Don't play with fire - Film (1980)

Incompromissorio, nerissimo, ruvido, secco, agrodolce, anarcoide, iperviolento, ultrapessimista. L'anello mancante tra il Wakamatsu di Estasi degli angeli e il Kumakiri di Kichiku dai enkai. Ricontestualizzazione delle musiche di Zombi, la cui risignificazione diegetica avrà fatto commuovere Romero. Il capolavorissimo di Hark.

Tre studenti, ricattati/guidati da una ragazza mentalmente disturbata, sorella di un poliziotto, compiono una serie di attentati ma i guai veri iniziano per loro quando casualmente si impadronisco di una grossa somma di denaro... Spiazza all'inizio, sia per il contrasto fra la coglionaggine dei tre bombaroli dilettanti ed il perturbante sadismo della ragazza, sia per l'accentuazione quasi grottesca della tamarraggine dei delinquenti in ballo, ma poi diventa sempre più stringente, per culminare nel grandioso bagno di sangue della lunga sequenza finale. Thriller cupissimo che non salva nessuno.

Difficilmente etichettabile ed ascrivibile ad un solo genere, resta nella memoria per il suo spirito anarchico e per la sua furia nichilista e pessimista che non risparmia niente e nessuno. La regia di Hark (ad una delle sue opere migliori) è secca, nervosa ed efficace. I protagonisti non brillano per simpatia ed intelligenza e ciò rende impossibile qualsiasi identificazione con loro. Duro, violento e con almeno un paio di scene che entrano nella memoria per non uscirne più. Astenersi animalisti (vedi sotto) ed anime sensibili.