Basterebbe l’incipit corredato dai Coil (coi quali sembra condividere buona parte dell’immaginario, ossessioni pasoliniane in primis) per capire che non si respirerà aria salutare, ma il nome di Sato garantisce agli addetti un cinema deviato e deviante, sbilanciato verso la psicopatologia sexualis e non. E’ limpido fin dai primi minuti che per essere un indipendente a scarno budget, l’autore ha le idee molto chiare sul taglio dell’immagine e sulla cura formale. Ciò malgrado il suo resta un cinema cerebrale, ipotermico, poco conturbante, interessante ma anche fastidioso.
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forse il film più strano e gelido di sato, lontano chilometri dalle sue abituali scorribande di carne eccessivamente devastata. interessante, ma anche a rischio yawn by yawn. a vostro rischio.