Avete presente IL PRIGIONIERO (The prisoner), il celebre telefilm inglese in cui Patrick McGoohan si svegliava un giorno in un mondo di cui nulla conosceva e del quale non comprendeva i meccanismi? Ecco, è la stessa sensazione che rischia di avvolgerci nell'assistere a questo assurdo film dell'ex scenografo Robert Fuest, il creatore del dr. Phibes che ama precisare, anche in questo caso, la "provenienza" del film scrivendo "Written, designed and directed by Robert Fuest". E in effetti le scenografie, gli effetti fotografici, i contrasti cromatici...Leggi tutto sono parte integrante di THE FINAL PROGRAMME, spesso l'unica ragion d'essere. Perché per il resto la sensazione di assistere a un illogico e per lo più incomprensibile accumulo di situazioni poco stimolanti è forte. Jon Finch, che interpreta Jerry Cantrell (l'eroe della serie scritta da Michael Moorcock), viene sbattuto da una parte all’altra senza che né lui né noi si riesca a capirne i motivi. Si intuisce che c'è dietro un microfilm, che il "programma finale" del titolo riguarda la creazione di un ermafrodita autoriproducente e immortale, ma poi? Solo qualche modesta scena d'azione, una spruzzatina di sesso, gag di dubbio gusto, il tentativo di ricercare una difficile ironia e di provocare invece nello spettatore una noia mortale dovuta alla difficoltà nel comprendere la storia (vagamente mistica). Non appena si cominciano a intuire i meccanismi della vicenda e ci si perde nuovamente dietro all'insulsaggine della scena successiva. Cosí, ad un certo punto, passa anche la voglia di seguirlo, un film cosí. Sperimentale nella peggior accezione del termine, vacuo come pochi, ambizioso senza ragione.
Stralunato esempio di cinema anni '70, debitore (ma solo per l'ambientazione) di Arancia Meccanica. La vicenda narra della lotta per il possesso di un "programma finale" (il titolo originale del film) capace di accelerare di millenni l'evoluzione umana. Il tutto è immerso in un clima di follìa lisergica come rappresentazione di un futuro prossimo in cui è soprattutto la mente umana ad essere cambiata piuttosto che l'ambiente. Molte le situazioni ironiche e un finale spiazzante. Film ricco di sperimentalismi, assurdo ma affascinante.
Bizzarro, pasticciato e confusionario film di fantascienza Anni Settanta caratterizzato da una trama molto scombiccherata in cui è difficile capirci qualcosa tanto che è impossibile appassionarsi a quanto succede sullo schermo fino ad arrivare alla parte finale che è semplicemente ridicola, delirante e, involontariamente, esilarante. Le scenografie, non poco kitsch, in stile tipico di quegli anni sono l'unica cosa che si salva parzialmente.
Assoluto fanta-delirio di un cinema che non c'è più. Solo l'autore dei due Phibes poteva partorire una follia-pop-fantascientifica come questa. Scienziati che vogliono creare il Superuomo, un computer chiamato Duel! Voraci e spietate femmine che "cannibalizzano" virtualmente le loro vittime. Straordinarie le scenografie dello stesso Fuest, soprattutto quella del bar "futuristico" con i flipper, che ispirò pure Ken Russell per Tommy. Consigliato a chi ama un certo tipo di cinema stravagante.
MEMORABILE: L'accoppiamento tra Jon Finch e Jenny Runacre, che dovrebbe dar vita al Superuomo. In realtà un grottesco scimmione!
Ironico e originale questo piccolo grande film di fantascienza scritto e diretto da Fuest, che racconta di un futuro prossimo dove l'evoluzione ci ha avvicinati alla fine del mondo. Splendide le location, divertenti i dialoghi, ottime le scenografie di un cinema che non hai mai visto. Il regista si avvale di un buon cast tra cui Finch e Runacre. Per gli amanti del genere un film imprevedibile e poco conosciuto pieno di dettagli (ogni immagine ne è ricca) che può lasciarvi talvolta sconcertati ma che vi conquisterà.
Cast variegato, alcuni ottimi attori, specie i protagonisti, altri non all'altezza del resto del cast. Geniale l'idea di base: la creazione dell'uomo perfetto, un ermafrodita che si autofeconda e si autoproduce. Per il resto si apprezzano le scenografie bellissime, marchio di un'epoca. Sperimentalismi, bizzarrie e citazioni naziste fanno il resto. Spiazzante.
Oggi può sembrare un delirante esercizio stilistico di pop-art psichedelica, in realtà è la testimonianza di uno dei modi di fare fantascienza in Inghilterra a cavallo tra '60 e '70 (vedi Arancia meccanica, con cui condivide anche alcuni attori secondari). Al limite del barocco: c'è decadenza, eccentricità, una sorta di sfacelo morale ed esistenziale che ci condurrà al compimento dell'esperimento "atomico-sessuale" da cui scaturirà fisicamente il messaggio finale del film, sotto forma di nuovo inizio. Solo per stoici cultori Sci-Fi.
Curioso, ma solo parzialmente riuscito, film di fantascienza che mescola temi "importanti" con una notevole dose d'ironia. Il problema risiede però nello svolgimento della trama, che risulta molto sconclusionato, tanto da rendere abbastanza difficile seguire la vicenda. Rimane un esempio di un certo genere di cinema, tipicamente anni '70, fatto di bizzarrie e immagini volutamente kitsch. Visionario e per questo meritevole di visione.
Robert Fuest HA DIRETTO ANCHE...
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...sono contento che qualcuno la pensi come me io adoro questo genere di film, zardoz ne è un altro esempio straordinario,interessante sempre di fuest ,oltre al piu' famoso l'abominevole dr. phibes, anche il mostro della strada di campagna .segnalo anche il già nominato l'invenzione di morel ,film tra i miei preferiti,e poi tutta la fantascienza sociologica degli anni 70 premonitrice e affascinante,ciao,
Veniva dato spesso durante gli scioperi dei giornalisti RAI negli anni '70/'80, insieme ad Andromeda, Damnation Alley (l'Ultima Odissea) e Il Mondo dei Robot.
Evidentemente ai tempi c'era un direttore che amava il genere.
Quando lo vidi allora (in bianco e nero) mi impressionò (anche per il sesso finale, merce rarissima per la Rai di allora). Mi colpi subito il protagonista con questo suo abbigliamento da dandy del futuro.
Un film fino a qualche anno fa davvero difficile da reperire tanto che riversai manualmente l'audio italiano di un VHS su un dvd originale acquistato per pochi euro in un cestone in Germania per mantenere una copia di qualità sufficientemente duratura.
Va comunque visto se si ama la fantascienza. Anch'io trovo che abbia molte affinità con Arancia Meccanica e con il decadentismo di Zardoz (qui trovo che ci sia anche un'analogia tra le rispettive scene di sesso che coinvolgono Jerry e Zed e che si svolgono sostanzialmente per produrre un risultato, una fusione verso una mutazione).
Uno dei balocchi più bizzarri e sfuggenti ( giustamente come lo è ZARDOZ o L INVENZIONE DI MOREL) della fanta '70.
Film, poi, a cui sono legato particolarmente, fu il primo che vidi seienne ( sulla seconda rete RAI) con quei corpi nudi che facevano " strani giochi " e i miei ( inconsapevoli di quelle immagini , ormai fluttuanti sullo schermo della TV ) mi dissero che " facevano la lotta"
Ne rimasi turbatissimo, e cosi che scoprì questo strano oggetto che era il cinema ( l altro , dello stesso peso da " nave scuola" fu ANCHE GLI UCCELLI UCCIDONO, sempre trasmesso dalla RAI in quel magico periodo, il 1977)
Non solo gemma grezza della SF settantiana di un autore visionario e personalissimo, ma anche ( e forse soprattutto) il mio promo contatto con il cinema ( il mio avatar davinottico e li a testimoniarlo)