Incredibile realizzazione di Bruno Mattei che in questo film si firma come Vincent Dawn, il suo pseudonimo più amato. Robowar è un remake alla Mattei di Robocop e Predator. La povertà di mezzi e i dialoghi fra gli attori sono tra le cose più esilaranti che io abbia mai visto. La storia di questo gruppo di "eroi" che fra truculente uccisioni da parte del robot metà uomo e metà macchina è al limite dell'assurdo. Fantascienza, azione e un tocco di horror in puro stile Mattei; da vedere assolutamente.
Ci si sbellica dall'inizio alla fine, in questa fotocopia malriuscita e comicissima di Predator, che ricicla pure le stesse battute del film con Scwharzy. Lo zio Bruno non è McTiernan-ovvio-allora via, a buttarla in vacca, con noiosissime e infinite perlustrazioni nella foresta, musica (di Al Festa) da suicido immediato, gore ai minimi termini (qualche teschio bruciacchiato e fatto malissimo). Alla comparsa del Robowar ci si ammazza dal ridere: una tuta in latex nero e un casco da motociclista! E raggi laser che fanno "ciub ciub". Stracultrash.
MEMORABILE: Impagabile il marines di Romano Puppo e quello di Massimo Vanni, il Chuck Norris "de noatri"; lo spassossimo robottone (?) in azione nella foresta.
Il classico film di Mattei: ci sono i soliti problemi di regia (inquadrature che tagliano le teste e persone che volano quando gli viene sparato), di sceneggiatura (scritta da Drudi e Fragasso, è stupida e il film sembra proprio un miscuglio tra Predator e l'orrenda serie di RoboCop). La nebbia è onnipresente: buoni gli effetti della decomposizione, ma brutti quelli digitali del robot. "Robowar" doveva chiamarsi "Walking in The Jungle", dato che nella prima parte si vede solo gente che cammina e cammina e cammina...
Un "so bad it's so good" da manuale! Mattei dà il peggio (o meglio) di sè! Effettacci di quarta categoria, la solita ambientazione filippina, la solita trama copiata da Terminator e Predator, il solito ridicolo Reb Brown... e come sempre in questa compagnia Claudio Fragrasso, Alan Collins e i soliti abominevoli attori. Per molti un supplizio, per altri una chicca di mediocrità!
Difficile non voler bene a registi come Mattei: con budget risicatissimo e attori reclutati da qualche palestra, mette in scena una brutta (e povera) copia di Predator prendendosi splendidamente sul serio, montando il tutto in maniera neppure troppo dozzinale e piazzando pure un piccolo colpo di scena verso la conclusione. Alla fine ci si annoia comunque e gli pseudo-attori sono quando di meno adatto possa riempire i quattro lati dell'inquadratura, ma viste le premesse era impossibile fare di meglio. Musiche di Al Festa, poi riciclate in After death.
L'abusata definizione "so bad it's so good" questa volta rende perfettamente l'idea della qualità della pellicola. Tre o quattro culturisti che sparano all'impazzata nella giungla, una bionda spuntata da chissà dove, un robot che sembra uscito dall'esercito dei cattivi dello Star Wars turco, incomprensibili musiche hair-metal che pestano senza pietà dall'inizio alla fine: un'esperienza quasi trascendentale. Il montaggio professionale di Mattei rende il tutto molto surreale, ma in fondo divertente. Mediocre, ma un suo perché ce l'ha eccome!
Spin-off cumulativo di Predator, Terminator e (in maniera minore) Robocop, girato nelle Filippine da Mattei con un cast di volti noti del cinemabis e un budget irrisorio. Non sarebbe neppure malaccio, se non fosse per la ripetitività dell'insieme; Mattei infatti dirige con buon mestiere, ma le interminabili camminate nella giungla dopo metà film cominciano a stancare e le apparizioni del "robowar" sono piuttosto comiche. Se si fosse puntato di più sullo splatter, poco presente, sarebbe stato più divertente. OST "in comune" con After death.
MEMORABILE: Il rumore (comicissimo) che produce il robowar.
Atmosfera anni '80 totale: nei dialoghi dei mercenari, nella visione da salagiochi del robot, nell'ambientazione esotica, nella musica martellante di Al Festa. Bruno Mattei, l'ultimo degli ultimi ma pur sempre del vecchio cinema, copia le invenzioni delle americanate appena uscite e sforna il suo capolavoro punk. L'anima del bambino è questa: sognatrice, istintiva, libera, surreale... perché tanto non ci sono né il budget né una statuetta da vincere. Va dritto come un "maledetto treno blindato"!
L'originalità latita, le influenze dei tanti Predator, Robocop e Terminator si sentono. Essendo a basso costo presenta diverse "carenze", una su tutte la "corazza" del Robowar seconda in bruttezza solo a quella oscena di Robo Vampire. Per il resto c'è la solita giungla, il solito plotone di uomini duri, le solite scene tipiche dei film di guerra. La trama è però comunque interessante con un colpo di scena finale non male.
Delizioso sparatutto trash che unisce, a volte con veri e propri calchi, Predator, Rambo e Robocop. Impreziosito dalla proverbiale legnosità di Reb Brown e dall'avvenenza della Hickland, star delle soap americane del decennio '80, il film è una profusione di violenza gratuita, un villain che dovrebbe essere un robot ma che sembra un motociclista in tuta di pelle nera e una colonna sonora elettronica spesso fuori luogo e con uno dei temi copiato da Dune. Niente va oltre la scopiazzatura e il cliché, ma in fin dei conti funziona alla grande.
Rip-off spudoratissimo di tanti blockbuster USA dell'epoca, questo centone autarchico a firma Mattei riesce nonostante i mezzi e le premesse, se non a convincere, almeno a divertire: il prodotto è di buona fattura, più da B movie statunitense che da cinema italiano di genere all'ultimo stadio; inoltre il cast di gloriosi stuntman nostrani non ha nulla da invidiare ai divi del genere coevi. Tra rambismo, fantascienza e horror il film si segue con piacere e nostalgia ricordandone gli innumerevoli passaggi ai tempi delle tv private, tra ingenuità e passione per un cinema ormai alla fine.
Budget limitatissimo e un cast quasi esclusivamente composto da comprimari e comparse. Lunghissime riprese con noiose marce nella giungla, dialoghi da fotoromanzo e ogni tanto l'apparizione di questo pseudo robot che uccide tutti quelli che si frappongono davanti al suo cammino. Effetti speciali non pervenuti con qualche teschio trash sparso qua e là.
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DiscussionePanza • 21/11/13 18:15 Contratto a progetto - 5198 interventi
Titolo completo: Robowar - Robot da guerra
Genere: action
DiscussioneZender • 21/11/13 18:24 Capo scrivano - 47813 interventi
Ci sta anche la fantascienza. I generi cambiamoli solo se son proprio sbagliati.