Viaggio all'inizio del mondo - Film (1997)

Ultimo film di Mastroianni, ma soprattutto splendido esempio di film intimista di Manoel de Oliveira, grande regista portoghese. Una sorta di "amarcord" in sospeso tra il racconto ed il mito, sul tema sempre affascinante del trascorrere del tempo. De Oliveira aveva 88 anni all'epoca delle riprese, nondimeno ha già girato altri 12 film da allora, in barba alla legge spietata del dio Krònos... E ci stupiamo che il più bel film sul "tempo" in senso lato lo abbia girato proprio lui? Da vedere, con gli occhi e (soprattutto) con il cuore.

Grandissimo film di de Oliveira che si incammina sul viale della reminiscenza (accompagnato da un commovente Mastroianni al canto del cigno) portandoci per mano, con gran classe e lievità, attraverso i campi della memoria ed i dolci declivi lusitani. La prima parte è tutta dedicata al ricordo (impossibile non pensare al Posto delle fragole) mentre nella seconda si approfondisce di più il discorso sul Portogallo e sulla sua ruralità. Bellissimo utilizzo della luce e dei paesaggi, morbidi all'inizio e poi sempre più aspri.

Film, in parte autobiografico e comunque ispirato ad una storia vera, sull'importanza della memoria e del ricordo per evitare l'oblio (ma si trattano anche altri temi importanti) che nella prima parte però può anche annoiare un po' a causa della sua verbosità. Si riscatta completamente con una seconda parte di grande bellezza che regala emozioni profonde e sincera commozione. Forse lievemente inferiore alle aspettative ma in ogni caso di sicuro valore. Ultimo film di Mastroianni (bravo) anche se è il personaggio della zia ad entrare dentro.

Viaggio alla ricerca di ricordi e alla ricerca delle proprie origini. La prima parte è per i ricordi del regista Manoel (Mastroianni, alter ego di de Oliveira), solare e nostalgica, dove viene alla luce un'infanzia non facile. La seconda parte, nel piccolo paese montano, è pura commozione. Le immagini hanno una diversa luce, calda negli interni, velata negli esterni, nel piccolo cimitero dove un Mastroianni malato si aggira sorretto dalla stampella; il viso segnato (ma ancora bello) della zia si allarga in un sorriso di accettazione.

Un regista e un attore vanno in Portogallo, uno per rivivere ricordi passati e l’altro per conoscere la zia. Film parlato, soprattutto nella prima parte, in cui Mastroianni riesce ad affascinare nel declamare avvenimenti lontani nonostante i problemi di salute. Quando l’azione si sposta su Gautier il film diviene più intimista, anche grazie alla diffidenza della zia che si apre ai ricordi d’infanzia. De Oliveira riesce a trasmettere il passare del tempo come se fosse appunto un viaggio, non solo nei ricordi, senza una meta precisa ma con la sorte del destino già scritta.