Note: Il film dovrebbe essere stato girato nel 1973, anche se il visto censura italiano è del 1974 e la prima proiezione pubblica addirittura del 1975. Coproduzione tra Italia e Messico.
Ragazzo messicano arriva negli USA e si scontra subito con la malavita che gestisce il traffico di clandestini. Un buon prodotto, con una storia ben scritta ed attori in parte, compreso lo sconosciuto (da noi) Jimenez, doppiato da Ferruccio Amendola. Un po' facile il contrasto tra i flashback della natura messicana e la grigia realtà newyorchese, ma il film regala alcuni bei momenti e la confezione è più che discreta. Da riscoprire.
Messicani, portoricani, neri: vittima di un'organizzazione denominata "Fratellanza" che a New York sfrutta, per mezzo della clandestinità, i disperati. Tra costoro piomba, come all'Inferno, l'utopico e onesto Sergio Fuente (un bravissimo Sergio Jiménez doppiato da Amendola). Coinvolgente e significativo lavoro di denucia su una prassi ancor'oggi (pur se da altre parti) inaccettabile pratica comune. Co-produzione tra Italia e Messico, può vantare una straziante colonna sonora a cura del grande Riz Ortolani. Interpreti in gran forma (Pistilli e la bellissima, qua castana e "drammatica", Farmer).
MEMORABILE: Il peregrinare da un lavoro all'altro, lo stato di abbandono, l'amore corrisposto (ma sbagliato): sembra d'esser di fronte ad un Bukowski di qualità.
Film strano che un po' sembra voler percorrere le strade di genere ma che tenta anche la carta dell'impegno e della denuncia sociale. Ma su quest'ultimo versante lo fa con poca convinzione e credibilità, tanto da inserire spesso le solite scene
pseudoerotiche ed un po' di violenza che non guasta mai. Cast interessante ma sostanzialmente sprecato (Rey) o con attori in parti del tutto
improbabili (Pistilli). Si lascia guardare e non annoia più di tanto, ma per il resto non ci sono cose rilevanti da segnalare.
La volontà di denunciare il traffico di immigrati messicani negli Usa è sicuramente lodevole per un film che nasce con prospettive chiaramente di genere. Peccato che alcune (troppe) cadute nel pruriginoso e in vicende meno pregnanti facciano deviare il tutto in un film che non capisce bene dove andare, regalando più di un momento di noia. Opinabile poi la scelta degli attori, con il bravo Pistilli che finisce per fare il messicano. Fuoco di paglia.
Un dramma con alcuni momenti melò in cui si evidenzia la disperazione di un profugo messicano tra pestaggi e umiliazioni. Un discreto e veritiero ritratto in cui l'analisi è lucida e spietata. Ottimo il protagonista ben affiancato da una conturbante Farmer, da un onesto Pistilli e dal lucherino Rey. Interessanti i ricordi messicani del protagonista e finale che offre poche speranze.
Insolita coproduzione italo-messicana per un film che, nonostante le incertezze con cui oscilla tra melodramma e denuncia sociale, ha il merito di mettere sul piatto un argomento ancora oggi di stringente attualità come lo sfruttamento illegale degli immigrati clandestini. Non del tutto riuscito, ma la scorrevolezza è quella tipica del nostro cinema di genere e il finale tragico lascia il segno. Lo sconosciuto Jimenez è un buon protagonista, Rey e Pistilli si aggrappano al mestiere, bellissima la Farmer castana. Non male le musiche di Ortolani.
MEMORABILE: Emblematica la scena in cui i poliziotti irrompono nella sala bowling e, per non sbagliare, iniziano a manganellare i neri...
Lo sfruttamento dei messicani senza documenti negli Usa ieri come oggi in un film crudele che non lascia spazio a nessun tipo di speranza. Chi alza la testa è destinato suo malgrado a essere schiacciato come un serpente dai suoi stessi simili. La regia è solida e il concetto che si vuole esprimere bello chiaro. L'uomo, senza diritti, diventa un burattino usa e getta da sfruttare sino allo sfinimento fisico e morale.
Attraverso le vicende di un clandestino messicano che, lasciata la via vecchia, si scontra con un'associazione di tipo mafioso che gestisce l'immigrazione illegale, Darnell esita fra il film di denuncia e quello d'azione, con inevitabile parentesi rosa. Al protagonista Jimenez manca però il carisma che il ruolo richiede e prendono via via spessore i buoni Rey e Pistilli che fra molti momenti morti e qualche lungaggine riescono a salvare parzialmente la pellicola. Buona prova della Farmer. Film evitabile, se non si è interessati all'argomento.
Dal titolo può sembrare un poliziesco Anni Settanta, magari ricco di azione; niente di tutto questo: si tratta di un dramma sociale. Perfetta la scelta del cast, con gli ottimi Pistilli e Rey e una bellissima Mimsy Farmer dall'insolita capigliatura scura. Per niente noioso con ottime musiche, anche se decisamente ripetitive. Caduto nel dimenticatoio per anni, doveroso riscoprirlo.
MEMORABILE: Un operaio si ribella e finisce ucciso; Le lacrime della Farmer; La musica del grammofono.
Solido, inconsueto film per adulti; un dramma in salsa “noir” che emerge più per le ottime partecipazioni che per la vicenda in sé. L’analisi sociale c’è ma è poco più di un abbozzo, mentre subentrano con prepotenza le parti feroci e quei siparietti erotici che sembrano fatti solo per dare del peperoncino a un prodotto già abbondantemente pepato. L’America anni 70 propone sexy shop e whisky facile, ma pretende un caro prezzo per i suoi vizi da “buona” nazione occidentale. Almeno questo è stato trasmesso con molta franchezza.
MEMORABILE: Il terribile pestaggio al bowling; Il finale con le lacrime.
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Volevo inserire e commentare NEW YORK VIOLENTA di Schellerup,ma vengo sempre deviato su questo film.FAUNO.
DiscussioneZender • 7/06/10 21:15 Capo scrivano - 49212 interventi
In questo caso ti sarà sufficiente inserire una serie di lettere a caso nel cerca, tipo
"sadkjhfksdfksfgksdfhksghf"
ti dirà che non ha trovato il film. Sotto ti apparirà la solita scritta: se hai vidto il film e non vuoi commentarlo... ecc.