The god of cookery - Film (1996)

Lo shaolin applicato all'arte della cucina. Stephen Chow, regista e interprete nella parte di se stesso, apre il film nel ruolo del "God of cookery" del titolo, ovvero del più grande assaggiatore e critico culinario di Hong Kong. Un autentico Dio del settore, venerato e amante della stroncatura feroce. Al premio annuale di cucina rifila uno zero a tutti motivando i voti con raffinata perizia. Una carriera d'oro, interrotta quando un suo aiutante finirà per spodestarlo in diretta prendendone il posto. Ridotto in miseria, risalirà la china producendo specialissime polpette di carne elastiche (battute migliaia di volte) con un cuore di gamberi che spruzza esageratamente al primo morso. L'obiettivo è...Leggi tutto quello di ripresentarsi alla nuova edizione del "God of coockery" dopo aver appreso l'arte totale della cucina in un monastero Shaolin. Una storia folle, condotta da Chow con l'abituale abuso di nonsense e di bambocciate tipicamente orientali. Ritmo sostenuto, grande conoscenza dei mezzi a disposizione e una tecnica di ripresa già molto affinata caratterizzano un film banale nella struttura ma ricco di momenti curiosi. Splendida ad esempio la preparazione "volante" dei piatti, con sapiente uso del ralenti e una spettacolarizzazione del tutto inedita, per il campo. Ancora non si esagera come nei film futuri di Chow, non c'è ancora quella creatività incredibile che lo trasformerà in un vero regista di culto, ma già in più occasioni, dietro la patina di ingenuità confinante con un'apparente stupidaggine, se ne intravedono le potenzialità. Poca fusione con le arti marziali, non molti effetti, ma una chiara idea di cinema.

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