Discussioni su House of Cards - Gli intrighi del potere - Serie TV (2013) | Pagina 1

Sia nell'originale serie britannica che in questa rivisitazione americana vi sono evidenti riferimenti alle tragedie shaskespeariane, in particolare a Riccardo III.
Personaggio con cui il protagonista Kevin Spacey ha già avuto a che fare nel recente passato, avendolo interpretato nel 2011 al teatro Old Vic di Londra per la regia di Sam Mendes.
Si veda in proposito:
http://www.foglidarte.it/index.php/testuali-parole/175-richard-iii-di-sam-mendes-con-kevin-spacey

Per regia: Vari (sono 9 i registi che hanno girato finora)

In Italia è proprio mandata come House of Cards - Gli intrighi del potere ( quindi non è un aka)

La nota è sbagliata gli episodi finora prodotti sono 26 e non 27. E Fincher ne ha diretti solo 2 e non 9.

Stagione 1 ( 13 episodi) 2013
Stagione 2 (13 episodi) 2014

Nel 2015 è annunciata una terza stagione

Ho visto per ora i primi sei episodi (doppiati, trasmessi da Sky) e devo dire che è un prodotto sopra la media.

@Daniela
com'è la serie ?, io non ho ancora iniziato a vederla

Didda23 ebbe a dire:
....

Nel 2015 è annunciata una terza stagione

Ho visto per ora i primi sei episodi (doppiati, trasmessi da Sky) e devo dire che è un prodotto sopra la media.

Ciao Didda23, io ho visto tutta la prima stagione con sub e sono in procinto di iniziare la seconda. E' vero che il titolo italiano è "House of Cards - Gli intrighi del potere", ma l'ho messo come "aka" perchè la scheda su IMDB non lo riportava.
Hai ragione per la nota: 27 è stato un errore di battitura e, soprattutto, Fincher ha diretto solo i primi due episodi, mentre per 13 (tutta la prima stagione e il primo della seconda) figura come produttore esecutivo).
Mi scuso per la svista, grazie per la correzione.

La serie è decisamente sopra la media per fattura e qualità delle interpretazioni.
Dato che sei a metà guado, preparati: il "meglio" (che in questo caso sarebbe poi il "peggio") deve ancora venire...
Spacey a parte, ci sono due personaggi femminili di rara odiosità: fra quello della moglie "benefattrice" interpretato da Wright e quello della giornalista in carriera di Kate Mara non saprei quali buttare prima giù dalla torre...

Per Galbo:
la serie merita, riesce ad appassionare come un thriller

Si, livello attoriale sopraffino. Per ora darei un 3 e mezzo/4. Purtroppo vedere una puntata a settimana è peggio di una tortura.

Mi sto guardando Banshee. Che dire... I primi sei episodi superano il capolavoro, un mix emozionante di iperviolenza, sesso, regia e recitazione. Visto la violenza, lo mandano in terza serata...

Didda23 ebbe a dire:
Si, livello attoriale sopraffino. Per ora darei un 3 e mezzo/4. Purtroppo vedere una puntata a settimana è peggio di una tortura.



condivido, io infatti aspetto di "raccogliere" più puntate (possibilmente tutte) per avere l'intera serie a disposizione

Didda23 ebbe a dire:
Si, livello attoriale sopraffino. Per ora darei un 3 e mezzo/4. Purtroppo vedere una puntata a settimana è peggio di una tortura.

Mi sto guardando Banshee. Che dire... I primi sei episodi superano il capolavoro, un mix emozionante di iperviolenza, sesso, regia e recitazione. Visto la violenza, lo mandano in terza serata...

In questo caso il contagocce settimanale c'è solo nella versione trasmessa nella tv italiana (e probabilmente anche in quelle per altri paesi): negli USA tutti i 12 episodi sono stati resi disponibili dal produttore in streaming in un colpo solo. E' la prima volta che succede, almeno per produzione di grosso calibro e non semi-amatoriali.
Banshee non mi tirava molto come trama, ma se mi assicuri che ne vale la pena... bisognerà mettere in prossima visione pure quella ;o)

Lo so, purtroppo. Netflix le ha distribuite tutte in un colpo solo. Per Banshee, fidati è una gran serie. Me ne sono innamorato sin da subito. Prova con i primi due episodi e poi scegli se continuare... Insomma garantisce Alan Ball ( six feet under). Un piccolo grande gioello di violenza e cattiveria.

Serie davvero eccellente, mi ha preso parecchio....

Io la sto guardando perchè ormai ho iniziato, ma devo dire che l'argomento non mi interessa per nulla. Tutto giusto sulla notevolissima qualità del prodotto, ma il retrobottega della politica americana onestamente non mi attira. Anzi, a ben pensarci quasi quasi la pianto lì.

Ci sta come ragionamento. A me invece intriga parecchio.

Tarabas ebbe a dire:
Io la sto guardando perchè ormai ho iniziato, ma devo dire che l'argomento non mi interessa per nulla. Tutto giusto sulla notevolissima qualità del prodotto, ma il retrobottega della politica americana onestamente non mi attira. Anzi, a ben pensarci quasi quasi la pianto lì.

certo, se non si è interessati all'argomento; pensa tuttavia a quale micidiale mattonata sarebbe stata una serie sul retrobottega della politica italiana.....

Ci sarebbe stata più fi...losofia però. Siamo o non siamo la patria di Machiavelli (e della Minetti)?

Seguendo lo spunto offerto da Tarabas, proviamo allora ad immaginare serie geolocalizzate sul modello di House of Cards:

House of Tea:
le trame di un principe ottantenne per salire al trono al posto della regina sua madre, ma il primo ministro sostiene la ultra-centenaria e le è a fianco nel suo quotidiano impegno per la scelta di quale cappellino indossare nelle cerimonie ufficiali. Recitazione impeccabile da parte di tutto il cast, con menzione speciale ad Anthony Hopkins, nel ruolo del maggiordomo di corte che rinuncia alla pensione per stare accanto alla sua regina fino alla tomba ed oltre. Bellissimi i paesaggi della campagna inglese.
Sponsorizza Lipton.

La Maison Dangereuse:
le ambasce sentimentali di un primo ministro conteso dalla ex moglie (Isabelle Huppert), dalla moglie attuale (Juliette Binoche), dall'amante in carica (Sophie Marceau), dall'amante potenziale (Marion Cotillard) e dalla sua portinaia (Jean Reno in un ruolo en travesti).
Serie elegante nella sceneggiatura e frizzante nei dialoghi, purtroppo compromessa dalla scelta infelice dell'attore per il ruolo del primo ministro, un certo François Hollande: fisionomia banale e scarsa personalità unite all'inesperienza dell'esordiente. Di rilievo invece l'interpretazione di Gerard Depardieu nel ruolo di un armadio fin de siécle.

La casa de los locos:
Il nuovo primo ministro è una donna energica e volitiva che nasconde un segreto: durante la campagne elettorale era un uomo. Il vice primo ministro scopre l'inganno ma, essendo una donna travestita da uomo, decide di tacere. Il perfido ministro degli Esteri, ex nano cavallerizzo da circo, pensa di sfruttare la situazione a suo vantaggio per annettere alla Spagna il Portogallo e Casablanca.
Serie colorata e scoppietante a partire dal pilot, diretto da Pedro Almodovar, con Antonio Banderas, Penelope Cruz e Carmen Maura che si scambiano i ruoli ad ogni episodio.


La Casa Chiusa, sottotitolo (in inglese per l'export): A Bunga-Bunga story

scusate amici, ma arrivati alla produzione italiana, mi è passata la voglia di scherzare e poi non mi sento all'altezza. Del resto se neppure Crozza riesce a star dietro alla disperante comicità naturale di certi personaggi nostrani....

Grandissima Daniela. Questi tuoi interventi mi procurano un gioioso sorriso

Fortissimo, diciamolo (come direbbe Larussa) una serie così poteva venire solo dagli States.....

Daniela ebbe a dire:
Seguendo lo spunto offerto da Tarabas, proviamo allora ad immaginare serie geolocalizzate sul modello di House of Cards:



:))

Schramm, per invogliarti ulteriormente alla visione di House of Cards, dai un'occhiata a questo articoletto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/30/house-of-cards-lautore-a-renzi-il-mio-libro-non-e-un-manuale-di-istruzioni/1138532/
Roba da rabbrividire... :oP

daniela tu hai deciso di inumarmi di serie e di lastricarmi di bellezza! e sia, mi annoto anch'essa! non ne uscirò più fuori!

House of Cards (2 stagione)
****
In una rappresentazione del mondo politico agghiacciante ma non inverosimile, il protagonista prosegue la sua (ir)resistibile ascesa verso la vetta, mediante inganni, corruzioni, ricatti, omicidi. Un'anima nera in cui il fine giustifica i mezzi ma ne è a sua volta condizionato, un essere moralmente spregevole che però riesce, nostro malgrado, a farci "tifare" per lui, rivolgendosi direttamente allo spettatore, sollecitandone la complicità. Ed è questa la chiave del fascino di questa serie, insieme all'eleganza delle confezione e alla prestazione eccellente del cast. Bastardo senza alcun alibi, Spacey ci ipnotizza come un cobra. (Daniela)