Palo Alto - Film (2013)

Palo Alto
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Palo Alto
Anno: 2013
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal libro "In stato di ebbrezza" (Palo Alto, 2010) di James Franco, nato per l'appunto a Palo Alto. La voce del giudice è in originale di Francis Ford Coppola.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dalla raccolta di racconti di James Franco (presente nel cast) tradotta da noi col titolo di “In stato di ebbrezza” Gia Coppola trae l'ennesimo ritratto di gioventù americana in cui emerge una solitudine dissimulata dall'esuberanza, nascosta dietro la facciata turbolenta di due amici modereatamente ribelli e di una loro coetanea, April (Roberts), che li fequenta marginalmente coltivando problemi diversi a partire da quelli in famiglia: sua madre è donna di rara superficialità, il patrigno fumato (Val Kilmer, in partecipazione straordinaria, si ritaglia un paio di veloci e spassose scenette ma è lì giusto per accompagnare l'esordio su grande...Leggi tutto schermo del figlio Jack) vive in un mondo a parte e chi attrae la sua attenzione è semmai il coach (Franco) della squadra di calcio femminile in cui gioca. April gli fa da babysitter al figlio, ma le compagne la convincono che lui la guarda con occhio interessato. I due amici invece, Fred (Wolff) e Teddy (Jack Kilmer), si divertono alle feste, approfittano a turno sessualmente della bambolina disponibile (Levin), bevono e si lanciano in discorsi spesso senza alcun costrutto. Il liceo dove studiano resta uno sfondo secondario: pochi i momenti in classe (i più frequenti sono durante il corso di disegno) perché la vita pulsa all'esterno, magari in uno dei parchi di Palo Alto (California) che vediamo ripresi di notte con belle luci a esaltare le forme degli alberi. Il racconto è volutamente frammentato, interrotto e non sempre ripreso dallo stesso punto, utile a far emergere il caratteri dei protagonisti e il loro modo di interagire con chi li circonda. C'è più interesse ad avvicinare davvero il loro mondo che a cesellare una sceneggiatura di qualità. Contano di più gli sguardi, i primi piani sui volti espressivi, i tormenti di April indecisa sulle decisioni da prendere soprattutto nel suo contrastato rapporto col coach, i discorsi tra ragazze sulla “carineria” delle controparti maschili, sul sesso ma senza mai caricare. Come se lo sguardo della Coppola non volesse insistere troppo su un singolo tema scegliendo piuttosto una sorta di panoramica ampia che prenda le distanze dalla volgarità (nonostante qualche inevitabile ricorso a una terminologia non sempre oxfordiana) per cogliere i sentimenti più profondi o inquadrare qualche momento di insospettabile imbarazzo (l'incontro tra Teddy e il padre di Fred). C'è gusto, c'è capacità nel mantenere esemplare misura, ma anche un approccio anonimo nel modo di raccontare che non incide e che in definitiva condanna il film all'irrilevanza. Curioso come si citino Stallone e Rocky per poi recuperare Adriana (Shire) nel ruolo della signora che ascolta i piani scolastici futuri di April.




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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/10/20 DAL DAVINOTTI
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Kinodrop 22/10/20 20:38 - 2908 commenti

I gusti di Kinodrop

Ennesima collezione di piccole storie e di personaggi senza spessore ambientata nella città californiana, dove si incontrano e si scontrano i soliti stereotipi giovanili, tra pulsioni, pseudo ribellioni, sballi multipli e infatuazioni dall'oggi al domani. Niente di rilevante in questo inutile tentativo di porre al centro, ancora una volta, delle banalità spiattellate come fossero esemplari di un'epoca o di una società. La presenza dell'autore del romanzo di riferimento non incide granché sul livello del cast giovanile, piuttosto mediocre. Superfluo.

Bubobubo 11/01/23 01:52 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Anche i bianchissimi adolescenti medio borghesi della Silicon Valley, a dispetto delle infinite opportunità di censo, nel loro piccolo si annoiano: disistima di sé, precoce dipendenza da bacco tabacco venere, inconfessabili intrallazzi con l'iperuranio degli adulti... L'esordio della nipotina di casa Coppola, tratto da una raccolta di short stories di James Franco (convenientemente cooptato nel cast), fa il medesimo effetto di un Araki in candeggina: un patinato spaccato generazionale avvolto nel tedio, dove nulla è disastroso, ma nulla ugualmente spicca sul resto. Mezza delusione.
MEMORABILE: L'imbarazzante interazione cannabinoide fra Teddy (Kilmer jr.) e Stewart (Kilmer sr.); Una seconda babysitter inattesa.

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