Prendiamo CLERKS e trasferiamolo in un centro commerciale alla STORIE DI AMORI E INFEDELTÀ. Non avremo GENERAZIONE X perché l'ispirazione di Kevin Smith non è certo la stessa, però avremo vagamente l'idea di cosa aspettarci. Perché i protagonisti sono sempre ragazzetti maniaci di film e fumetti, dalla parolaccia facile e dall'approccio disincantato verso il sesso. Perché la sceneggiatura tenta di ricalcare il modello originale anche se è meno ricercata, più superficiale. Perché Jay (Jason Mewes)...Leggi tutto e Silent Bob (lo stesso regista Kevin Smith) sono sempre lì a sparare sciocchezze tra una volgarità e l'altra provvedendo a fare da contorno proprio come in CLERKS. Purtroppo però, nonostante Jason Lee sia bravo e simpatico (il suo Brodie è in realtà uno dei pochi personaggi convincenti del film), i dialoghi finiscono sovente per perdersi nel nulla mentre la regia fatica a dosare le componenti per dare omogeneità al tutto. E così, a momenti di comicità azzeccati e caratteristici dello stile personale di Smith (esilaranti la "stretta puzzona" e il sabotaggio del "Gioco delle coppie" girato nel centro per festeggiare la Pasqua), si alternano fasi frastornanti e fastidiosamente caotiche, in cui si sente mancare una mano più decisa nell’organizzazione generale. Comunque una commedia giovanile non disprezzabile (finale a parte), fresca e a tratti riuscita, con un Michael Rooker (I'Henry di PIOGGIA DI SANGUE) pelato e spietato e una Shannen Doherty meno presente del previsto. Divertente il cameo di Stan Lee.
Smith che più Smith non si può. Certo non vale Clerks (ma nemmeno Chasing Amy), ma è indubbio che i fan del regista potranno trovare in "Generazione X" una bella commedia demenzial-fummettistica ricca di citazioni, situazioni assurde e una manciata di attori di talento alle prese con personaggi che è impossibile non amare. Grandissima la piccola parte recitata da Stan Lee. Per "smithiani" convinti (come del resto lo è anche Jay and Silent Bob Strike Back del 2001).
Adoro Kevin Smith e la sua comicità citazionistica che fa leva sulla banalità dei soggetti e sul solito gruppo di personaggi falliti. Ma in particolare adoro loro: Jay e Silent Bob, tanto forti quanto stupidi e inutili. È una commedia per nulla impegnata come vuole la tradizione, energetica e a tratti volgarissima ma allo stesso tempo semplice e immediata. Non si mantengono le promesse di Clerks ma tra qualche torpiloquio, un Guerre stellari e i fumetti in ballo, si conserva l'aria alternativa che fa della futilità un cavallo di battaglia.
Dopo la buona prova di Clerks, arrivato al secondo film, Kevin Smith compie mezzo passo indietro. Non funziona molto in questa commedia ambientata in un centro commerciale (quasi un luogo di culto già all'epoca) dove non funzionano i momenti comici e gli attori sembrano forzati ed impacciati. Piacerà ai fan accaniti del regista.
Lo stile di Kevin Smith è inconfondibile e che piaccia o meno questo è una cosa che non gli si può togliere. Il confronto con il precedente Clerks è d'obbligo e il risultato è leggermente inferiore, anche perché l'effetto sorpresa del primo film è svanito. Rimangono però impresse alcune scene molto divertenti e la scanzonatura di fondo che rende il film a tratti grottesco e a tratti profodamente malinconico.
Film comico-demenziale, meglio se visto in lingua originale data la massiccia presenza di volgarità lessicali, che non so perché rendono molto di più nello slang americano che nel nostro più che impostato idioma. Inizialmente banalità e scenette da film di quart'ordine travolgono lo spettatore, che a fine film si ritroverà costretto a ridere ad ogni scemenza propinata grazie all'impronta comica non così illogica data dal regista Kevin Smith. Solo per intenditori del genere.
Cinema basso ed effimero, con un'alluvione coprolalico-fallomane che miracolosamente non arreca troppi danni, grazie alla tenuta del ritmo e i buoni tempi comici imposti dalla solida regia e dalle caricature di una "generazione X" costituita da topi da centro commerciale e vitelloni debosciati, fumettari, sessuomani e fanatici del luna park, in fondo non troppo lontani dalla realtà. Cartoonesco il simpatico personaggio dello stesso regista, provvisto di gadget degni di un supereroe. **/**!
MEMORABILE: La veggente in topless con tre capezzoli; l'incontro con Stan Lee; Il match di "True date".
Credo di avere rintracciato le radici dell'orrida saga di American Pie; perché mutatis mutandis nel cambio di generazione, abbiamo gli stessi futili sketch che non mi riescono proprio a far ridere. In effetti non si ride poi molto in questo film comico, tranne che per qualche battuta riuscita. Si può apprezzare una venatura satirica, come quella mirata contro la pubblica sicurezza, la quale tuttavia non si consolida. Rimane una storiella che ci vuole insegnare modestamente qualcosa, ma proprio non si riesce a dargli fiducia.
MEMORABILE: La parte finale con lo show, dove finalmente il film riesce a mostrare qualcosa.
Rispetto allo scoppiettante e indimenticabile Clerks, almeno due o tre passi indietro. I protagonisti si aggirano qua e là, con lunghi sproloqui poco comici e toni più addomesticati che nell'illustre predecessore. Jason Lee è poco espressivo, la Doherty odiosa e recita male. Qualche buona notizia viene dall'assurdo personaggio del sempre bravo Rooker e dai demenziali Jay e Silent Bob, già qui però ridotti a macchiette (mentre in Clerks avevano un proprio delirante spessore). Bolso.
Che l'atmosfera generale di "Generazione X" non sia assolutamente la stessa di Clerks è sempre più palese man mano che il film scorre. Smith dirige una pellicola con un altro livello di goliardia ma rispetto all'esordio si perde la sua componente riflessiva per un approccio molto più comico. Ad ogni modo qualche gag e battuta divertente ci sono, il cast è pienamente azzeccato e il cameo di Stan Lee è assolutamente godibile e perfetto. Godibilissimo.
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CuriositàFabbiu • 31/07/10 20:53 Archivista in seconda - 652 interventi
In una scena del film; mentre i due protagonisti chiacchierano in un market, uno di loro (Doug) prende in mano un cappellino con la scritta "Clerks" (il film di Kevin Smith) lo guarda inorridito e poi lo rimette a posto.