"House of cards" stagione per stagione

20 Novembre 2014

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di questa serie. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


PRIMA STAGIONE (2013)
**** Quando il neoeletto Presidente non mantiene la promessa di nominarlo Segretario di Stato, un potente deputato democratico mette in atto un complesso piano per vendicarsi... In una Washington sede di intrighi di palazzo, il luciferino Spacey si muove come un Riccardo III senza gobba, manipolatore senza scrupoli, rivolgendosi spesso direttamente allo spettatore: è il polo di una storia dai toni cupissimi narrata con grande classe, grazie ad una confezione impeccabile ed un cast perfetto. (Daniela)

**** Rappresentati più volte al cinema, gli intrighi e le dinamiche della politica americana tornano in questa serie prodotta oltreoceano (e non da una rete televisiva tradizionale). L'elevata qualità della produzione parte dall'ottimo livello della sceneggiatura e dalla messa in scena generale (coinvolto, e si vede anche Fincher), ma è sublimata dalla presenza del sempre più magnetico e bravo Kevin Spacey in un personaggio luciferino e ricco di sfumature che l'attore interpreta al meglio. Ottimi anche gli altri attori. Da non perdere. (Galbo)

*** L'ipocrisia e l'ambizione sfrenata si insinuano negli uffici più alti della politica americana. Interessante e ben interpretato ma anche esagerato in certi momenti di autodistruzione o di invincibilità dei protagonisti. Parte bene, ripetitivi gli episodi centrali, riprende vigore negli ultimi quattro. (Capannelle)


SECONDA STAGIONE (2014)
**** In una rappresentazione del mondo politico agghiacciante ma non inverosimile, il protagonista prosegue la sua (ir)resistibile ascesa verso la vetta, mediante inganni, corruzioni, ricatti, omicidi. Un'anima nera in cui il fine giustifica i mezzi ma ne è a sua volta condizionato, un essere moralmente spregevole che però riesce, nostro malgrado, a farci "tifare" per lui, rivolgendosi direttamente alla spettatore, sollecitandone la complicità. Ed è questa la chiave del fascino di questa serie, insieme all'eleganza delle confezione e alla prestazione eccellente del cast. Bastardo senza alcun alibi, Spacey ci ipnotizza come un cobra. (Daniela)


TERZA STAGIONE (2015)

**** Devo dire che questa terza stagione mi ha appassionato più delle altre due; perché se è vero che alcune situazioni restano facilmente leggibili (per esempio tutto lo scontro con il presidente russo è una specie di bagnami di politica mondiale ad uso e consumo dell'elettore medio dell'Arkansas), lo sviluppo della storia e le evoluzioni dei caratteri dei protagonisti sono avvincenti e costruite con cura degna delle migliori serie americane. Essendo un discreto appassionato di elezioni e di politica, poi, lo sguardo dietro le quinte delle Presidenziali 2016 non mi ha lasciato indifferente. Cast al solito molto professionale. Ottima annata, quindi. (Jandileida)

**** Aperta da una lunga sequenza di grande impatto emotivo in cui Underwood si reca sulla tomba del padre ufficialmente per rendergli omaggio ma in realtà per oltraggiarne la memoria in modo molto esplicito, una stagione che mantiene l'alto standard qualitativo delle precedenti affiancando al filone principale degli intrighi politici interni ed internazionali (con il Viktor Petrov di Lars Mikkelsen sugli scudi) due sotto-filoni ugualmente avvincenti: la storia di Rachel e Doug da una parte, i crescenti contrasti fra i coniugi Underwood dall'altra con Claire, interpretata dall'algida Robin Wright, sempre più insofferente nei confronti del marito egocentrico e manipolatore. (Daniela)


QUARTA STAGIONE (2016)
***! Se la terza stagione si era conclusa con una crepa nella diga che minacciava di mettere in pericolo il regno di Frank, moderno Riccardo III shakespeariano senza gobba ma con tanto pelo sullo stomaco, questa segna la nascita di una nuova temibile creatura con due teste e nessuno scrupolo. Misurata la propria debolezza fisica (l'attentato), Frank trova in Claire un'alleata in perfetta sintonia, avendo compreso di non poterla relegare ancora nel ruolo per lei scomodo di sola "moglie". Insieme si preparano ad affrontare il terrore, creandolo loro stessi e trasmettendo una sensazione di invulnerabilità che, se da un lato ne aumenta il perverso fascino, dall'altro impoverisce le dinamiche degli altri personaggi, ridotti tutti a pedine più o meno utili, il che si può ripercuotere sulla capacità della serie di continuare a tener desto l'interesse. (Daniela)


QUINTA STAGIONE (2017)
*** I segni di cedimento ravvisati nella stagione precedente si confermano in questa. Tutta la prima parte, con l'estenuante tira e molla dell'elezione presidenziale in cui Underwood sfrutta tutti i trucchi per ribaltare il pronostico annunciato, risulta farraginosa, oltre che penalizzata da un antagonista risibile (Joel Kinnaman). Le cose migliorano quando, negli ultimi episodi, acquistano spazio due personaggi ambigui, interpretati con scaltrezza da Patricia Clarkson e Campbell Scott. La fine della stagione segna l'emancipazione definitiva dalla tutela del marito da parte di Claire, dopo che essa ha infranto le ultime barriere sia morali che metalinguistiche. "Dio salvi la regina" quindi, in attesa dell'auspicabile rovina di entrambi nella prossima ed ultima stagione, sempre che ci sia un poco di giustizia in questo mondo (televisivo). (Daniela) 

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