L'armata degli eroi - Film (1969)

L'armata degli eroi
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: L'armèe des ombres
Anno: 1969
Genere: drammatico (colore)
Note: Soggetto dall'omonimo romanzo dello scrittore francese Joseph Kessel, pubblicato nel 1943.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un film sulla resistenza francese. Bellico? Nient'affatto. La Seconda Guerra Mondiale (l'azione parte nell'ottobre del 1942) è solo un pretesto per creare la giusta ambientazione. Non ci sono scontri a fuoco, trincee, esplosioni o grida disperate, solo un manipolo di partigiani francesi braccati dalla Gestapo, capaci di fuggire più volte alla morte mai in modo rocambolesco o irreale. Si incontrano in stanze buie di edifici diroccati, in deliziosi luoghi panoramici, tra le vie di Parigi e di Germania, sempre e comunque in posti dove la straordinaria fotografia, molto contrastata, di Pierre Lhomme e Walter Wottitz, unita alla grande messa in scena di Melville, ha modo di brillare tra lugubri giochi...Leggi tutto di luci e ombre, conferendo al film una freddezza glaciale, assai suggestiva. Altra grande qualità è il casting, che vede affiancati l’ottimo Lino Ventura (il più seguito dal regista), Jean-Pierre Cassel, Paul Meurisse e l’ex diva Simone Signoret (la cui insegnante di storia, Lucie Aubrac, fu protagonista della vicenda che ha ispirato il film), tutti in parte e dotati di una recitazione misurata che dona a L’ARMEE DES OMBRES un realismo lontanissimo dagli equivalenti film americani. Melville impone a tutti una interpretazione sotto le righe, che sappia lasciare il giusto spazio all'espressività dei volti. Quanto alla regia, si può imputare a Melville un ritmo non certo forsennato, un primo tempo poco concludente per una storia sostanzialmente priva di colpi di scena, un eroismo che in fondo non c'è (Ventura è anzi un antieroe, quasi una macchina priva di sentimenti), ma la qualità delle inquadrature non si discute e sono molti i momenti di grande cinema.

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Cotola 16/08/08 03:14 - 9079 commenti

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Bel film drammatico, dai sapori vagamante noir e dalla fisionomia tipicamente melvilliana: molti silenzi, protagonisti introversi ma con un'etica ferrea, improvvise accelerazioni nei ritmi dilatati e così via. Non all'altezza di altri lavoti del regista ma certamente una pellicola interessante, con alcuni momenti davvero belli e riusciti e con risultati comunque superiori alla media.

Pigro 3/12/08 09:49 - 9698 commenti

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Partigiani francesi contro gli invasori tedeschi. Bella l'idea di annullare l'azione militare per lasciare solo il minimalismo quotidiano di piccoli atti, silenzi, sospensioni. Notevole la scena sull'imbarazzo per dover uccidere un traditore. Peccato che il film, in fin dei conti, sia strutturato come una sequenza di episodi: non una trama, quindi, ma blocchi quasi slegati, tenuti insieme dalla voce fuori campo: e questo smorza la tensione. La traduzione italiana falsifica il senso del film, che mostra ombre clandestine, e non "eroi".

Bruce 30/03/09 10:01 - 1007 commenti

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Film noir sulla resistenza francese: un manipolo di uomini lavora nell'ombra contro l'occupazione tedesca. Non vi è nulla di epico e di esaltante, solo la loro realtà. La descrizione amara e tragica delle loro oscure vite, spese per un ideale che non ammette coinvolgimenti emotivi di nessun tipo. Ben diretto ed interpretato con stile asciutto, misurato e monocorde. Nessuna concessione allo spettacolo.

Pau 13/04/10 18:17 - 125 commenti

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In originale suona come "L'armata delle ombre", titolo più aderente al tono del film. Lino Ventura non interpreta un eroe, ma un personaggio indurito e pragmatico, capace di discorrere con burocratica efficienza davanti ad una giovane spia del modo migliore di ucciderla senza fare troppo rumore. Qualcuno giustamente avvicinava il film alla poetica noir: anche qui abbiamo uomini (e donne) votati alla sconfitta e nondimeno ancora capaci di giocarsi le loro chanches, di accendere la scintilla dell'esistenza. Cinema "virile" nel senso migliore.
MEMORABILE: La didascalia che apre la pellicola: "Cattivi ricordi, eppure graditi... siete la mia giovinezza lontana".

Mark 22/01/11 22:49 - 264 commenti

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Il ritmo in principio è lento ma non a caso: rispecchia l'angoscia delle decisioni e l'attesa spasmodica degli eventi, in una Francia oppressa dove la ragione deve covare nel terrore della delazione preparando al buio la liberazione dalla tirannia nazista. Un connubio bellico-noir impeccabile, sentimenti, umanità, disperazione, ingegno e coraggio si fondono in una sceneggiature in crescendo, senza orpelli né retorica. Un film da tenere a mente.

Markvale 11/09/11 10:52 - 143 commenti

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Con il suo proverbiale stile asciutto ed essenziale, il maestro francese Melville filma le imprese della resistenza antinazista gaullista con pennellate da autentico noir. Con consapevolezza e coraggio si rifugge dalla retorica per seguire - passo per passo - la trasformazione di uomini comuni, tutti egualmente destinati al macello, in eroi, traditori ed assassini per una causa che, comunque, non colma il vuoto delle loro esistenze. A tratti raggelante e sicuramente amaro, può contare sulla presenza di mostri sacri come Ventura e la Signoret.

Mickes2 13/05/12 21:05 - 1670 commenti

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Gigantesco e profondamente antieroico point of view sulla forza partigiana francese in piena seconda guerra mondiale, tra fughe e clandestinità. La poetica Melvilliana accentua con i silenzi e gli sguardi e asciuga con le scarnificazioni narrative sublimando nell’attesa un racconto corale avvinghiato all’etica e alla dignità, al coraggio, al sacrificio, alle contraddizioni. Ombre dalle fattezze umane che si muovono meccanicamente lontani da calore e sentimenti, ma spinti da nobili ideali che trasudano umanità. Tragico, amaro, disilluso. ****
MEMORABILE: “Tristi ricordi, siate comunque i benvenuti... Voi siete la mia lontana giovinezza...”

Lythops 6/06/12 17:20 - 1019 commenti

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Quando Melville presentò questo film a una delegazione di ex partigiani, si commossero tutti profondamente dichiarando che nessun altro regista sarebbe mai riuscito a descrivere cosa era stata la lotta partigiana in Francia. Giunto in Italia accorciato di una buona mezz'ora, mantiene inalterato quel senso di attesa, romanticismo noir e realismo della copia francese. Bellissimo, mitologico, da non perdere.

Saintgifts 13/06/13 16:30 - 4098 commenti

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Inizio in campo lungo che mostra lo sfilare dei soldati tedeschi in una Parigi appena conquistata. Simbolicamente i soldati risultano minuscoli a confonto di un enorme Arc de Triomphe, rappresentante la Francia. La resistenza francese vista dal basso in una realtà quotidiana che dà esattamente l'idea del momento storico e delle persone che l'hanno vissuto dedicandosi e sacrificandosi, a un ideale di libertà. Persone trasformate dagli eventi, che antepongono al valore assoluto della vita (compresa la loro) il valore della libertà per tutti.
MEMORABILE: Tutte le interpretazioni; Simone Signoret.

Daniela 2/11/16 18:03 - 12695 commenti

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Le ombre sono i partigiani nella Francia di Vichy, la cui resistenza contro l'occupazione nazista si svolge attraverso sabotaggi, ricerca di informazioni, soccorso ai soldati alleati. Una scelta "minimalista" accentuata dal carattere episodico della narrazione, che sacrifica la spettacolarità a favore del realismo. Il rischio è quello di una certa freddezza ma basterebbe la sequenza dell'"esecuzione" del traditore - giustificata ma agghiacciante - per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un'opera rigorosa che non fa sconti sul piano morale. Ed infatti alla fine trova spazio la commozione.
MEMORABILE: La discussione su come sopprimere il traditore; A Londra in missione Ventura e Meurisse guardano Via col vento; La corsa del coniglio impazzito.

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Alex1988 24/06/18 18:07 - 728 commenti

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Sarebbe molto meglio definirlo un "anti" film di guerra; in questo film, infatti, la guerra fa praticamente da sfondo alla storia. E' molto più vicino a un noir, di cui Jean-Pierre Melville è stato un maestro. Anche i personaggi sono lontani anni luce dall'eroismo a cui ci hanno abituato tanti film di guerra (in particolare americani). Il senso di morte e di sconfitta è presente dall'inizio alla fine; contribuiscono a ciò la fredda fotografia e la regia senza particolari guizzi di Melville. Come sempre carismatico Ventura (doppiato da Cigoli).

Nicola81 27/12/19 21:36 - 2870 commenti

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Neppure nel celebrare la Resistenza Melville rinuncia al rigore stilistico che lo ha consacrato tra i maestri indiscussi del noir. Una scelta che se da un lato denota il coraggio di sganciarsi dalla retorica e dal trionfalismo tipico degli analoghi prodotti d'oltreoceano, dall'altro aggiunge ulteriore freddezza (emblematico il personaggio di Ventura) a un film che già di suo risulta abbastanza lento nella carburazione (la versione integrale dura 145 minuti). Innegabile comunque la bravura degli interpreti e il finale tragico non si dimentica.
MEMORABILE: La fuga dal comando tedesco; L'eliminazione del traditore; Il finale.

Rocchiola 17/12/19 12:02 - 971 commenti

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Pellicola che segue il tragico destino di alcuni personaggi della resistenza francese all’occupazione nazista. Un film di guerra senza battaglie piuttosto lento e molto dialogato in cui Melville adotta lo stile laconico e rigoroso dei suoi polar per narrare uno degli eventi più importanti della storia francese. Ed è forse proprio questo il limite di un’opera troppo fredda ed esteticamente spoglia per appassionare pienamente lo spettatore. Giusto non spettacolizzare troppo certi argomenti, ma un minimo di brio in più avrebbe certo giovato.
MEMORABILE: La fuga di Gerbier dalla sede del comando tedesco; Lo strangolamento del traditore; Felix torturato dai tedeschi; L’uccisione di Mathilde.

Magi94 5/06/22 12:03 - 956 commenti

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Gelido prodotto di Melville che omaggia a modo suo la resistenza francese. Non c'è retorica nel film se non quella nazionale del gollismo; per il resto solo grandi silenzi, paure costanti e un'angoscia che non scompare mai, né nelle prigioni della Gestapo né durante le azioni partigiane. L'impressione che rimane è quella di gente che va avanti quasi a casaccio, con tanta impreparazione (il lancio col paracadute), eppure riesce a ottenere molto più di quel che si potrebbe sperare. Corretto Ventura, mentre spicca la Signoret in un ruolo dalla grande tragicità. Finale raggelante.
MEMORABILE: La difficilissima uccisione del traditore.

Myvincent 16/03/24 05:00 - 3753 commenti

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Eroi soprattutto disposti a tutto pur di portare avanti e attuare i principi per cui combattono. Siamo in Francia, a Parigi, dove la resistenza all’ occupazione nazista è un movimento interno che non guarda in faccia a nessuno, spietato come il nemico da combattere. Prevalgono le ambientazioni scure, le ombre fluttuanti, i sottintesi più che i dialoghi, ridotti al minimo. Il cast è notevole, ma su tutti Lino Ventura col suo sguardo ferreo, la Signoret e il luccichio dei suoi occhi rivelatori.
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  • Curiosità Lythops • 5/04/11 17:48
    Call center Davinotti - 34 interventi
    - L'edizione italiana risulta accorciata rispetto a quella originale di più di mezzora: mancano dettagli del campo in cui Gerbier viene internato e soprattutto un dialogo tra lui e l'addetto al collegamento con gli inglesi che avviene in un gabbiotto di legno costruito nel salotto di un appartamento. Come spiegò lo stesso Melville, si trattava di un metodo utilizzato in tempo di guerra per stare un po' più all caldo, mancando soldi e mezzi per riscaldare un intero appartamento.

    - Alla prima del film, molti partigiani intervenuti piansero, riconoscendosi nei personaggi del film.

    Fonte: "Il cinema secondo Melville", di Rui Nogueira, Ed. Le Mani
  • Curiosità Daniela • 2/11/16 20:23
    Gran Burattinaio - 5929 interventi
    Soggetto dall'omonimo romanzo dello scrittore francese Joseph Kessel, pubblicato nel 1943.
    Corrispondente di guerra, Kessel ebbe parte attiva nella Resistenza contro l'occupazione nazista e scrisse le parole di quello che ne diventò l'inno, "Chant des Partisans".
    Per la sua attività venne insegnito della Croix de guerre 1939-1945, che si aggiunse alla Croix de guerre 1914-1918 precedentemente assegnata.
  • Homevideo Buiomega71 • 1/12/19 14:00
    Consigliere - 26072 interventi
    In dvd per A & R Productions, disponibile dal 06/12/2019
  • Homevideo Caesars • 17/12/19 09:45
    Scrivano - 16817 interventi
    Sul forum di Gentedirispetto, leggo che dovrebbe trattarsi della versione integrale con parti in francese sottotitolate (e doppiaggio originale dell'epoca, almeno stando a quanto riportato in copertina)
  • Homevideo Rocchiola • 17/12/19 12:11
    Call center Davinotti - 1260 interventi
    In effetti si tratta della versione integrale con le parti mancanti nella versione italiana sottotitolate in francese. Ma la vera nota positiva sono le immagini finalmente pulite e rimasterizzate in HD, probabilmente provenienti dal bluray francese(meno probabile che abbiano pescato il master della Criterion). L'audio originale d'epoca è piuttosto potente e sufficientemente chiaro. I sottotitoli delle parti in francese potevano però presentare dei caratteri più definiti. In ogni caso rispetto un deciso passo avanti rispetto alla precedente edizione in DVD della Surf Video.