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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Lost World
Anno: 1925
Genere: avventura (bianco e nero)
Regia: Harry O. Hoyt
Note: Aka "Il mondo perduto".
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Saranno vere le affermazioni del dr. Challenge (Wallace Beery), che davanti a una platea scettica e quasi offesa dice di aver scoperto in Amazzonia un luogo in cui i dinosauri ancora non si sono estinti? All' epoca (siamo nel 1925) il pubblico dei cinema avrebbe forse detto di no. E infatti è la prima volta che qualcuno si azzarda a spingersi così oltre, al punto di animare (attraverso un procedimento chiamato stop-motion) brontosauri e pterodattili quando ancora deve arrivare il sonoro. THE LOST WORLD è il modello primigenio, il film al quale KING KONG (che ne è quasi un remake a che per gli effetti richiama lo stesso...Leggi tutto Willis O'Brien) e i tanti altri epigoni guardano con rispetto. E quando si arriva finalmente in Amazzonia (dopo un bel po' di fasi inutili e fitte di didascalie) lo spettacolo va in scena. Si comincia con uno pterodattilo che vola in cima a un altopiano, si continua con brontosauri e t-rex che si muovono e si attaccano sullo sfondo a due dimensioni (che si sposa sorprendentemente bene agli effetti). Niente a che vedere con l'animazione attuale, d'accordo, ma considerando l'epoca e la portata rivoluzionaria dell'operazione c'è da restare a bocca aperta. Le scene coi dinosauri sono tantissime (e c'è pure un'eruzione vulcanica, in sovrappiù) ed è un peccato che la versione più diffusa del film (oggi ne circola anche una restaurata di 93' e un'altra ancora più lunga) arrivi appena a 55’ a fronte dei 108' originari. Divertente, spassoso, pur se riempito da una sottotrama romantica che purtroppo appesantisce la prima parte.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO
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- Quello che si dice un buon film:
Marcel MJ Davinotti jr., Puppigallo, Pigro, Daniela, Anthonyvm - Non male, dopotutto:
Luchi78 - Mediocre, ma con un suo perché:
Von Leppe
Più che un film è un documento d’epoca da guardare con ammirazione. Muto, con con sottotitoli e colonna sonora da orchestra sinfonica. Le espressioni spesso caricaturali degli attori fanno pensare che da un momento all’altro possano comparire Buster Keaton e Stanlio e Ollio. Il professore barbuto è mefistofelico e pure manesco. I dinosauri (l’alba della stop–motion) sono uno spasso, e ce ne sono tanti. La star indiscussa è però il brontosauro. L’ominide sembra un lupo mannaro. Godibile e ricco di trovate. Come gerontopellicola è ancora più che vedibile (e non è poco).
Efficace capostipite di tutti i film sul tema del mostro preistorico che invade la nostra epoca, sulla scorta del romanzo di Conan Doyle. E allora, ecco la spedizione in Amazzonia dove sopravvivono i dinosauri (molti e molto protagonisti), con tanto di impressionante eruzione (e un bel campo lungo di lucertoloni in fuga), e soprattutto il brontosauro di turno che si perde nella metropoli seminando terrore. Che dire, un ottimo film, sorprendente e piacevole anche oggi, e con effetti speciali di tutto rispetto. Seminale.
Film che ha segnato un'epoca e un genere, ma oggi ha davvero poco da dire. Si può guardare per pura curiosità, come gran parte del cinema muto, mancando totalmente interpretazioni degne di nota. Vere protagoniste sono le animazioni dei dinosauri e i vari effetti speciali che avranno sicuramente suscitato timore e sorpresa all'epoca.
Prima trasposizione cinematografica del romanzo di Arthur Conan Doyle e soprattutto primo film in cui vengono mostrati dinosauri in azione, animati a passo uno, e non soltanto nel loro ambiente naturale, che condividono un pelosissimi uomini-scimmia, ma anche a spasso per una metropoli, con conseguenti scene di panico fra la folla. Bastano queste sequenze, che ne anticipano innumerevoli altre simili, a far comprendere l'importanza del film: certo ora suscita più di un sorriso ma mostrava qualcosa mai visto prima d'allora, il che ne fa un prezioso reperto di archeologia filmica.
MEMORABILE: Il brontosauro, dopo aver abbattuto un palazzo, attraversa il London Bridge
All'inizio della pellicola c'è una breve introduzione di Arthur Conan Doyle in persona che lascia presagire un film molto fedele al suo romanzo, mentre invece ci sono varie modifiche - anche se il contesto generale è quello del testo. I dinosauri sono realizzati in stop motion: non male pensando che forse sono i primi apparsi sullo schermo (ma distanti rispetto a quelli che si muoveranno qualche anno dopo in King Kong) e questo fa perdonare una sceneggiatura dispersiva che li mette in evidenza e che li fa spesso lottare fra loro.
MEMORABILE: Il brontosauro in città.
Anzitutto un reperto storico (anche per il cameo introduttivo di Conan Doyle in persona) e una pietra miliare del cinema fantastico, che pone le basi per il King Kong del '33 e per qualsiasi rappresentazione dei dinosauri sul grande schermo (Spielberg incluso). Rivisto oggi fa sorridere, vuoi per le espressioni gigionesche degli attori, vuoi per la controversa blackface o per alcuni effetti invecchiati male (lo scattosissimo pterodattilo). A ogni modo, più il film va avanti più gli SFX migliorano in tecnica e resa visiva, riuscendo ancora oggi a suscitare un'archeologica meraviglia.
MEMORABILE: Le lotte fra sauri; L'uomo-scimmia con make-up licantropesco; Il brontosauro scorrazza furente per Londra prima di improvvisarsi mostro di Loch Ness.
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