Per quasi un'ora il film è mediocre anche per i fan più incalliti della Mell, ma ha uno scatto improvviso quando entra in scena Rabal. Nel ruolo di un goffo ricattatore approfittatore, crea una toccante discussione con la Mell su che cosa voglia dire avere tribolato per una vita intera (con dovizia di particolari), trovarsi davanti l'occasione della vita, sfruttarla con l'infelicità come effetto collaterale, o non sfruttarla per niente perché criminali non ci si improvvisa...
Interessante dramma-thriller con una strepitosa Marisa Mell. Da citare la presenza di Helga Liné quale migliore amica della protagonista, Rabal come convincente ricattatore frustrato e anche il resto del cast (in una particina c'è il mitico Luciano Pigozzi!). Il dramma che sfocerà nell'omicidio è ben rappresentato, con un'adeguata rappresentazione psicologica della protagonista. Mi ha colpito positivamente, ve lo consiglio.
Titolo, attrice e anno di produzione facevano presagire la solita commedia erotico provinciale, invece siamo dalle parti del thriller italo-iberico con delitti in interni familiari altoborghesi stile Due maschi per Alexa o Nel buio del terrore. La sorpresa è comunque piacevole. Dopo una partenza confusa e svogliata con situazioni e dialoghi da fotoromanzo, il film prende inaspettatamente corpo, ben sostenuto da una Marisa Mell sorprendentemente intensa oltre che sensualissima. Notevole anche Rabal mentre Granger e la Liné sono un po' ridicoli.
MEMORABILE: I primi piani sul volto della Mell durante l'ultimo dialogo con il suo amante nelle scene finali.
Titolo quanto mai fuorviante, così come i primi venti minuti insipidi che non invogliano a proseguire. Poi la sferzata drammatica che scivola presto nel thriller e la tensione rimane su ottimi livelli sino alla fine, con una Mell decisamente brava e in parte e Rabal perfetto nel ruolo del "morto di fame". Molto meno incisivi i personaggi di contorno ma poco importa: il film si regge sul personaggio di Luisa.
All'inizio sembra un dramma tipico di quei tempi con tanto di discorsi sui sessi e sui rapporti uomo-donna. Poi si trasforma in una sorta di blando thriller con poche sorprese e molte cose già viste, sviluppi narrativi e finale compreso. Però non è certo invedibile a patto di non cercare tensione continua ed emozioni forti. La Mell è sempre bellissima, ma altrove si è concessa con più generosità.
Nulla a che vedere con la commedia scollacciata come il titolo indurrebbe a credere; qui siamo in un dramma d'alta società sull'ipocrisia del ceto borghese - contro di essa si scaglia la figura del rabbioso ricattatore Rabal - che di tanto in tanto sconfina nel thriller (la Mell nel suo abituale personaggio di mantide). La regia, piana e discreta, raccorda agilmente i vari registri del film.
MEMORABILE: «Non è mica vero che uno che sta a terra non vale una cicca! Queste sono le stronzate che raccontate voi sporchi borghesi!».
Non ci si faccia ingannare, non siamo di fronte all'ennesimo elemento della lunga filiera scollacciata italiana. Qui si gioca con la povertà, la frustrazione e la smania di conquistare un posto nell'agognata alta società. Marisa Mell è splendida interprete di un film molto particolare, che si sviluppa attraverso una corsa a ritroso verso il baratro, perdendosi in omicidi, ricatti e scene d'amore bollente. Ci sono anche Rabal in un ruolo rozzo e fastidioso e Riccardo Salvino nella parte dell'amante focoso. Curiosità d'antan.
MEMORABILE: La Mell mostra i seni a Rabal, in un gesto di sfida.
Quanto di più lontano da ciò che il titolo, tecnicamente neppure in contrasto col contenuto del film, lasci supporre: una prima mezz'ora di critica sociale (lavoro precario e sottopagato, da Loach all'amatriciana e conseguente matrimonio di interesse) che devia, tramite un gioco di montaggio piuttosto confusionario, verso il thriller da camera, con una partita a due priva di particolari sussulti ma tutto sommato coerente e nemmeno troppo banale nel tratteggio dei suoi personaggi. Credibili Mell e Rabal, troppo sopra le righe Granger. Riuscita colonna sonora di Cipriani.
L'ingannevole titolo farebbe pensare a una delle tante commedie sexy che si giravano in quel periodo, quando in realtà siamo dalle parti del dramma borghese con innesti thriller, anche interessante nel suo sottofondo di critica sociale ma penalizzato da alcune reazioni comportamentali abbastanza incongruenti. Marisa Mell è sempre bellissima e anche convincente nell'interpretazione, Rabal un valido antagonista, mentre Granger e la Liné incidono poco e Salvino risulta piuttosto insipido (forse non solo per colpa del suo personaggio). Piacevoli le musiche di Cipriani.
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