Dal punto di vista figurativo siamo su livelli altissimi non solo per la bellezza delle immagini ma anche per l'altissima qualità della regia con inquadrature splendide che confermano di che pasta è fatta questo
straordinario cineasta. La storia è interessante e serve al regista per raccontare, con vena pessimista, di un'umanità che ha ormai perso i suoi valori ed in cui dominano la violenza nonché il possesso materiale anche e soprattutto in campo religioso. Notevole anche se Vlacil aveva fatto meglio col film precedente.
Impossibile eguagliare la complessità di Marketa Lazarová (rimane intatto, però, lo splendido valore formale del bianco e nero). Il racconto qui è più lineare e la dialettica fra i due protagonisti mette in ombra l'affresco d'epoca e il concerto di voci; il finale, però, sale nettamente di livello prefigurando uno scontro tra il singolo (e la felicità quotidiana) e le leggi di un mondo (il cristiano templare) che obbedisce a fattori supremi e contempla, perciò, il sacrificio d'un individuo in vista del trionfo della regola ideale e divina.
Frantisek Vlácil HA DIRETTO ANCHE...
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Complimenti per la benemeritata Cotola. Io lo vidi quasi due anni fa ma come per molti altri film, non l'ho poi davinottato.
"Marketa Lazarová" lo saltai a piè pari vista la sua durata.