Buiomega71 • 28/09/12 10:36
Consigliere - 27263 interventiDi fronte a cotanta bellezza visiva macabro barocca, poetica dell'orrore più viscerale, rigurgiti argentiani e fulciani, surreali squarci rolliniani, tenebre, oscurità, splatter grondante, vecchie mummie mater suspiriorum, grottesche e mostruose bambole meccaniche ridotte a macabri carillon, squarci giugulari di fulciana (e nostalgica) memoria, il ripetuto e crudele "Dance! Dance!" che ti rimbomba nel cervello, schiene spezzate, visioni poetiche di lievitazione vampirica e un finale larsvontreieriano e peterjacksoniano che tocca il cuore e appaga la occhi.
Sì,
Livide e un mezzo capolavoro, perchè vive di visioni meravigliose (la tavolata di animali antropomorfi che fà il verso ad
Alice nel paese delle meraviglie e a dir poco straordinariamente macabra e deliziosa, con tocchi e reminiscenze poetico/visive di un Jan Svankmajer), di echi gotici (tutto lo scibile baviano e sciorinato con raffinati citazionismi), di flashback terrifici e spietati (Anna bimba vampiro che si ciba e che lievita come una creatura etera con le fauci traboccanti sangue, mentre la sua pelle di squama ai raggi di un sole fioco e autunnale, non si scorda più), crudeli insegnamenti di danza ( e qui più che
Suspiria non può non far venire alla mente la crudele Isabelle Adjiani che faceva una cosa simile in
Possession), operazioni chirurgiche barkeriane in fetide e mortifere stanze del dolore (la cantina di Freudstein di fulciana memoria), crisalidi che danno la vita e scambiamo i corpi (altro che
Il silenzio degli innocenti), insostenibili momenti splatter (mascelle divelte, gole prese a morsi, forbici che squarciano la carne, sangue che sprizza e zampilla-a questo plauso al creatore di sxf Jacques-Olivier Molon-), felliniane bambole meccaniche e l'orrore viscerale femmineo tanto caro al talentuoso duo Bustillo/Maury , che grazie a Dio sanno fare cinema visionario (quasi alla Rob Zombie), citazionistico con stile e passione da veri fan del genere.
L'eterocromia di Lucie non è messa a caso, svelandosi poi nel sorprendente finale.
Impreziosito dalla fotografia di Laurent Barès, già all'inizio con i bellissimi scorci bretoni, cadaveri in decomposizione nascosti nella sabbia, cimiteri, immagini sacre, si respira sin da subito un atmosfera rarefatta e incubotica.
Fiaba nera, nerissima, sanguigna e fetida, con gli attestati di scuole di danza di Friburgo di argentiana memoria, tassidermia che echeggia
Psyco e
Buio omega, ballerine (zombi) che danzano leggiadramente mentre commetono deliziosi massacri (scena di culto assoluto), terrifiche come le infermiere di
Silent Hill e che ,alla fine, si avventano sulla loro vittima ferocemente e implacabilmente, come i manichini "carnosi" di
Maniac.
Lo scipt e solo proforma, involucro vuoto che permette ai due STRAORDINARI registi di sbizzarrirsi in incubi, visioni, terrificanti anfratti bui che nascondono orrori marci e olezzanti.
Prima della catarsi delirante/terrifica di tutta la seconda parte, ci sono due scene shock che arrivano di botto (il fantasma suicida della madre di Lucie-una rediviva Beatrice Dalle-nella vasca da bagno, e la cinica signora Wilson, intenta a rapire ragazzine in bicicletta e farle a pezzi nella vasca da bagno, mentre si fuma una sigaretta).
Da notare che questo gioiello l'ho visto in francese, senza sub, e ti inchioda comunque, ti avvolge senza remore e ti gela il sangue: "
Forse e questo il tesoro!" afferma Lucie alla scoperta del carillon grottesco e mostruoso di Anna.
Il tutto e raccontato per immagini, e anche se fosse muto, non si perde un grammo della sua potenza visiva devastante.
Il finale tiene a stento le lacrime, di una poesia fiabesca e visiva estasiatica che lascia a bocca aperta.
Questo e il cinema della paura che amo, che fà leva sull'encefalo e appaga gli occhi.
Spero che venga (al più presto) distribuito anche da noi, perla rara dell'orrore più viscerale e ancestrale.
Finalmente il vampirismo torna al suo stato primigeneo, quello che fà accapponare la pelle, che abbraccia Jean Rollin, Mario Bava e spizzichi zulawskiani. Soave come un passo di danza nel più profondo degli incubi. Avercene...
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/04/18
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