Le viol du vampire - Film (1967)

Le viol du vampire
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Titolo originale: Le Viol du Vampire
Anno: 1967
Genere: horror (bianco e nero)
Note: Aka: "Queen of the Vampires", "La Reine des vampires", "The Rape of the Vampire", "Vampire Women", "Die Vergewaltigung des Vampirs"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/06/08 DAL BENEMERITO CIAVAZZARO
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Ciavazzaro 23/06/08 11:36 - 4768 commenti

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Davvero non male. Prima opera horror di Rollin, composta da due mediometraggi. Dal punto di vista della messa in scena è ottima, mentre il cast è così così (anche se la regina dei vampiri è da apprezzare). Buona l'atmosfera, non male anche lo svolgimento della storia. Da vedere.

Il Gobbo 15/04/13 11:52 - 3015 commenti

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Lungometraggio d'esordio fra surrealismo e grand-guignol, fantascienza e feuilleton, slanci avanguardistici (o amatoriali?), il free-jazz eseguito da Barney Wilen. Subito sciorinati molti topoi rolliniani (la spiaggia, i manieri, le vampire vere o presunte più svestite che no). Ingredienti di un disastro, e invece il film - uscito nel maggio francese e proiettato fra turbolente reazioni - funziona. Apparizioni dello stesso regista e dei fumettari d'avanguardia Druillet e Nicolas Devil, che con Rollin realizzerà il capolavoro Saga de Xam

Giùan 5/05/13 07:09 - 4528 commenti

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Ovvero l’orrore ai tempi della nouvelle vague. Il lungometraggio d’esordio di Rollin, pur affondando le sue radici nel surrealismo, risente della libertà espressiva tipica del ’68 e dintorni. Esplicitamente interessato alla mera sostanza visiva del processo filmico, il regista rifiuta di affiliarsi alle correnti fenomenologie vampiristico-cinematografiche, imbastendo una pellicola gelidamente astratta, immersa in un b/n abbacinante e raffinato, relegando tutta l’oscurità alla trama, francamente imperscrutabile. Chiudere la mente e aprir gli occhi.
MEMORABILE: Le scene in sala operatoria; La spiaggia.

Rufus68 10/03/17 23:20 - 3819 commenti

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Le fissazioni del regista ci sono già tutte: il mare, le cripte, il vampirismo, le location desolate, erotismo, sadismo... In questo esordio esse vengono declinate a ritmo di jazz sessantottino, tra avanguardia e nouvelle vague: un tono che dona al filmino una labile e ingannevole patina free. Rollin, infatti, non è né un anarchico né un contestatore bensì solo un bislacco e incostante facitore di immagini; il che non esclude ch'egli, in alcuni momenti, inaspettati e abbaglianti, proprio per tale qualità, affascini profondamente.

Ronax 10/12/19 00:40 - 1244 commenti

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Ptimo capitolo della sterminata saga vampiristica di Rollin, ne anticipa tutti quegli elementi che saranno una costante della sua personale poetica dell'horror: spiagge deserte, tetri manieri che hascondono inenarrabili segreti, sangue, torture e soprattutto tante fanciulle discinte in veste di sadiche torturatrici o di vittime sacrificali. Soprattutto, è il trionfo di quell'anarchia narrativa che relega la logica della trama in secondo piano e che qui si tinge di vaghi sperimentalismi pre-sessantottini, esaltati da un livido bianco e nero.
MEMORABILE: Il look da pop-star della regina dei vampiri.

Leandrino 8/04/22 19:02 - 506 commenti

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Il primo film di Rollin si distingue per la fotografia in bianco e nero di grande impatto - non esente da piacevoli imprecisioni tecniche, date dalla natura indipendente del film - e per l'atmosfera languida creata dalla mescolanza di estro poetico e scenario horror. Peccato che il film non sia altro che la risultante dell'assemblaggio di un corto finito (la prima mezz'ora, più interessante) con una seconda parte creata ad hoc, confusa e spesso insensata. Ma in generale una visione affascinante, da prendere con tutti i suoi difetti.

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  • Curiosità Cotola • 13/07/09 02:41
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Le viol du vampire nasce come mediometraggio: il distributore Jean Lavie voleva, infatti, realizzare un double bill (una proiezione con due film consecutivi) accoppiando ad un vecchio film di Sam Newfield ("Cyclops il vampiro" del 1943) che
    era troppo breve per essere proiettato in solitaria, un'altra pellicola di vampiri. Il regista disponeva di un budget ridotto all'osso e riuscì comunque a girare 45 minuti di film, i quali indussero a fargli ottenere carta bianca per girarne altrettanti e realizzare così un vero e proprio lungometraggio. Per questo motivo
    non c'è da stupirsi se la seconda parte del film
    sia poco coerente rispetto alla prima. In essa si arriva addirittura a resuscitare personaggi
    morti nel primi 45 minuti di pellicola.

    Il film sollevò un vero e proprio polverone
    attirandosi gli strali della critica ed anche del pubblico che tuttavia era accorso tuttavia abbastanza numeroso (45000 presenze) vista l'epoca ed il tipo di film.
    I recensori dei maggiori quotidiani francesi di allora coniarono il termine dispregiativo "rollinade" per indicare
    non solo i film del regista ma anche quelli che si avvicineranno al suo stile fatto di sangue, sesso e poco altro.
    In effetti in questa pellicola sono già presenti le principali caratteristiche dei film el regista francese: sesso, sangue, vampire, ritmi dilatati con pause in cui non succede nulla e la commistione di alto e basso di elementi raffinati ad altri decisamente meno.


    Fonte: Roberto Curti e Tommaso La Selva "Sex and violence. Percorsi nel cinema estremo" Lindau
  • Discussione Undying • 13/07/09 02:45
    Risorse umane - 7574 interventi
    Ottima curiosità Cotola.
    Anzi, insieme di interessanti curiosità....
  • Discussione Zender • 13/07/09 08:01
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Mi aggiungo alla considerazione di Cotola (anche se il film non l'ho visto).
  • Homevideo Il Gobbo • 15/04/13 12:15
    Segretario - 762 interventi
    Ottima edizione in blu-ray della Redemption-Kino Lorber, di buonissima qualità video, audio francese con sottotitoli in inglese, e vari extra (documentario sul film, interviste a Rollin e due corti (Les pays loin e Les amours jaunes)
    Ultima modifica: 15/04/13 15:33 da Il Gobbo