi tutti i Di Leo(ma, a me La citta e sconvolta pare un poliziesco piu che un noir)e un paio di Castellari(La via della droga, La polizia incrimina).

    Molti mancano all'appello visivo, alcuni li ho visti troppi anni fa, e altri devo trovare il coraggio(tipo gli Ausino, i Martucci, i Rosati, gli Infascelli).

    Ecco perchè , a tutt'oggi, penso che il migliore sia ancora Senza ragione, straordinario poliziesco di "fuga" italo/inglese di zio Silvio(non il berlusca, sia chiaro) che mi fece impazzire all'epoca.

    Dovrò rispolverarli e scoprirne altri, magari con una bella rassegna.

    Ma oggi come oggi non saprei darle un giusto peso, anche se nel cuore rimane il Luca fulciano, ma qui debordiamo nel campo quasi horror e splatteroso(il corpo bruciato di Ajita Wilson rincorre nei miei incubi).

    Prometto una riscoperta di questo genere, nel più breve tempo possibile, cioè manco io sò quando avverrà simile evento.
    Ultima modifica: 16/11/11 19:59 da Buiomega71
  • Gestarsh99 • 16/11/11 22:37
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Bell'analisi Gest, molto "Nocturniana" debbo dire...

    Grazie anche a te, Buio!
  • Dusso • 17/11/11 08:35
    Archivista in seconda - 1830 interventi
    Buio il genere poliziesco o poliziottesco a me piace molto,sono un po' saturo perchè la maggior parte di quei prodotti(sia dai piu' classici a quelli piu' poveristici) li ho visti tutti,di quelli che hai citato il primo Mark(al contrario dei 2 seguiti)è davvero per me anonimo e molto bruttarello
    Probabilmente i miei preferiti sono La polizia ringrazia,Napoli Violenta e La polizia è sconfitta per citare quelli che di solito mi vengono in mente per primi
    Una mia lacuna è non aver mai acquistato appunto il libro "Italia Odia" di Curti insieme al libro di Giusti sugli 007 all Italiana(vabbè quello è un altro genere)
    Ultima modifica: 17/11/11 17:58 da Dusso
  • Buiomega71 • 17/11/11 17:21
    Consigliere - 25937 interventi
    Dusso ebbe a dire:
    Buio il genere poliziesco o poliziottesco a me piace molto,sono un po' saturo perchè la maggior parte di quei prodotti(sia dai piu' classici a quelli piu' poveristici) li ho visti tutti,di quelli che hai citato il primo Mark(al contrario dei 2 seguiti)è davvero per me anonimo è molto bruttarello
    Probabilmente i miei preferiti sono La polizia ringrazia,Napoli Violenta e La polizia è sconfitta per citare quelli che di solito mi vengono in mente per primi
    Una mia lacuna è non aver mai acquistato appunto il libro "Italia Odia" di Curti insieme al libro di Giusti sugli 007 all Italiana(vabbè quello è un altro genere)


    Se puoi, Dusso, acquista quel libro, e davvero esaustivo e comprende tutti i titoli italici del genere(nessuno escluso). Consigliato!
  • Dusso • 17/11/11 17:58
    Archivista in seconda - 1830 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Dusso ebbe a dire:
    Buio il genere poliziesco o poliziottesco a me piace molto,sono un po' saturo perchè la maggior parte di quei prodotti(sia dai piu' classici a quelli piu' poveristici) li ho visti tutti,di quelli che hai citato il primo Mark(al contrario dei 2 seguiti)è davvero per me anonimo è molto bruttarello
    Probabilmente i miei preferiti sono La polizia ringrazia,Napoli Violenta e La polizia è sconfitta per citare quelli che di solito mi vengono in mente per primi
    Una mia lacuna è non aver mai acquistato appunto il libro "Italia Odia" di Curti insieme al libro di Giusti sugli 007 all Italiana(vabbè quello è un altro genere)


    Se puoi, Dusso, acquista quel libro, e davvero esaustivo e comprende tutti i titoli italici del genere(nessuno escluso). Consigliato!


    Prima o poi sara' mio :)
  • Alex75 • 18/08/15 17:38
    Call center Davinotti - 709 interventi
    I contrasti tra Milian e Merli erano quasi inevitabili, trattandosi di due personalità forti e diametralmente opposte. Come ricorda Dardano Sacchetti, Merli si immedesimava molto negli uomini d'ordine che impersonava sul set e "quando dava la caccia a Milian gliela dava sul serio, non lo vedeva come un attore che interpretava un ruolo, lo vedeva come se fosse un delinquente o qualcosa del genere"; "Loro si sono picchiati sul set, quando Tomas gli dava i calci glieli dava sul serio. Non si piacevano". La prima proiezione di "Roma a mano armata", che si concluse con ovazioni per il cubano e fischi per il romano, non fece che esasperare questa rivalità. Infatti, quando i due furono nuovamente scritturati per "Il cinico, l'infame, il violento", Lenzi fece in modo che non si incontrassero mai sul set.
    Qui riporto un link da "Gente di rispetto" con alcuni aneddoti su Maurizio Merli, in cui sono citati anche i ricordi di Sacchetti:
    http://www.gentedirispetto.com/forum/archive/index.php?t-4016.html
  • Markus • 20/02/22 11:53
    Scrivano - 4775 interventi
    Chissà se la produzione si ispirò a un locale allora realmente esistito a Napoli (forse, negli Anni '70 piuttosto noto).

    Qui il "Dancing Marocco" (dal film "Sciuscià '80"):



    Qui, invece, quello che con molta probabilità è un luogo posticcio a Roma. Non porta a nulla, ma è un fatto curioso di omonimia.

    Ultima modifica: 20/02/22 13:31 da Zender