Discussioni su Purgatorio - Film (2014)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/02/17 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 18/02/17 09:55
    Consigliere - 25935 interventi
    L'incipit faceva ben sperare (il bambino che gioca con la macchinina, la mamma che dorme sul divano, la finestra aperta), eppoi stacco, la Chaplin che , in auto, si reca verso un palazzone quasi spettrale.

    Tutto girato in un appartamento (pochissimi gli esterni, che ritraggono strade notturne o desolate), quattro attori, senso di angoscia e solitudine, la Chaplin (bravissima) che si sobbarca tutto il film sulle spalle, rendendo bene il suo stato di nevrosi e smarrimento, girando per l'appartamento con calzettoni (sporchi) o facendosi strada nel buio con la luce dello smartphone.

    Teixidor, poi, e abile nello sfruttare gli spazi chiusi (l'appartamento, il garage sotterraneo), con fluidi movimenti di macchina, risaltando la claustrofobia e il senso di oppressione

    Però, alla fine dei conti, che film e?

    Incasellabile come genere, questa donna sola nel suo appartamento nuovo (appena trasferita lì con il marito, dopo la perdita del figlio piccolo Pablo), dopo che l'uomo esce di casa per fare il turno di notte. Smarrita si sente bussare alla porta , è una donna che dice che suo marito ha avuto un incidente e se può tenerle il figlio adolescente Daniel, perchè lei deve andare in ospedale.

    Da qui in poi, tra la donna e il ragazzino, comincia un morboso gioco al gatto e al topo

    Il ragazzino (che c'ha la faccia come i mocciosi morbosetti dei nostri drammi/psicologici/erotici settantiani) inizia a fare i dispetti alla donna (si fà preparare un panino col latte che poi non vuole più, sintonizza la tv su un canale porno, toglie la luce, gioca a nasconderella, si fà abbracciare dalla Chaplin per poi strofinarle la testolina sulle tette-non molto dissimile da una scena analoga del Shock baviano- per poi tirare in ballo il figlio morto della donna), e lei sprofonda sempre più nel vortice dell'incubo e della disperazione.

    Prima sembra una nuova versione della Tua presenza nuda, poi pare avvicinarsi ai lidi inquietanti del Bobby di Notte di morte, poi prende le vie dei J-HORROR giapponesi e alla fine ci si capisce più nulla e il film gira su se stesso, finendo nel nulla e raccontando praticamente il nulla.

    Solitudine opprimente? Elaborazione del lutto? Primi passi verso la follia? La coscienza che bussa alla porta? Non si saprà mai, perchè non si capisce dove Teixidor voglia nadare a parare e cosa voglia effettivamente dire (anche se, il taglio del dito in cucina, che si procura la Chaplin facendo il tramezzino al ragazzino, e il sangue che macchia il tramezzino e si mischia col latte, e notevole)

    La Chaplin che vaga nell'appartamento, sto ragazzino che dice di vedere Pablo e le parla come in Chi è L'Altro?, poi fanno una specie di seduta spiritica nel bagno davanti allo specchio, poi Pablo sembra esserci veramente, poi c'è la sua macchinina, la sua scatola dei giochi, il dentino, il morso, l'ascensore, l'aggressione, al di là dello specchio, la madre di Daniel torna, la Chaplin ritrova suo figlio morto, si dispera, "ci vediamo presto", specchio rotto a colpi di martello eppoi bhò, non so, c' ho capito più niente e fine dei giochi.

    Si poteva costruire una storia che andasse in diverse direzioni (la Chaplin che sbroccava in polanskiana memoria, per dire), invece nulla, si spreca così, come niente fosse, un buon potenziale di partenza e si getta tutto via in un crescendo che va a mano a mano sgonfiandosi, fino a essere niente, fino a perdersi nel vuoto assoluto.

    A poco servono le prove della Chaplin, la musica di Aaron Rux, la fotografia di Jon D. Domínguez e la regia non disprezzabile di Teixidor.

    Algido, confuso, abbastanza noiosetto, ripetitivo, senza senso alcuno.

    Si poteva tirarne fuori qualcosa di buono, invece di macchècaspitavuoldire?

    Un occasione sprecatissima, un opera che tenta di scavare nei maeandri della mente di una donna coi nervi a pezzi e ti fà rimanere con un pugno di mosche in mano. Sembrava una versione intimistica di Un Sussurro nel buio, e ci si ritrova persi in un guazzabuglio di pochezza e pasticcio narrativo a dir poco incomprensibile.
    Ultima modifica: 18/02/17 14:32 da Buiomega71