Rassegna estiva
AgostOO7
Connery & Moore , vivete e lasciate morire Gilbert torna a occuparsi di Bond (pare che con Connery non scorresse buon sangue , mentre con Moore c'era affinità) dove riprende la vasca dei piranha (con lo squalo) dello studio del Blofeld di Pleasence e l'antro del vulcano sostituito dagli interni della petroliera Liparus (che sembra la
Nave fantasma) e anche le troppe sparatorie e esplosioni finali di
Si vive solo due volte.
Fuori il leggendario direttore della fotografia Ted Moore e dentro il francese Claude Renoir, e pure il compositore John Barry non è più nella squadra (sostituito da Marvin Hamlisch) e i favolosi titoli di testa di Maurice Binder tornano a brillare (per la prima volta si vede il volto di Bond/Moore tra le silhouette, che ghermisce ragazze, stende avversari e soldatesse sovietiche messe in fila che cadono come birilli).
Moore entra definitivamente in sintonia con il personaggio, risultando, per ora, il miglior Bond da lui interpretato.
L'incipit (pre titoli) , sulle Alpi, con gli sci, visto oggi, sembra
Vacanze di Natale, ma poi il film ingrana quasi subito nella bellissima e suggestiva parte in Egitto, con la misteriosa sequenza notturna (abbagliata da cromatismi verdi baviani) del comizio tra le piramidi, nelle tende in mezzo al deserto trasformate in Harem
, nei restauri di antichi templi egizi che hanno la malia del Robert Fuest di
Frustrazione.
Si rincara la dose in Sardegna (con i soliti stereotipi di come gli stranieri vedono gli italiani nei film), con uno degli inseguimenti più riusciti dell'intera saga tra sidecar "esplosivi", auto che finiscono sui tetti della cascine e la mozzafiato caccia con l'elicottero pilotato da una Munro al massimo dello splendore (e per quel poco che resta in scena, la sua straordinaria bellezza surclassa pure quella della Bach) fino all'ormai iconica sequenza della Lotus che diventa un mini sommergibile, per poi rispuntare, tra la meraviglia dei turisti, sulle spiagge di Olbia.
Poi, come quasi tutti gli episodi, si eccede in sparatorie da war movie con botti e esplosioni pirotecniche all'interno della petroliera, ma la lotta finale , nella centralina dello smistamento dell'acqua, tra il possente Kiel e Moore, è tutta da gustare, tra squali e magneti, che sembra quella (più seriosa e crudele) tra Olivier e Hoffman nel
Maratoneta.
Ed è proprio Kiel la vera sorpresa, inarrestabile e forzuto mostro umano (nel vero senso del termine) tra i più letali e immortali nemici di Bond (Cameron deve esserselo segnato sul taccuino per
Terminator), che morde come un vampiro con la sua sgradevole dentatura d'acciaio e divelta furgoncini come se fossero fatti di cartone, in momenti horror (sul treno che porta in Sardegna e esce dall'armadio spaventando a morte la Bach prima di aggredirla) e relegato alla scena cult film : la lotta con lo squalo ucciso a morsi nella vasca, che Fulci saccheggerà per lo scontro squalo vs zombi in
Zombi 2.
Carismatico anche Jurgens, sorta di folle miliardario megalomane e solitario con il pallino di Atlantide, modellato sul Blofeld della Spectre (quarto Bond dove l'organizzazione criminale viene a mancare dopo
Goldfinger,
Vivi e lascia morire e
L'uomo dalla pistola d'oro) ma che ha tutti i crismi delle pianificazioni criminose da conquista del mondo (con furto di ordigni atomici per distruggere città o scatenate guerre) tipiche della Spectre.
SPOILER tra gli antagonisti bondiani, Jurgens, è quello che fa una fine peggiore, ammazzato come un cane da Bond, che le scarica addosso tutto il caricatore della sua pistola. Un'accanimento quasi gratuito-si legge proprio odio nello sguardo di Moore-che lascia basiti per quanto concerne il registro fumettoso di Bond
FINE SPOILERSul versante femminile se la giocano due dee come la Bach e la Munro (vince la seconda), anche se la Bach, in tacchi e vestito da sera, fa scintille . Particina per Olga Bisera (ma viene eliminata quasi subito) e altre bellezze che restano in scena per pochi secondi ma che appagano l'occhio (la spia austriaca al letto con Bond nello chalet, la segretaria doppiogiochista di Jurgens che fa una brutta fine, la portiera d'albergo in Sardegna, le odalische dell'Harem).
Si vede il primo seno nudo di una Bond girl per la prima volta nella serie, anche se repentinamente di sfuggita (la Bach che si fa la doccia all'interno del sommergibile) e i colpi in arrivo, negli scontri a fuoco, sono tra i più "sanguinosi" visti fin'ora.
Avrebbe aumentato l'intesità della storia approfondire lo spirito vendicativo della Bach, ma essendo uno 007, già si sapeva che la vendetta sarebbe sfumata sotto le lenzuola.
Quando Jurgen (insieme alla Bach e al pilota) fugge dalla petroliera, a bordo una macchinetta che viaggia su rotaie modifcata a motoscafo sgangiabile, e prima che lo scafo tocchi il pelo dell'acqua marina, si nota, per pochissimi secondi, che al loro posto ci sono dei pupazzetti tipo quelli della Mattel. Ho trovato questo momento assolutamente fantastico!
Decisamente il Moore migliore, dove tornano pure gli animali assassini (la vasca con il famelico squalo, dove la già menzionata segretaria "traditrice" al servizio di Jurgens finisce tra le fauci del pescecane previo botola nascosta nel pavimento dell'ascensore. Stesso infausto destino che toccava alla Dior, in pasto ai piranha, in
Si vive solo due volte).
E gli amati squaletti fanno incetta di apparizioni bondiane (
Thunderball,
Mai dire mai,
Vivi e lascia morire, e
La spia che mi amava).
Voto a Curd Jurgens come cattivone *** (Il suo psicopatico capitano Nemo ha, negli occhi di ghiaccio, un'aurea di follia non indifferente. Appassionato di squali e acquari, sogna un mondo sommerso e una nuova Atlantide. Verrà eliminato da Bond in maniera assai spietata per il mood della saga. Ma è "lo squalo" di Richard Kiel a mangiarsi -letteralmente- tutto).
Voto alla Bond girl di Barbara Bach *** (La Bach è meravigliosa anche se stesse lì a fare nulla. Un pò legnosa tra le braccia degli amanti, ma i suoi incantevoli primi piani e quel vestito da sera, su quei tacchi, con quel fisico, tolgono il respiro. Anche se Caroline Munro la supera - appare , ahimè, troppo poco, come scagnozza di Jurgens- splende per fascino e prorompente femminilità-ma non è una novità per Stella Star-, facendo ingelosire pure la Bach quando Bond ne rimane, giustamente, estasiato nel vederla per la prima volta scendere dal motoscafo.