Maradona al cinema

7 Dicembre 2020

Un omaggio. Perché se muore a soli sessant’anni il più grande calciatore della storia (secondo quella che è l’opinione prevalente, condivisibile o meno che sia) era giusto tributargli gli onori che la sua carriera gli ha fatto meritare. Non siamo i primi a realizzarlo né saremo gli ultimi, e nemmeno una raccolta delle sue partecipazioni cinematografiche è una novità. Quello che noi abbiamo fatto, però, è analizzarle scrupolosamente una ad una, andando a riascoltare ognuna delle scene in cui il campionissimo è citato o compare, scovandone in numero superiore a qualsiasi degli speciali che troverete online e fatti (giustamente) come veloce excursus cinematografico del nostro. Ogni film presente nella lista è stato visionato (interamente o solo in parte, ma comunque per intero in modo da capire se all’interno altri omaggi vi erano nascosti). Non abbiamo la pretesa di dire che la nostra ricerca sia la più completa, ma è stata fatta con la passione che ci contraddistingue da sempre (e con un lavoro non indifferente) e difficilmente troverete online qualcosa di simile...

DIEGO ARMANDO MARADONA

Nel calcio ha vinto tutto, con il suo club (il Napoli, che portò a raggiungere i più prestigiosi traguardi nella storia del club) e la sua Nazionale (l’Argentina, che portò a trionfare nel mondiale del 1986). Inutile qui ripercorrere la carriera sportiva di un giocatore tanto noto e di cui tutto s’è detto, né ha molto senso ricordarne la forte personalità, le scelte controtendenza e quelle controverse, il gol di mano (“la mano de dios”), lo slalom epocale contro l’Inghilterra e tutta l’iconografia che lo ha trasformato in uno dei simboli più noti del nostro tempo. Quella che qui ci interessa analizzare è la presenza di Maradona, la sua icona, su grande schermo. Capire come e quanto Maradona sia comparso al cinema e in che modo sia stato citato, mitizzato, sfruttato in ogni modo per titoli e battute (impossibile segnalarle tutte, ovviamente, dal momento che spesso era nominato anche solo come punto d’arrivo irraggiungibile per chi si cimentasse a tirare due calci a un pallone).

MARADONA NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO CINEMATOGRAFICO
Simbolo di genio e sregolatezza, Maradona è stato amato e osannato nel mondo, in Argentina e a Napoli più che in ogni altra parte del mondo. Con il Napoli vinse due scudetti (stagioni ‘86/’87 e ‘89/’90), una Coppa Italia (stagione ‘86/’87), una Coppa Uefa nella stagione ‘88/’89 e una Supercoppa italiana nel 1990. In questo speciale abbiamo voluto omaggiare il grande campione cercando come detto di spiegare (attraverso un elenco delle sue presenze su schermo) quanto Maradona abbia lasciato un segno nello spirito di una città e nel nostro paese. Anche perché gli anni di Maradona erano anche anni in cui il nostro cinema ancora sfornava un gran numero di pellicole. La vita di Diego Armando Maradona non poteva non essere considerata come un perfetto soggetto per un film e naturalmente non solo nel nostro paese. I primi passi in periferia nella povertà, quindi la risalita verso il riscatto, la gloria e il successo per poi ricadere nel baratro. Il tutto vissuto sulla propria pelle e a grande velocità. Sulla vita sregolata di Diego Armando Maradona sono stati prodotti film e documentari, su cui ci soffermeremo relativamente. Elenchiamo i cinque più importanti, ricordando ovviamente che infinite sono anche le trasmissioni che hanno dedicato speciali di ogni genere al campionissimo.

FILM E DOCUMENTARI DEDICATI ALLA FIGURA DI MARADONA
Di questa lista solo il primo è un film (per quanto innervato da lunghi filmati di repertorio), gli altri vanno tutti catalogati sotto la voce documentari, com’era naturale che fosse.

“Maradona La mano de Dios”
(Italia/Argentina, 2006)
Il film parte dal ricovero di Maradona in un ospedale argentino. Attraverso alcuni flashback il regista racconta quanto Diego si producesse in incredibili magie nei campetti di periferia di Buenos Aires per passare poi a raccontare il suo sbarco in Italia, a Napoli. Il film si sofferma a narrare le vicende più umane che calcistiche, descrivendo Maradona come un ragazzo fragile, pieno di vita ma allo stesso tempo insicuro.

“Amando Maradona”
(Argentina, 2007)
Qui si registra soprattutto il passaggio dal Maradona calciatore (Argentina, Napoli, gli scudetti, i mondiali...), capace di funambolici giochi sul campo, al Maradona uomo, declinante, preda della droga (specie nell'ultima parte). Eppure, nonostante ciò, viene evidenziato come rimanga saldo e indissolubile l'amore degli argentini (da cui il titolo) per il loro campione.

“Maradona by Kusturica” (Francia/Spagna, 2008)
Emir Kusturica, il celebre regista serbo, intervista Maradona e propone di lui un’immagine privata che ce lo descrive come un calciatore mai vinto dal potere, un rivoluzionario che lotta contro i poteri forti del calcio (Havelange, Blatter, Matarrese) ma anche della politica, attaccando l’imperialismo americano, la globalizzazione e tessendo le lodi di Fidel Castro e Chavez. Nel finale il cantante Manu Chao (che vedremo presente con un suo brano anche nel film Santa Maradona), dedica al campione la canzone “La vida tombola”.

“Maradonapoli” (Italia, 2017)
Maradona ci viene mostrato qui solo in immagini di repertorio. Il documentario si sviluppa partendo da ricordi dei tifosi del Napoli legati al fatidico 30 giugno 1984, quando Maradona fece la sua “apparizione” nello stadio San Paolo. Un documentario che ben rende l’amore del popolo nei confronti di colui che a Napoli tanto ha regalato.

“Diego Maradona”
(Regno Unito, 2019)
Il film si focalizza sui sette anni successivi all’arrivo di Maradona al Napoli (dopo la breve permanenza al Barcellona), nel luglio del 1984. Si susseguono i trionfi ma anche le feste e gli eccessi. Dalla visione emerge un Maradona quasi sperduto tra i vicoli e le tentazioni di quella che ci viene fatto intendere sia una... pericolosa città d'Europa. Il film è stato realizzato grazie alle 500 ore di materiale inedito che la famiglia di Maradona ha messo a disposizione del regista, alle quali si aggiungono frammenti di gare e interviste ai suoi ex compagni di squadra.

MARADONA NEI DOCUMENTARI E NEI FILM DI... ALTRI

Maradona non poteva non rientrare anche nelle biografie e nei documentari dedicati ad altri calciatori (più o meno noti). In quello dell'ex portiere della Juventus Stefano Tacconi Ho parato la Luna (1990) viene rievocata una partita amichevole di beneficenza tra la Ternana e l’Argentina (!), organizzata sul momento in sostituzione dell'incontro in programma Italia-Argentina. Non mancano poi citazioni in Messi - storia di un campione (2014), Zanetti story (2015) e nel film sui rivali di sempre Bianconeri. Juventus story (2016). Maradona è inoltre ovviamente presente nei film (documentari) dedicati ai Mondiali di calcio, che spesso - per forza di cose - si ritrovano a inquadrare le sue azioni travolgenti. Tra questi citiamo G’olè (1983) per il Mondiale 1982, Hero (1986) per quello del 1986 che l’ha visto protagonista assoluto e Italia 90 - Notti magiche (1991) per il mondiale giocato in casa nostra, con il popolo napoletano diviso tra il tifo per la Nazionale azzurra trascinata da Schillaci e quello per l’Argentina dell’idolo di sempre. L’incontro nel quale i napoletani dovettero per forza scegliere da che parte stare è al centro del film Notti Magiche (2018), nel quale viene mostrato il rigore realizzato, dopo i tempi supplementari, da Maradona.


MARADONA AL CINEMA IN ITALIA
E’ la sezione che abbiamo considerato maggiormente. Il Pibe de oro è stato un campione “nostro”, avendo giocato tutti suoi anni migliori nel campionato italiano. Se però numerose sono le citazioni, meno lo sono i film ai quali Maradona presenzia in qualità di “attore” o di figura comunque importante all’interno dell’opera.

A) MARADONA ATTORE (E IMITATORI DI MARADONA)
Qui di seguito riportiamo i film nei quali la figura di Maradona appare come attore ma anche quelli in cui lui (o qualcuno che potrebbe/dovrebbe essere lui) è interpretato da altri.

Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983)
La squadra calcistica del Napoli ha acquistato il fuoriclasse brasiliano Paulo Roberto Cotechiño (Alvaro Vitali), il quale da subito soffre di nostalgia (la famosa “saudade”) per la patria e la fidanzata (Carmen Russo), presto richiamata in Italia. Il calciatore riacquista così la forma fisica ma si fa molto, molto geloso… L’anno di produzione, il nome del protagonista e le origini brasiliane del calciatore ci dicono che il film si ispirò al celebre Paulo Roberto Falcão, allora in forze alla Roma, però… c’è un però: dal momento che quest'ultimo si rifiutò di partecipare al film, la sceneggiatura venne cambiata. Come giustamente sottolinea Wikipedia, l'aspetto goffo e la squadra di appartenenza di Cotechiño rimandano infatti piuttosto a Diego Armando Maradona che a Falcão, anche se questi arriverà a Napoli soltanto l'anno successivo all'uscita del film… In realtà nessun mistero: dovendo cambiare la squadra se ne scelse una plausibile e della vaga somiglianza di Vitali con Maradona non gliene si può fare certo una colpa; la parrucca bionda di Vitali richiama chiaramente Falcão e quello era l’obiettivo… E’ stato il caso a volere che l’anno dopo l’asso argentino sbarcasse davvero al Napoli e che anni dopo molti pensassero che Vitali fosse una caricatura di Maradona. E se invece fosse stato Ferlaino a farsi ispirare dal film?

Scuola di ladri (1986)

Dalmazio (Paolo Villaggio), Amalio (Lino Banfi) ed Egisto Siraghi (Massimo Boldi) sono tre cugini che non si conoscono ma che vengono convocati dal loro misterioso zio Aliprando Siraghi (Enrico Maria Salerno), costretto su una sedia a rotelle. Famoso ladro ormai a riposo, desidera continuare la sua attività coinvolgendo i tre sciagurati nipotini e insegnando loro il mestiere. Dopo un colpo milionario (e senza voler svelar troppo della trama), lo zio si trova in una sontuosa villa con piscina davanti alla televisione. Stanno trasmettendo la finale dei mondiali di calcio del 1986 con la proclamazione della vittoria dell’Argentina e, durante il giro di campo, Maradona è portato in trionfo da tifosi e compagni di squadra quando accidentalmente cade. C’è qualcosa che non va, come detto dallo stesso commentatore televisivo: la Coppa del Mondo sottratta dalle mani di Maradona finisce in quella di tre ladri travestiti da calciatori dell’Argentina! A rubare la Coppa sono proprio loro, i tre nipoti, battezzati dallo zio "Campioni del Mondo!". Qui le brevi immagini televisive di Maradona sono di repertorio e per la scena del furto è stata utilizzata chiaramente una comparsa, ma l’effetto è simpatico e la citazione qui doverosa.

Cicciolina e Moana mondiali (1990)

In questo celeberrimo hard-movie, col tempo guadagnatosi fama di “cult” anche in virtù di un’offerta nel campo infinitamente più limitata di oggi (un film che poteva schierare le due dive del momento e richiamava una delle passioni maschili per eccellenza non poteva non avere successo), la figura di Maradona è chiaramente solo una caricatura, interpretata qui da una delle più note pornostar del tempo, Ron Jeremy, la cui somiglianza con Diego è solo vaga e nemmeno troppo ricercata. Nel film, ambientato durante i Mondiali del 1990, altri sosia assai approssimativi facevano la loro comparsa (quelli di Klinsmann, Gullit..). La trama prevede che Cicciolina e Moana aiutino la nazionale di calcio italiana nel Campionato del Mondo del 1990 a modo loro, "esaurendo" cioè a colpi di sfiancanti prestazioni sessuali gli avversari: dapprima il centravanti della Germania Klinsmann (Pride); poi, in coppia, l'asso argentino. Scusandoci dello spoiler (particolarmente grave considerata l’importanza della trama in opere simili) diremo che le conseguenti, deludenti prestazioni in campo dei giocatori condurranno all'eliminazione delle loro nazionali dal torneo, anche se con Gullit le nostre due eroine dovranno agire anche durante l’intervallo in spogliatoio (il fuoriclasse olandese aveva segnato due gol alla fine del primo tempo). Grazie al lavoro indefesso di Cicciolina e Moana, insomma, la nazionale italiana vincerà la Coppa del Mondo (peccato che le immagini di repertorio mostrino la vittoria dell'Italia al mondiale 1982, visto che nel 1990 fu proprio l’Argentina di Maradona a eliminarci). Il film (rievocato anche nella serie TV di Sky dedicata a Moana) propone quindi un Maradona in inedita versione hard con le fattezze e le ben note qualità da stallone di Jeremy!

Tifosi (1999)
Il film forse più importante tra tutti i presenti in quanto registra la maggiore partecipazione di Maradona, a tutti gli effetti un membro del cast! Nei sei o sette minuti in cui compare, interagisce coi due protagonisti (Nino D’Angelo e Peppe Quintale) comportandosi da vero… attore. Sfruttando la passione per il calcio degli italiani, il regista Neri Parenti imposta il film dividendolo sostanzialmente in episodi, ognuno con un attore chiamato a interpretare un tifoso di ognuna delle squadre più importanti d’Italia. E se l’episodio di Boldi milanista è come noto ricalcato da quello analogo di Fratelli d’Italia, gli altri sono “originali”. De Sica laziale si associa all’interista Iacchetti accantonando le loro divergenze per amore dei figli, Abatantuono riprende il personaggio di “Zebrone” che avevamo conosciuto nel classico Eccezzziunale veramente... ma quello che a noi interessa è l’episodio “napoletano”, in cui Gennaro (Nino D’Angelo) e l’amico Ferdinando (Peppe Quintale) si dedicano a svaligiare case per risolvere un grave problema di debiti. Maradona compare fin dalla prima scena: alla radio si sente una partita e subito il pensiero va al fatto che se c’era Maradona sarebbe stato sicuramente gol. Un Maradona utilizzato comunque anche in chiave comica: i due figli maschi di Gennaro si chiamano Diego e Armando e le due figlie Mara e Dona. Questo ci aiuta a ricordare come, durante il periodo di Maradona a Napoli, ci sia stata una significativa impennata di registrazioni all’anagrafe del nome Diego (qualcuno si è spinto oltre mettendo al proprio figlio il nome per esteso: “Diego Armando Maradona”, come precisò a suo tempo un servizio del TG1). I due compari entrano in una casa da svaligiare, ma il televisore con la pay-tv li distrae: si mettono a vedere la partita insieme ai vicini di palazzo e a due guardie dimenticandosi del motivo per cui sono lì. Presa poi la refurtiva se ne escono ma finiscono quasi investiti da Maradona che sta rientrando con l'auto: Gennaro, di fronte al suo idolo, quasi perde la parola e quando scopre che l'attico derubato è proprio il suo attico... “Chist’ è no sacrilegio!”. “Peggio” risponde Ferdinando. Alla fine i due ammettono di aver derubato, ma Diego li perdona e non solo: al ristorante accetta di farsi fotografare con altre persone che i due conoscono permettendo che incassino aiutando così Gennaro a uscire dai suoi problemi economici… Come racconta Neri Parenti nel suo libro “Due palle di Natale - aneddoti e retroscena dei cinepanettoni che non troverete su Wikipedia", fu il produttore Aurelio De Laurentiis (da poco diventato presidente del Napoli Calcio) che ebbe l’idea di coinvolgere in prima persona Maradona per il film, pur sapendo come il ritorno in Italia avrebbe portato per l’ex giocatore problemi con il nostro fisco. Parenti scrisse quindi due sceneggiature: una con Maradona presente e una senza (nel caso, sarebbe stato sostituito e ripreso di spalle). De Laurentiis riuscì a convincere Maradona, il quale pretese però di girare solo a Roma, senza dover giocare a pallone (tranne che nel promo) e sfruttando solo tre giorni di riprese. Parenti ricostruì Napoli a Roma, si organizzò con due gruppi di macchinisti in modo da coprire 24h di lavoro e minacciò la troupe di licenziamento immediato se qualcuno si fosse azzardato a chiedere a Maradona di palleggiare con lui. Al momento delle riprese del promo, però, Diego sbagliò un palleggio facendo cadere la palla vicino alla troupe, che minacciata dallo sguardo del regista non mosse un muscolo per raccoglierla; ma quando Diego Maradona urlò: “Pasame la pelota” qualcuno accettò il rischio di perdere il lavoro pur di raccontare di aver palleggiato con il Pibe de Oro.

Youth - La giovinezza (2015)
All’interno di un hotel sulle Alpi svizzere, il compositore Fred Ballinger (Michael Caine) e il regista Mick Boyle (Harvey Keitel) passano il tempo riposandosi, pur continuando ad occuparsi delle loro attività. I due, mentre osservano i personaggi che popolano la struttura, riflettono sulla vita e sulla giovinezza, che non può sfuggire allo scorrere del tempo. Tra gli ospiti dell’hotel ce n’è uno particolare, che sembrerebbe proprio Maradona… “E’ lui o non è lui?” si chiedono gli ospiti in continuazione senza che - attenzione - mai nessuno nel film lo nomini apertamente. L’uomo indossa quasi sempre occhiali neri e cappellino, è in evidente sovrappeso, ha una gran massa di ricci neri, gli orecchini, una catenina d’oro al collo, un pizzetto e un enorme tatuaggio del volto di Karl Marx sulla schiena; è mancino e mostra grandi doti calcistiche, non può che essere "Lui". L’uomo si muove lentamente e con fatica, aiutato dalla moglie e da una bombola di ossigeno sempre a sua disposizione. In una scena lo vediamo palleggiare ripetutamente con una pallina da tennis in un campo da gioco deserto col suo magico piede sinistro, fino a quando il fiato corto gli impedisce di proseguire. In un'altra scena ambientata in piscina lo si vede parlare con un bambino e altri clienti della struttura: "Anch'io sono mancino, sai?". "Cristo, tutto il mondo sa che lei è mancino", risponde l’interlocutore. L’uomo lo guarda sorridendo. In un’ultima malinconica scena l’uomo osserva dal terrazzo due squadre di calcio: una ha il completo dell'Argentina del 1986. Mentre la moglie gli massaggia il piede sinistro, alla domanda "A cosa stai pensando?", l’uomo guardando fuori risponde: "Al futuro". Naturalmente l’attore che interpreta Maradona non è il vero asso argentino, ma l’omaggio è arguto e interessante.

B) MARADONA CITATO IN MODO SIGNIFICATIVO
Nel successivo elenco inseriamo invece i film nei quali Maradona è presente in citazioni importanti, che hanno fatto epoca o che vanno comunque inserite tra quelle non “di passaggio” limitate a un’immagine o a una frase poco significativa.

L’allenatore nel pallone (1984)
Oronzo Canà (Lino Banfi), allenatore disoccupato, viene ingaggiato dalla squadra di calcio della Longobarda, neopromossa in serie A. Dopo travagliati alti e bassi durante il campionato di calcio riuscirà a conquistare la zona salvezza grazie alle doti del suo fuoriclasse brasiliano Aristoteles (Urs Althaus). Durante il calciomercato, nelle trattative all’Hotel Gallia di Milano, Canà e il suo presidente Borlotti (Camillo Milli) si aggirano tra le stanze. Quali saranno i nuovi acquisti della Longobarda? Le prime indiscrezioni che arrivano al nostro Canà da parte del presidente dicono prima Platini (attraverso un giro complicato, insieme ai due assi della squadra Mengoni e Falchetti), poi Rummenigge, ma il vero colpo che manderà in tilt il mister è l’ingaggio di: “Ma… Ma ra… Ma ra do… Maradona!”. “Maradoooonna benedetta dell'incoroneta!” grida Canà sull’orlo dello svenimento. Purtroppo per lui la triste verità: Maradona arriverà (se mai arriverà) solo dopo tre anni. Il film è girato proprio nell’estate dello sbarco di Maradona a Napoli e il suo nome è ancora ammantato di un certo fascino esotico. Questo breve e unico riferimento nel film all’asso argentino è però ancor oggi tra i più celebri che si ricordino e la  battuta ripetutamente citata un po’ ovunque...

Il mistero di Bellavista (1985)
Il professor Bellavista (Luciano De Crescenzo), insieme al portiere Salvatore (Benedetto Casillo) e all'amico netturbino Saverio (Sergio Solli), mentre osserva con il cannocchiale la cometa di Halley dal suo appartamento crede di vedere, nella finestra di un appartamento del palazzo di fronte, l'omicidio della signora Jolanda. Giunti sul posto, la signora risulta scomparsa, con il ragù ancora sul fuoco. Il gruppo, insieme con altri conoscenti, comincia a investigare privatamente sul delitto. Il genero (Geppy Gleijeses) del professor Bellavista è nel frattempo tornato a Napoli da Milano per vendere bunker antiatomici; Il popolo napoletano ironizza come suo costume scrivendo sul prototipo del bunker, esposto nel cortile condominiale, "Maradona scansaci tu", come a implorare l’aiuto di Diego nel caso di una eventuale bomba atomica sulla città. Rassegnato al fatto di tornare a Milano senza averne venduto nemmeno uno, l'architetto incontra il "poeta" Gerardo Scala, che gli suggerisce di affidarsi alla protezione di Maradona (magari gli farà vendere pure qualche rifugio) declamando con passione agli spettatori versi rimasti celebri: “San Gennà, non ti crucciare, tu lo sai ti voglio bene. Ma 'na finta e Maradona squaglia o' sanghe d’int 'e vene”. Il parallelo tra Maradona e San Gennaro, patrono di Napoli, non resterà unico ma unisce sacro e “profano” sancendo definitivamente la nascita del mito.

Italian fast food (1986)
Considerata la presenza nel cast dei Trettrè, trio comico partenopeo reso celebre dalla trasmissione televisiva “Drive In" in onda sulle reti del “Biscione” a metà degli anni ‘80, un riferimento al Napoli e Maradona non poteva mancare. All’interno e all’esterno di un fast food milanese si susseguono le gag di paninari e punk - loro rivali storici - in un mélange di stili culturali di gran moda tra i giovani dell’epoca. All’interno del locale troviamo il direttore Accavallo (Mirko Setaro) intenzionato a spronare i suoi dipendenti, tra i quali Felice (Gino Cogliandro) e Peppino (Edoardo Romano). Un'inquadratura stretta ci mostra lo schermo del televisore: si vede una partita di calcio in cui Maradona riceve palla a metà campo e senza quasi guardare calcia verso la porta avversaria un lungo pallonetto che uccella il portiere. Inevitabili le urla di gioia da parte di Felice e Peppino, rimessi subito in riga dal direttore. La partita è Napoli-Verona 5-0 del 20 ottobre 1985, 7^ giornata di serie A della stagione ‘85/‘86 e quello inquadrato uno dei gol più spettacolari realizzati da Maradona nel nostro campionato. E’ da notare altresì come la cucina sia letteralmente tappezzata di poster e bandiere dedicate esclusivamente a Maradona nemmeno fosse la curva B del San Paolo (da poco dedicato al campione argentino). Un’importante testimonianza dell’enorme amore dei napoletani per il loro idolo.

Quel ragazzo della curva B (1987)
Il meccanico Nino (D'Angelo), ragazzo di sani principi, è grande tifoso della squadra del Napoli, per la quale fonda un club a cui partecipano in tanti. Gli insegnamenti (no alla violenza e alla droga) di Nino non vengono però visti di buon occhio dalla camorra, che tenta di ostacolarlo minacciando i suoi amici e la sua ragazza. Nel susseguirsi delle giornate di campionato, alternate alle scene d’amore con la fidanzata, arriva anche l'ultimo gol della stagione, che incorona il Napoli campione d’Italia. Com'è logico pensare visto l’anno, il nome di Maradona ritorna in molte parti del film, anche se l’asso argentino appare solo in immagini di repertorio e non in prima persona (al contrario di veri calciatori del Napoli di quella stagione che interpretano se stessi: Romano, Puzone, Bruscolotti, Carnevale, Giordano…). Si inizia con Nino che sogna Maradona mentre dribbla e fa una finta (scene utilizzate anche per le partite visibili in altre parti del film). Al risveglio Nino deve prepararsi per andare allo stadio; insieme alla madre si augura la vittoria della squadra partenopea lasciandola con un saluto a mo’ di coro: "Diego! Diego! Diego!". Maradona appare inoltre in poster, bandiere, gadget sparsi in strada, nella camera di Nino, al bar, al club del Napoli e persino nella parte posteriore della 500 azzurra guidata da Nino! Non mancano i cori da stadio "Maradona è megli' e Pelè" e "Oh mama mama, mama, Oh mama mama mama, Sai perché mi batte il corazón. Ho visto Maradona. Ho visto Maradona. Oh mama inamorato son…". Simpatica la discussione con il futuro suocero (unico interista in famiglia, nonostante natali napoletani doc): "Ma ti vuoi convincere sì o no che quest'anno lo scudetto lo vince l'Inter?" "Ma quando mai, l'Inter è una squadretta professò" "Una squadretta? L'Inter è abituata a vincere in tutto il mondo. Lo sai perché? Perché ha carisma, carisma da vendere." "See carisma… Ma chi se l’accatta sto carisma, noi tenemmo a Maradona! Diego Armando Maradona, il più grande giocatore del mondo." "Eh.. Fai lo spiritoso…". Il film uscì durante il campionato '86/'87, quando il Napoli non aveva ancora vinto lo scudetto. Il gol decisivo, che consegnerà lo scudetto al Napoli, è segnato da Giordano (Maradona era uscito per infortunio, come si vede nel film stesso) e appartiene alla sedicesima giornata di campionato (2-1 al San Paolo contro il Brescia).

32 dicembre (1988) ep. 3 “I penultimi fuochi”
Alfonso Caputo (Enzo Cannavale), un disoccupato di Napoli, si aggira per le strade il 31 dicembre. E’ triste perché è povero e non vorrebbe deludere la richieste del figlio, che gli ha chiesto dei fuochi d’artificio da sparare la sera. Aggirandosi tra le bancarelle del mercato, si ferma proprio davanti a un rivenditore di fuochi (Lanzetta) che in bella mostra ha qualcosa che lo stupisce e lo emoziona nello stesso tempo: una serie di botti costruiti intorno alla figura di Maradona che calcia un pallone. Il commerciante, convinto di aver trovato un acquirente, ne descrive il funzionamento: “Vedete? Qui prima si accende l’aureola...” (ancora una volta Maradona viene visto quasi come un santo protettore) “...poi vedete questa miccia? Scende lungo il corpo di Maradona e arriva sotto la scarpa... e qui viene il bello: parte un razzo azzurro” (segue un lungo fischio del venditore che indica ad Alvaro di seguirlo più in là, dove lo attende la ricostruzione di una piccola porta di calcio con la scritta "gol": “...e raggiunge il palazzo dirimpetto dove voi, con l’aiuto di un amico, precedentemente, avete piazzato questa porta di calcio. Appena il razzo colpisce questa porta di calcio, voi prendete questa peretta e premete, ed esce la scritta Gol, Gol, Gol”... (con tanto di lucine che si accendono e spengono). Logicamente il gioco è troppo costoso e rimarrà solo un sogno, per il povero Alfonso.

Io speriamo che me la cavo (1992)
Il ligure maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio) viene trasferito a Corzano (provincia di Napoli) in una scuola elementare per un errore del Provveditorato agli Studi. Lui, uomo distinto del Nord ma nobile di cuore, si trova di fronte a una situazione ben più complessa di quanto si aspettasse: dovrà recuperare la maggior parte dei suoi allievi letteralmente per la strada, al lavoro o nelle loro case... Il film mostra come l’uomo riesca lentamente a inculcare nei suoi alunni il rispetto delle istituzioni. Nel film i riferimenti a Maradona sono due: il primo è la discussione tra due bambini in classe. Alla frase dell'insegnante: "L'orecchino vedo che ce l’avete proprio tutti eh… Avete copiato Maradona..." un bambino subito controbatte: "Quello è Maradona che ha copiato a noi!". E quando interviene il compagno di classe: "Non offendere Maradona, quello è meglio di tutti quanti", il primo rincara la dose: "Nossignore. Chillo e nu fetente! Nu drogato!". A quel punto il secondo ragazzino, neanche gli avessero offeso un parente, scatta verso di lui gridando: "Uè, mo’ ti scass a faccia!". Frasi che, considerata la giovane età di chi le pronuncia, nascono sicuramente dalle voci della gente: se alcuni sono rimasti delusi dal comportamento del proprio idolo, altri invece, ancora legati alle sue gesta, l'hanno perdonato. Cerchiamo di capire l’antefatto: Il 17 marzo 1991 Maradona viene sottoposto a un controllo antidoping dopo Napoli-Bari (finita 1-0) e il 29 marzo viene resa nota la sua positività al test per metaboliti della cocaina. Arriva una pesantissima squalifica di 15 mesi, fino al 30 giugno 1992. Nell'estate del '92 il campione argentino verrà ceduto al Siviglia in seguito a uno strano intreccio tra Ferlaino, la Federazione Italiana, la FIFA e Blatter, ma la sua luminosa carriera di campione, ormai, è giunta al termine. Nello stesso film poi, durante una spiegazione sul significato della festa della donna e sul ruolo della madre nella famiglia, ecco scattare il famoso coro "Oh mamma Oh mamma sai perché mi batte il corazón…".

Santa Maradona (2001)
Andrea (Stefano Accorsi), giovane neo laureato, cerca lavoro presentandosi a quelli che si riveleranno essere colloqui alquanto stravaganti. Condivide l’appartamento con il logorroico e scansafatiche Bartolomeo “Bart” (Libero De Rienzo), che si spaccia per critico letterario. Un giorno Andrea incontra casualmente una ragazza, Dolores (Anita Caprioli), con cui inizierà una storia d'amore condividendo con lei passioni e follie. Il regista fa riferimento al nome di Maradona nel titolo, utilizzando (come sottofondo ai titoli di testa) l'omonima canzone dei Mano Negra di Manu Chao dedicata al giocatore argentino. Nel film l'unico riferimento esplicito al calciatore sta qui (come immagini scorrono, sempre sui titoli di testa, i più bei gol di Maradona realizzati con le maglie del Boca Juniors, del Barcellona, del Napoli e dell’Argentina), ma il regista Marco Ponti ha spiegato il perché della scelta del titolo: proprio come nel gol di mano segnato da Diego all’Inghilterra (che ovviamente vediamo tra le immagini di testa), anche i suoi protagonisti vogliono trasgredire le regole, come Maradona hanno aspetti positivi e negativi insieme. Il Maradona uomo ha ormai mostrato i limiti caratteriali del campione, la sua umanità e anche per questo viene eletto a simbolo di un modo di essere che il regista giudica emblematico della natura umana stessa.

The young Pope (2016) (serie TV)
Il giovane Lenny Belardo (Jude Law), arcivescovo di New York, viene sorprendentemente eletto Papa. La decisione del conclave è manipolata dall’onnipresente Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Angelo Voiello (Silvio Orlando), convinto di poter manovrare le decisioni del nuovo Pontefice Belardo (diventato Pio XIII) a proprio vantaggio. Ma il giovane Papa ha un rapporto turbolento con la fede e scombinerà i piani di Voiello: ha in mente di rendere la Chiesa misteriosa e inaccessibile (farà in modo di non essere mai visto, fotografato o intervistato) rivedendo in maniera più tradizionale alcune aperture moderne della Chiesa nei confronti di omosessualità e aborto. I riferimenti a Maradona sono conseguenza dell'ossessione del Cardinale Voiello per il Napoli: lo si vede indossare senza abito talare la maglia ufficiale della squadra durante la partita di calcio in televisione, o mentre la mattina si sveglia guardando sul computer un filmato famosissimo in cui appaiono le immagini di Maradona che palleggia durante un riscaldamento pre partita (Bayern Monaco-Napoli 2-2 del 19 aprile 1989) a tempo con la canzone "Live is life" degli Opus diffusa dagli altoparlanti dello stadio. Ma la citazione più interessante l'abbiamo nel dialogo tra il capitano dei carabinieri (che indaga sulla scomparsa del veggente Tonino) e il cardinale. Sacro e profano si mischiano in modo palese: "Eminenza, Lei sa perché sono qui?". “Mi avrà sicuramente denunciato il proprietario del ristorante ‘Er core de Roma’. La settimana scorsa asseriva che Maradona si droga ancora. Io l'ho ingiuriato… ho detto ‘Faccia di cazzo non ti permettere più di pronunciare il nome di Dio invano’". Ma il capitano, dopo un attimo di silenzio, precisa: "Risulta anche a me". "Che cosa capitano?" ribatte Voiello. "Che Maradona si stia ancora drogando, me l'ha detto un amico dei servizi di stanza a Dubai". "Perché vuole farmi del male capitano? Perché?". "Perché sono un tifoso dell'Inter, Eminenza" chiude il capitano lasciando da solo nel suo sconforto il cardinale...

C) CITAZIONI MINORI E BATTUTE

Qui di seguito, invece, un elenco di film in cui il nome di Maradona compare soltanto in semplici battute comunque utili a far capire con chiarezza cosa egli abbia rappresentato in quegli anni (e dopo) in Italia: un autentico simbolo, un’icona che lentamente col tempo si è scrollata di dosso ogni negatività per rimanere il prototipo del campione inarrivabile.

Blues metropolitano (1985): un profetico scommettitore, alla domanda “chi è Dieguito?” risponde: “Diego Maradona… quest’anno facciamo un mazzo tanto a tutti quanti!”.
Mi faccia causa (1985): Nell'episodio dei due tifosi romanisti, il loro avvocato (Gigi Reder), lasciando da parte il ruolo istituzionale che ricopre, urla: "Allora sapite che vi dico? Forzaaa NaapoliiI! E cu Maradona jamme in Paradiso!".
Yuppies (1986): Ezio Greggio, per vantarsi: "Illumino il gioco, come Maradona!": la grandezza di Diego è riconosciuta anche al Nord.
Kamikazen - Ultima notte a Milano (1988): Antonio Minichino (Silvio Orlando) rivolge alla foto di Maradona (posta vicino a una statuetta sacra) uno sguardo malinconico, quasi una preghiera muta, prima di recarsi alla prestigiosa serata di cabaret che potrebbe cambiare la sua vita.
Scugnizzi (1989): un bambino del riformatorio indossa sempre una maglia azzurra logora, ma con il numero 10 e lo scudetto in bella vista!
Gatto nero, gatto bianco (1998): "Ho fatto poker! Maradona!" (frase curiosa utilizzata come anomala esultanza).
Paparazzi (1998): alla domanda "Una bella bombetta (inteso come scoop, ndr) sulla campagna acquisti del Napoli?" il giornalista Maurizio Mosca risponde: "Una bombetta?! Ma ti do' una super bomba! Torna Maradona!" "Azz…".
4-4-2 il gioco più bello del mondo (2006): l’episodio intitolato "Meglio di Maradona" fa riferimento questa volta alla svogliatezza del campione (ma un momento, lui se lo poteva permettere!), al quale viene associata la riprovevole abitudine del protagonista, un giovane talento, di non seguire con regolarità gli allenamenti.
Fortapasc
 (2009): durante una sparatoria, in sottofondo si ascolta una finta radiocronaca che esplode in un urlo: "Il gol! Il gol! Il gol di Maradona! Maradona! Il Napoli in vantaggio! Grandissimo, straordinario gol! Napoli in vantaggio Verona ko!" (detto mentre viene colpito uno scagnozzo che indossa la maglietta del Napoli con tanto di numero 10).
Gomorroide (2017): battuta tra i due delinquenti: "Padre Pio? Ma nun l'avevano ritirato 'o nom 'e Padre Pio?" "Ritirato? E che è? A magliett 'e Maradona?". La battuta fa riferimento al fatto che nell’estate del 2000 il Napoli ritirò la maglia numero 10 appartenuta a Diego Armando Maradona (come altre squadre avevano fatto e faranno con i loro giocatori simbolo), in segno di tributo alla sua classe. Quando però la squadra partenopea fallì, nel 2004, e fu costretta a ripartire dalla serie C1, per motivi di regolamento federale dovette reintrodurre il numero 10. Solo qualche anno dopo, con la promozione in serie B, fu possibile ritirarlo nuovamente.

MARADONA IN FILM STRANIERI
Naturalmente Maradona non fu “patrimonio” esclusivo del nostro paese, come abbiamo detto. Qui di seguito trovate alcuni film girati fuori dai confini del Belpaese: due film argentini con un Maradona molto giovane risalenti ai tempi in cui giocava nell’Argentinos Juniors, due, sempre realizzati in patria, dalla trama assai particolare e infine un documentario, un cortometraggio e una docuserie stranieri molto interessanti, incentrati sulla figura del campionissimo.

“¡Qué linda es mi familia!”
(Argentina, 1980)
In chiave di “musicarello” (come lo chiameremmo in Italia), la storia di una famiglia argentina dai sani principi afflitta dai problemi della vita di ogni giorno. Il figlio, ribelle, decide di ignorare i consigli del padre e insegue i propri sogni nel mondo dello spettacolo. Il padre, severo, impara col tempo ad essere comprensivo con lui e le sue scelte aiutato dalla premurosa moglie, che cerca di appianare ogni scontro “generazionale”. Nel film appare un appena maggiorenne Maradona durante un allenamento con la maglia dell'Argentinos Juniors: lo si vede interagire con gli attori prima di prodursi in un favoloso palleggio dei suoi (ripreso parzialmente al rallentatore) che lasciava presagire il suo futuro luminoso. Già col dieci sulla schiena, Dieguito occupa una scena di due minuti e poco più.

“Te rompo el rating”
 (Argentina, 1981)
Un giovane cerca lavoro in un canale televisivo. Il manager che lo riceve si rende conto che è un incapace e ha un'idea: farlo assumere dalla concorrenza in modo da mandarla in rovina. Una volta assunto, il giovane distrugge sì un gran numero di trasmissioni, ma le sue buffonate attirano molti spettatori divertiti dal suo personaggio. In una scena ambientata in un campetto di periferia appare un giovane Maradona che, con la maglia dell'Argentinos Juniors, si lancia in un favoloso dribbling durante la partita scartando tutti gli avversari portiere compreso; mentre però sta per entrare in porta col pallone, si presenta a sorpresa in campo un giornalista che ferma Diego e lo intervista seduta stante (chiedendogli poi a chi dedicherà il gol), permettendo al portiere di riprendere la sfera. Due simpatici minuti che ci mostrano ancora un Maradona giovanissimo e che quasi sembra fare le prove per il suo celebre gol all’Inghilterra nel mondiale del 1986.

El dìa que Maradona conociò a Gardel
(Argentina, 1996)
Il celebre cantante Carlos Gardel (autentica icona del tango degli Anni Venti) sta per morire, e la mattina stringe un patto di immortalità con una donna misteriosa che gli offre, in cambio della sua voce, anche l’affetto della gente. Molto anni dopo, per rompere l’incanto e liberare l’anima del cantante, l’angelo custode di Gardel (nelle sembianze di un orologiaio) racconta la storia a un montatore televisivo. Insieme dovranno trovare un essere umano altrettanto speciale che gli permetta di annientare il sortilegio: quell’uomo è Diego Armando Maradona! E Maradona appare davvero, nel film (anche se in alcune scene è stato utilizzata una controfigura per velocizzare i tempi delle riprese).

“El camino de San Diego”
(Argentina, 2006)
In questo film argentino un boscaiolo fanatico di Maradona trova un pezzo di legno che assomiglia alla figura del suo idolo. Intraprenderà così un lungo viaggio attraverso il paese con l’obiettivo di consegnare lo strano feticcio a Diego Armando Maradona: raggiunta la casa, non troverà però Diego e sarà costretto a consegnare il pezzo di legno alla guardia che sorveglia l'abitazione.

“In the hands of the gods”
(documentario, Inghilterra, 2007)
Il film segue le gesta di tre calciatori freestyle inglesi che raccolgono soldi esibendo le loro abilità (inizialmente a new York, tra Times Square e Central Park) al fine di finanziarsi un viaggio a Buenos Aires e poter incontrare lì il loro idolo Diego Maradona. I nostri vengono ospitati anche in un programma televisivo, chiamato Fox para todos, che Maradona notoriamente guarda e che ogni tanto chiama. Durante lo show, uno dei protagonisti legge un appassionato discorso in spagnolo diretto a Maradona, che accetterà di incontrarli. Davanti alla propria abitazione, il campione uscirà per firmare la maglietta dei tre giovani.

"Maradona’s legs"
(cortometraggio, Germania e Palestina, 2019)
Due giovani bambini palestinesi, durante i mondiali di Italia '90 cercano di completare l’album di figurine in modo da vincere la console Atari in palio. Mentre si susseguono le partite della competizione inizia la ricerca, nei paesi vicini delle “gambe di Maradona” (la parte inferiore, cioè, di un’immagine composta da due figurine). Il film è tratto dalla storia personale del regista Firas Khoury.

"Maradona in Messico"
(serieTV, USA, 2019)
La docuserie segue le gesta di Diego nel suo ruolo (autentico) di allenatore d’una squadra di seconda divisione del campionato messicano, piazzata all’ultimo posto in classifica. La squadra, che si chiama Dorados, nasce - come più volte specificato nella serie - in un crocevia del traffico della droga e il 7 settembre 2018 annuncia Maradona come nuovo tecnico (rimarrà fino al 14 giugno 2019, quando dovrà rassegnare le dimissioni per motivi di salute). La serie scorre tra una partita e l’altra e vede Maradona distribuire ottimismo e aforismi, più che vere e proprie strategie di gioco, il tutto condito da comicità e simpatia (liti con gli arbitri, giornalisti, varie scene di ballo...). Diego riuscirà comunque a farsi voler bene, e non solo perché è il Pibe de oro.


APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO FEDEMELIS

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