I visitatori 3 - Liberté, égalité, fraternité - Film (2016)

I visitatori 3 - Liberté, égalité, fraternité
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Les visiteurs: La révolution
Anno: 2016
Genere: fantastico (colore)
Note: Terzo capitolo della saga iniziata con I visitatori (1993) e proseguita con I visitatori 2: ritorno al passato (1998)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Se la forza dei VISITATORI stava nel forte contrasto tra le usanze del Medioevo e quelle del XX secolo, dove i due protagonisti si ritrovavano sia nel primo capitolo che nel suo seguito, fermarli qui ai tempi della Rivoluzione Francese fa perdere alla formula gran parte delle sue potenzialità. Le differenze tra le due epoche (soprattutto viste oggi) sono molto minori e non facili da rendere, particolarmente per chi non conosce quel periodo come i cugini d'Oltralpe. Giunti lì quando ormai la testa del Re è stata...Leggi tutto tagliata, Goffredo l'Ardito (Reno) e Jean Coion "il marpione" (Clavier) si ritrovano in un turbinio di eventi di cui faticano a capire i contorni. Di origini chiaramente nobili, Goffredo si pone subito come missione quella di ripristinare l'ordine costituito liberando il delfino di Francia per rimetterlo sul trono; ben presto capirà che non c'è trippa per gatti. Finirà per spacciarsi per il cugino austriaco di una contessa intraprendendo con lei e i suoi familiari un viaggio che però, invece di concludersi a Vienna come previsto, s'interromperà a Parigi, dove i nostri conosceranno nientemeno che Marat e Robespierre. Quello che però subito colpisce, nel film, è l'adagiarsi degli autori in una rumorosa avventura in costume dove gli equivoci anacronistici alla base del successo della saga scompaiono quasi del tutto annientando ogni velleità umoristica o quasi, confinata alle solite battutacce di Jean Coion legate alla puzza, allo sterco e a tutto ciò che ne ha da sempre contraddistinto la natura. Reno cerca di mantenere il caratteristico aplomb, ma anche in questo caso il gioco non prevede più quella buffa sensazione di fuori luogo che, sottesa ad ogni sua azione, la rendeva spassosa. Clavier si sdoppia interpretando pure il rivoluzionario Rincoionì ma la cosa non aumenta le risate, che sembrano nel film del tutto secondarie a una messa in scena ricca che regala una ricostruzione storica più che decente, con belle riprese in esterni e una fotografia all'altezza. Ma non basta, è evidente: siamo alle prese con una semplice commedia in costume che oltretutto dura troppo e che nel finale piazza dieci minuti posticci ambientati ai tempi dei nazisti anticipatori, nelle intenzioni, di una imminente quarta parte. Simpatico rivedere Marat sul suo scrittoio come nel celebre dipinto di David, ma sono suggestioni facili, a cui manca oltretutto la tensione data dalla scelta di girare dopo la Presa della Bastiglia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/18 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/01/19
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Daniela 1/10/18 16:51 - 12621 commenti

I gusti di Daniela

Questa volta il prode cavaliere medievale ed il suo inaffidabile scudiero, sempre sospesi nel tempo a seguito di una magia, si ritrovano alle prese col Terrore post-rivoluzionario e rischiano di perdere la testa sulla ghigliottina... A molti anni di distanza del primo simpatico capitolo e dal più fiacco sequel, eccone un terzo di cui si poteva fare a meno: una farsaccia sgangherata e ben poco divertente in cui dispiace vedere coinvolti attori in altre occasioni valenti come Reno e Clavier, quest'ultimo anche co-sceneggiatore insieme al regista. Da evitare con cura.

Magerehein 9/04/23 09:42 - 985 commenti

I gusti di Magerehein

Chiusura assai tardiva della saga sui Visitatori. Se da un lato risalta la cura profusa nell'imbastire la confezione, dall'altro è evidente che il film fallisca proprio nel suo intento precipuo. Arduo divertire lo spettatore se il grosso delle battute si concentra per lo più su puzze e prodotti ultimi della digestione (ormai l'effetto sorpresa del trovarsi in un'epoca diversa si è perso); troppi inoltre i momenti di stanca. Reno si salva con mestiere, Clavier esagerato (e mal doppiato da Pino Insegno), a corrente alternata il rimanente cast. Grottesco più che comico, si ride poco.

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  • Curiosità Magerehein • 9/04/23 09:23
    Call center Davinotti - 73 interventi
    A differenza del capostipite, questo film è stato un flop d'incassi; costato 25 milioni di euro, ne ha incassati solo due (meno dei cinque che la produzione si attendeva).

    Fonte: Wikipedia